Consiglio provinciale bloccato: ostruzionismo preventivo contro la doppia preferenza. 5.377 emendamenti
Per non arrivare all'approvazione della legge sulla doppia preferenza di genere l'opposizione allunga i tempi ancora prima della discussione
TRENTO. La prima seduta del consiglio provinciale dopo la pausa estiva è all'insegna dell'ostruzionismo. Un ostruzionismo preventivo, tattico, che allunga i tempi ancor prima di arrivare alla legge che parte della minoranza ha intenzione di sabotare, quella sulla doppia preferenza di genere, legge che rischia di non essere nemmeno discussa in questa tornata.
Già sul primo punto all'ordine del giorno (la proposta dell'esecutivo di impugnare le legge sulla protezione ambientale davanti alla Consulta) il consigliere Rodolfo Borga ha usato tutti i minuti che aveva a disposizione – 30 minuti – arrivando addirittura a leggere parola per parola tutto il testo della proposta di impugnazione, che poi ha votato favorevolmente come tutta l'aula, ad esclusione di Degasperi dei 5 Stelle.
I lavori vanno dunque a rilento. Se da una parte l'opposizione dice che ci sono cose più importanti da fare che non discutere di doppia preferenza, dall'altra tiene inchiodato un intero consiglio su punti che normalmente filerebbero via lisci in poco tempo.La legge sulla doppia preferenza slitterà quindi alla prossima tornate, forse. Che se ne discuta in ottobre non è ancora certo. Certo è però il numero degli emendamenti presentati. Borga da solo ne ha depositati 2.251, salendo sul podio, ma al secondo posto per numero di emendamenti presentati c'è il Movimento 5 Stelle.
Degasperi ha spiegato ieri di voler sottoporre a referendum la legge, ma scegliendo la via dell'ostruzionismo sembra non voler nemmeno che la legge sia licenziata dall'aula. Il M5S si aggiunge di fatto al fronte dell'ostruzionismo che con i 510 emendamenti di Maurizio Fugatti, i 410 di Claudio Civettini, i 366 di Claudio Cia e i 110 di Walter Viola (oltre agli emendamenti tecnici presentati dalla giunta e quello sulla presenza di almeno due donne in giunta presentato da Lucia Maestri) sbarra la strada dell'approvazione. Il totale è di cinquemilatrecentosettantasette. Impossibile approvare la legge sulla doppia preferenza così com'è, sarà necessario cedere al compromesso.
L'unico punto interessante, oggi, è il caso curioso della mozione presentata da Massimo Fasanelli. All'indomani dell'approvazione della mozione contro l'omofobia pensò bene di mettere in imbarazzo la maggioranza annunciando una mozione fotocopia che includesse nel novero della discriminazione, oltre all'orientamento sessuale e l'identità di genere, anche le “caratteristiche genetiche e fisiche, il credo religioso e politico, la condizione economica e sociale, la razza (sic, ndr)”.
Questa mozione arriva però in un momento delicato, il pericolo che sia strumentalizzata è grande. “Se questa proposta è un contributo intelligente che impegna la giunta a intervenire su tutte le discriminazioni ben venga – afferma l'assessora alle Pari opportunità Sara Ferrari – ma se serve per far perdere tempo in vista della discussione sulla doppia preferenza o per riaprire la questione omofobia, noi votiamo contro”.
Fasanelli, che con Sara Ferrari sembra aver limato e riscritto in più parti il testo per renderlo voltabile anche dalla maggioranza, è preoccupato: “Se vedo che la mia proposta crea difficoltà e viene usata strumentalmente sono pronto a ritirarla”. La proposta è discussa oggi nell'ultima parte della seduta. "Approvando questa proposta ci facciamo del male da soli", afferma Claudio Cia. Il nulla osta della assessora Ferrari lo mette a disagio. Chiede al proponente che la mozione sia ritirata per essere approfondita. Ride Nerio Giovanazzi: "Non tutte le ciambelle riescono col buco - afferma - questa mozione legittima il ddl sull'omofobia. Capisco che ci hai lavorato tanto - dice rivolto a Fasanelli - ma forse bisogna ripensarci un po'".
Insomma, se questo testo voleva mettere in imbarazzo qualcuno, quello che un po' è arrossito è stato lo stesso Fasanelli: "Ritengo opportuno ritirare la mia proposta di mozione, grazie lo stesso".
Paolo Zanella, presidente di Arcigay, in merito alla mozione di Fasanelli aveva dichiarato che “così com'è scritta è evidentemente una provocazione". "Se nei contenuti non può che essere condivisa, politicamente l’obiettivo è quello di annacquare il valore della mozione contro l’omofobia. L’intento della mozione contro l’omotransfobia – spiega Zanella – non è certo quello di non voler considerare le altre forme di discriminazione, bensì di evidenziare che esiste una forma particolarmente odiosa di marginalizzazione che non permette a chi ne è vittima nemmeno di trovare nella famiglia un riferimento cui appoggiarsi, cosa che non accade – osserva – per i ragazzi neri, musulmani, poveri, obesi che trovano da parte dei genitori comprensione e supporto e spesso anche nella scuola una sensibilità già radicata sul tema da parte degli insegnanti”.