Migranti, il primo cittadino di Fiavé: "Con me sindaco non verrà respinto nessuno". Intanto c'è l'ipotesi Cie a Roverè della Luna
Sulle 14 donne che dovrebbero andare all'albergo Miramonti Angelo Zambotti spiega: "E' nostro dovere accogliere ma la struttura è troppo grande, pensiamo sarebbe meglio metterle in strutture più piccole coinvolgendo i comuni limitrofi". Zeni: "A noi va bene ma in quel caso dovranno accogliere 14 uomini, funziona così". Rossi sul Cie: "E' solo una supposizione"
FIAVE'. "Posso garantire che a Fiavé, con il sottoscritto sindaco, non verrà respinto nessuno. Sono per l'accoglienza e penso che umanamente tutti dobbiamo fare la nostra parte per affrontare questo tema enorme, mondiale. Quel che chiediamo è di ridiscutere le modalità, ma mi fido di Zeni, ci fidiamo della Provincia". Insomma Fiavè c'è e soprattutto c'è Angelo Zambotti il primo cittadino del paese che con queste sue parole cerca di mettere la parola "fine" alle polemiche nate soprattutto dopo che un'interrogazione di Maurizio Fugatti è stata ripresa pari-pari, come fosse un articolo giornalistico con tanto di titolo "civetta", "Fiavé: in arrivo 14 profughe, sindaco contrario", su un sito internet. Titolo non attinente nemmeno con l'interrogazione dello stesso Fugatti che nel testo spiegava che "a Fiavé (..) l’amministrazione comunale si dice disponibile ad ospitare le 14 profughe in arrivo, non si sa ancora quando, ma non è d’accordo con la sistemazione trovata".
Risultato? Comunità confusa, spiazzata. Ennesima mistificazione su un tema, quello dell'immigrazione, già complesso di suo e che non merita ulteriori stravolgimenti. Sui social il sindaco di Fiavé è costretto a dare una smentita ma alcuni cittadini si interrogano comunque: "Arrivano o non arrivano?"; "Le vogliamo o non le vogliamo?"; "Chi ha ragione?". "La situazione è la seguente - ci spiega Zambotti - noi siamo pronti ad accogliere. Umanamente penso sia un dovere dare il nostro contributo e siamo anche convinti che Fiavé e i comuni circostanti (Comano Terme e Bleggio Superiore) possano ospitare anche più migranti di quelli che sarebbero previsti a livello statale dei 3 ogni 1000 abitanti. Il problema che abbiamo sollevato è quello della struttura scelta per ospitare le 14 donne che ci sarebbero state assegnate. L'albergo Miramonti, infatti, è una struttura che può ospitare oltre 80 persone. Tenere aperta una struttura così grande per sole 14 persone ci sembra esagerato e onestamente la paura della comunità è che poi l'albergo venga effettivamente riempito con altri migranti. Il paese di Fiavè ha poco più di 700 abitanti - prosegue Zambotti - sommando le zone limitrofe e i paesi di Comano Terme e Bleggio Superiore superiamo i 5.500 abitanti. E a Cares ci sono già 4 richiedenti asilo arrivati nell'autunno del 2015. Noi pensiamo sarebbe meglio accoglierli in maniera diffusa, capillare coinvolgendo gli altri comuni. 14 persone, se ben distribuite, su oltre 5.000 abitanti non sono niente. 14 persone su 700 invece sono un altro numero. E anche a livello di integrazione, invece che isolarli in una struttura unica, penso sarebbe molto più civile accoglierli in appartamenti o strutture più piccole, ma sparse sul territorio".
"Ci dicano se hanno tre appartamenti pronti e noi faremo come ci propongono - replica l'assessore provinciali alle politiche sociali Luca Zeni - però, in quel caso, invece che mandare delle donne dovremo mandare degli uomini. Questa, infatti, è una delle strategie di accoglienza. Le donne riusciamo a farle stare in strutture più grandi perché sono più accettate dalle comunità. E abbiamo già promesso all'amministrazione di Fiavé che a quelle 14 non se ne aggiungeranno delle altre. Lo prometto io e lo promette la Provincia. L'albergo Miramonti, tra l'altro, è di proprietà della Curia quindi non c'è nemmeno un privato alle spalle che può spingere per averne di più o di meno. Insomma le garanzie le abbiamo ampiamente date. Decidano loro il da farsi ma decidano presto perché non si può tergiversare".
E che non ci sia tempo da perdere lo racconta ogni giorno la più stretta cronaca. Mentre Minniti ieri non è riuscito per motivi di salute a presiedere la conferenza Stato-Regioni (dove si sarebbe dovuto parlare di Cie e di nuove strategie di accoglienza anche con i nostri rappresentanti provinciali) il quotidiano Dolomiten oggi riporta che un Centro di identificazione ed espulsione per migranti potrebbe essere aperto a Roverè della Luna nell'area del poligono militare. Si tratta di una struttura di 15 ettari un terzo dei quali sul territorio altoatesino, a pochi chilometri dalla stazione di Salorno e relativamente vicino all'aeroporto di Bolzano (struttura fondamentale per eventuali rimpatri). Il Cie di Roverè dovrebbe ospitare tra le 80 e le 100 persone. Mercoledì prossimo dovrebbe essere convocata la nuova Conferenza Stato Regioni e il tema Cie sarà affrontato direttamente dal ministro degli esteri. A quel punto se ne saprà di più, comunque, Arno Kompatscher e Ugo Rossi annunciano che non staranno solo a sentire ma diranno la loro sul tema. "Va soprattutto visto, se il Trentino Alto Adige necessita davvero di un Cie - ha detto al Dolomiten Kompatscher - comunque non ci facciamo imporre niente". E Rossi aggiunge: "Non è nemmeno un'ipotesi. E' solo una supposizione, non ne sappiamo nulla".