Pöder: "Ho bocciato il ddl Acli perché mi merito l'indennità. I 10 che hanno votato Si ora rinuncino". Cia e Degasperi: "Già lo facciamo ma certo i soldi non li ridiamo alla Regione"
Ecco i nomi dei 10 consiglieri regionali che hanno votato favorevolmente al disegno di legge popolare sostenuto da 10 mila firme sul taglio di indennità e vitalizi. Cia: "Io destino 1.000 euro al mese alle famiglie. La Regione i soldi li spende per fare regali al vescovo". Degasperi: "Noi diamo tra i 3.500/4.000 euro ogni tre mesi ai cittadini"
TRENTO. E' finita 40 a 10 (con 4 astensioni) e con Andreas Pöder (Gruppo Team Autonomie) che oggi rilancia in maniera anche un po' irridente chiedendosi: "Perché i consiglieri che hanno votato a favore adesso non rinunciano a una parte della loro indennità?". "Io ho votato contro il ddl della Acli perché sono convinto di meritarmi l'indennità. Chi però è convinto di non meritarsela, rinunci". E allora diamo a Cesare quel che è di Cesare e rendiamo pubblici i nomi dei 10 che hanno deciso di votare a favore del disegno di legge che era arrivato in Aula grazia alla spinta popolare di oltre 10 mila firme. Un urlo partito dalla gente e gridato forte e chiaro al palazzo. Né più né meno di una richiesta di maggior sobrietà che prevedeva la riduzione delle indennità dei consiglieri da 9.800 euro a 7.500 lordi e l'abolizione della pensione complementare e dei fondi ai gruppi. E ancora, un'abolizione definitiva alle spese del Consiglio regionale inerenti la pensione dei consiglieri e l’introduzione di un limite massimo di 3.300 euro mensili lordi ai vitalizi già acquisiti dai consiglieri delle passate legislature e l’eliminazione delle indennità di fine mandato.
Ebbene i 10 che hanno votato a favore sono stati Borga, Bottamedi, Cia, Degasperi, Dello Sbarba, Foppa, Fugatti, Heiss, Kaswalder e Köllensperger. Pöder nel chiedere ai "10 Si" di restituire quanto ricevono a titolo di indennità fa riferimento alla legge 5 del 2006 che all'articolo 1 comma 2 bis prevede che il "Consigliere regionale ha la facoltà di rinunciare a una parte o all'intero importo dell'indennità mensile lorda". "La conosco bene quella legge - spiega uno dei 10, Claudio Cia di Agire - perché qualche tempo fa avevo proposto un emendamento dove chiedevo di prevedere che la somma alla quale si rinunciava finisse al Fondo Famiglie. Insomma che ci fosse chiarezza rispetto alla destinazione. Ovviamente mi hanno votato contro. Ora, francamente, pensare che con le risorse della Regione vengono, poi, fatti regali tipo quel fermacarte d'argento, con base in ametista, da 800 euro al vescovo Bressan quando ha lasciato il suo ruolo, ebbene mi sono detto che era meglio non restituirli a loro. Ho creato un piccolo fondo 'fai da te' per le famiglie in difficoltà. Su una pagina del mio sito è tutto documentato. Ogni cosa è trasparente: parte della mia indennità, circa 1.000 euro al mese, la destino per pagare utenze (gas, luce, acqua) e affitti a favore di persone debitrici per difficoltà economiche".
Insomma, Cia rispedisce al mittente la provocazione di Pöder. "Io poi da statistiche sono l'unico consigliere che non chiede rimborsi o altre indennità per rappresentanza o viaggio". Sulla stessa lunghezza d'onda anche Filippo Degasperi (Movimento 5 Stelle): "Noi da sempre, strutturalmente rinunciamo a parte delle nostre indennità. Ma a Pöder certo non ci permettiamo di dirgli cosa deve o non deve fare. Scopro, invece, che lui si prodiga in consigli. Ebbene io rinuncio a circa 1.300 euro al mese e ogni 3 mesi provvedo alla restituzione direttamente alla gente dei 3.500/4.000 euro che mettiamo da parte. Andiamo nelle circoscrizioni, chiediamo alle persone cosa ne pensano e mettiamo ai voti i progetti finanziabili. Perché non li restituiamo alla Regione? Perché se si sa che alcune risorse vengono deviate verso l'Agenzia del Lavoro, al tempo stesso io sono 3 anni che chiedo ogni anno di sapere come vengono investite quelle risorse. E ciclicamente non sanno rispondermi. Mi dicono con dei corsi di formazione, ok. Ma poi? A cosa servono? Io per un paio di volte, all'inizio del mio mandato, avevo anche restituito alla Provincia parte dell'indennità. Poi ho chiesto che quelle risorse venissero inserite nel fondo di Microcredito del Confidi. Ebbene Olivi mi ha risposto che se davano l'ok a me costringevano poi tutti quelli che volevano restituire qualcosa a destinarli a loro. E quindi me l'hanno bocciato".
E rispetto al voto del 15 con il quale il consiglio regionale ha affossato il ddl Acli? "Il Pd e Manica si sono attaccati all'assenza di una parametrazione per quanto riguarda il calcolo dell’indennità dei Consiglieri. Ma quando noi avevamo chiesto anni fa di legarla al Pil pro capite dei cittadini del proprio territorio ci avevano detto di no - prosegue Degasperi -. Poi c'era effettivamente il problema che riguardava il taglio dei contributi per i collaboratori. Ora siccome le questioni e i problemi da affrontare sono tanti e molto variegati, a me andrebbe benissimo usare lo stresso collaboratore che uso in consiglio provinciale per aiutarmi però, se la legge resta così, finisce che arriva la Corte dei Conti e ci dice che non si può fare di pagare il collaboratore del consiglio provinciale per fare il lavoro in consiglio regionale. Ma era un problema . Che si poteva risolvere con un emendamento. Insomma se si voleva approvare il ddl si approvava. La verità è che si sono messi tutti di traverso perché si andavano a toccare i vitalizi acquisiti. E nessuno ha il coraggio di farlo".