Pd, l'assemblea parla per ore se mettere ai voti il documento della minoranza. Di politica parlerà prossimamente
Sembrava fosse votata da tutti la proposta di Elisabetta Bozzarelli che chiedeva di discutere di territorialità e primarie. Poi la decisione di non metterlo ai voti. Passa il documento del Coordinamento
TRENTO. Nei giorni scorsi Italo Gilmozzi l'aveva assicurato: “Ma certo, il documento della minoranza lo votiamo tutti. Abbiamo chiesto di togliere le ultime righe che riguardano la richiesta della gestione unitaria e poi lo votiamo”. Rispondeva così, per dire che Elisabetta Bozzarelli e compagnia non dovevano lamentarsi più di tanto.
Ma quel documento, presentato all'Assemblea del Pd, che sembrava ovvio dovesse passare, che parlava di territorialità e primarie, che chiedeva al partito di affrontare i nodi politici e avanzare proposte di rotta che potessero essere intraprese in modo corale da tutti i militanti, quel documento che simbolicamente poteva unire le fazione e dare l'idea di un gruppo unito è stato però tolto di mezzo. Dopo due ore e mezza di discussione si è deciso di non metterlo nemmeno in votazione.
Ieri, dunque, non si è parlato di politica, di strategie, di come vincere le prossime elezioni, se sia giusto oppure no aprire ai civici del sindaco Valduga. No, nemmeno per un attimo: si è discusso se fosse giusto oppure no votare un documento su cui sembravano convergere molti dei presenti.
Forse anche lo stesso Italo Gilmozzi. Anzi, senza forse: il testo era molto indicativo, di indirizzo. Chiamava il partito ad affrontare i temi, a discutere assieme. Insomma condivisibile. Anche da Alessandro Olivi che l'ha detto apertamente in assemblea. Anche da altri big, consiglieri e consigliere. Sicuramente dal capogruppo Alessio Manica che appartiene al gruppo di Elisabetta Bozzarelli.
Chi non voleva che se ne parlasse Gigi Olivieri, ma non è chiaro il perché. C'è chi dice che sia un teorico del dividi et impera, che a tutti i costi vuole che nel Pd ci sia maggioranza e minoranza, qualcuno che vince e qualcuno che perde. "L'unitarietà sembra gli provochi orticaria", dice qualcuno con sarcasmo: è intervenuto ripetutamente per dire sempre la stessa cosa, che il documento non doveva essere votato.
Per un motivo semplice, spiega qualcuno della minoranza, perché non si mettesse in evidenza che anche Olivi vota con la Bozzarelli, anche l'assessora Sara Ferrari e qualche altro della maggioranza. Perché se a quel punto fosse stato messo in votazione non sarebbe stato più unitario il documento ma si sarebbe divisa l'assemblea e gli equilibri sarebbero cambiati.
Per togliere dall'imbarazzo un partito intero, che se fosse uscito ancora una volta diviso al proprio interno avrebbe fatto l'ennesima figura, è intervenuta Lucia Maesti. Con il Lodo Maestri: una proposta che fa entrare dalla finestra ciò che si sbattuto fuori dalla porta.
“Il segretario relazionerà alla prossima Assemblea anche sui due punti contenuti nel documento: territorialità e meccanismi di selezione delle candidature”. Tutti d'accordo. Tutti uniti. Buonanotte.
Infatti mica è stato semplice arrivare fino a questa decisione. Ieri s'è fatta quasi mezzanotte e non c'è stato il tempo per parlare di politica, se ne discuterà più avanti, prossimamente. E così si continuerà a dividersi dentro ai democratici: "Senza una linea ciascuno fa un po' quel che gli pare".
E' passato un documento del Coordinamento che fa un elenco del da farsi, una lista di questioni da affrontare: dà mandato al segretario di incontrare le forze sociali ed economiche e anche religiose. Dà mandato di sentire anche le forze politiche del centro sinistra autonomista, ma senza impegno.
Poi si farà l'assemblea programmatica. Poi una giornata in cui si parlerà della forma partito, del suo rapporto con il nazionale. Cose così, da fare. Poi si tratterà di pensare, di ragionare e discutere della sostanza, che viene prima della forma. "Come il fare, che di solito si fa dopo il pensare", affermano quelli della minoranza ma anche qualcuno della maggiornaza.