M5S:" La legge sulla parità di genere sia sottoposta a referendum"
Il consigliere Degasperi, contrario alle "riserve indiane" chiede sia data la parola ai cittadini. Ostruzionismo anche dei 5 Stelle con 1700 emendamenti
TRENTO. Non è ancora stata discussa (e chissà quando sarà votata), che il Movimento 5 Stelle propone già di sottoporla a referendum. La legge sulla doppia preferenza di genere registra un'altra contrarietà, a dire il vero non nuova: “Riteniamo che imporre il blocco delle candidature per genere – afferma in una nota il consigliere provinciale Filippo Degasperi – equivalga a cercare di risolvere un problema partendo dalla fine piuttosto che dall'inizio. Si introdurrebbe una sorta di “riserva indiana” – continua – che non risolverebbe in alcun modo i reali problemi di accesso alla vita politica di tante donne, ovvero la mancanza di servizi adeguati a permettere loro di partecipare senza dover rinunciare alla famiglia o al lavoro”.
“La nostra proposta – continua il comunicato – è di fare ricorso all' Art. 47 dello Statuto di Autonomia, quello che stabilisce le regole per i referendum riguardanti le leggi sulla forma di governo e in particolare sulle modalità di elezione del Consiglio”.
Al momento il M5S ha presentato 1700 emendamenti alla legge che verrà discussa in settimana dal Consiglio provinciale. Emendamenti che si sommano ai 4 mila presentati da Rodolfo Borga. “Vedremo se si sceglierà o meno la strada del confronto”, afferma Degasperi. “Le regole del gioco vanno decise dai cittadini senza che nessuno si di arroghi la pretesa di decidere per loro anche su questi temi, fermo restando che nel contesto referendario ciascuna forza politica sarà poi libera di portare avanti la propria visione”, conclude il consigliere.
Tra gli emendamenti proposti, uno riguarda il limite assoluto di due mandati completi per ciascun eletto. “Se si approvasse questa impostazione si favorirebbe il ricambio del personale politico e quindi anche di quello di genere femminile” sottolinea l'esponente 5 Stelle.