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Franco Panizza alla cerimonia di insediamento di Donald Trump: "Un Paese diviso, una politica che preoccupa l'Europa"

Il senatore trentino a Washington con la delegazione dell'Assemblea parlamentare della Nato: "Volevo incontrare i trentini che abitano lì ma non c'è stato tempo"

Di Donatello Baldo - 21 gennaio 2017 - 18:17

WASHINGTON. “La città blindata, tutto il centro in modo particolare. C'erano Tir giganti messi perpendicolarmente sulle strade per sbarrarle”. Franco Panizza era a Washington per l'Inauguration Day che ha avviato l'Amministrazione Trump. “Tantissime persone – racconta – dicono duecento mila, ma forse se ne aspettavano di più. Erano molte di più per Obama”.

 

Il senatore trentino è nella capitale americana in rappresentanza dell'Assemblea parlamentare della Nato, ha seguito la cerimonia ospite dell'ambasciata canadese: “Quest'anno ricorrono i 150 anni dell'unificazione del Canada, eravamo qui anche per questo”.

 

Panizza parla della giornata di ieri, delle proteste che hanno caratterizzato l'insediamento di Donald Trump. “I tafferuglio li ho visti da lontano e in diretta sugli schermi della Cnn: questa è la dimostrazione di un Paese diviso, di una campagna elettorale che ha lacerato l'America”. Il senatore invia su Whatsupp alcune immagini, le foto dei manifestanti che si aggiravano con cartelli e striscioni: “Tanta gente non si sente rappresentate da Trump, sono molti quelli che si sentono esclusi, che rivendicano le loro appartenenze ed esprimono contrarietà”.

 

La cerimonia, comunque sia, è stata suggestiva. “In America c'è un patriottismo molto forte. Prima di Trump, prima di Obama e di Hillary Clinton ci sono gli Usa: c'erano tutti all'inaugurazione, una concezione delle istituzioni molto sentita”.

 

Ma la valutazione di Panizza non può che addentrarsi sul terreno della politica, analizzando il discorso del nuovo presidente americano: “Un discorso fatto nel suo stile. Tutti credevamo che i toni accesi si esaurissero nella campagna elettorale, che poi si smussassero un po'. Ma non sembra essere così”. L'inizio del discorso di Trump sembrava canonico, “poi invece ha mostrato sé stesso, dimenticando la pacatezza per tornare a esprimersi in modo quasi guerresco”.

Un popolo diviso unito sotto una sola bandiera

 

Protezionismo, populismo, primazia americana, attacco al resto del mondo. Ha usato parole pesanti sulla passata Amministrazione, descrivendo una situazione economica al limite. Ma sinceramente – afferma il senatore – non ho avuto l'impressione di una crisi economica in corso”.

 

Un discorso che un po' preoccupa. “Ma l'America è una grande democrazia, con anticorpi sani. Certo – ammette Panizza – si temono ripercussioni sull'Europa, dai suoi discorsi sembra voglia disgregarla per instaurare rapporti differenziati con ogni singolo stato membro. E questo è pericoloso”. Anche se alcune posizioni del nuovo presidente Panizza le sembra apprezzare, “il tentativo di svelenire i rapporti con la Russia, di favorire una distensione dei rapporti è da sostenere”.

 

Ma nel complesso la politica del magnate americano divenuto leader della più grande potenza al mondo non piace a Franco Panizza: Il suo attacco alla Nato è sbagliato – afferma – perché così l'America rinuncia al ruolo di guida, di pilastro della democrazia, di potenza che interviene non solo militarmente ma anche con capacità diplomatica per superare crisi importanti, per favorire lo sviluppo di alcune aree depresse. L'America del Piano Marshall che ha permesso l'Italia di rimettersi in piedi nel Dopoguerra non fa parte della concezione politica di Trump”.

 

Il senatore avrebbe voluto approfittare della trasferta transatlantica per incontrare i trentini trapiantati negli Usa, “ma non c'è stato il tempo, la praticabilità delle strade era compromessa dall'ingorgo della cerimonia. E mi dispiace”. Sarà per la prossima volta: dalle previsioni del senatore, Donald Trump non resisterà a lungo al vertice del “Mondo libero”. Chi lo sa, forse dovrà tornare per il prossimo insediamento di un nuovo presidente degli Stati Uniti d'America.

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