Consiglio comunale di Trento, Paolo Castelli: "Sul rapporto Cantiere - Upt auspico che Mellarini ci convochi tutti attorno ad un tavolo"
Il consigliere sull'astensione alle linee guida del futuro Prg: "Si nota una mancanza imperdonabile. Il Sindaco non accenna nemmeno all’impatto enorme che avrà la realizzazione del nuovo ospedale sulla città"
TRENTO. Paolo Castelli nella scorsa legislatura rivestiva il ruolo di assessore comunale a Trento. Oggi siede con l'Upt tra i banchi del gruppo misto, allontanato dall'attuale maggioranza di centro sinistra. Dopo il voto di astensione sul documento di indirizzo del Prg avvenuto la scorsa settimana e dopo la presa di posizione del segretario di partito Tiziano Mellarini, ha deciso di chiarire la propria posizione.
Consigliere Castelli, lei è ostile alla giunta Andreatta perché non è stato confermato assessore?
“Assolutamente no. Io non posso fare l’assessore per due motivi: perché il mio attuale lavoro non me lo consente e perché altri consiglieri, del partito con cui ho candidato, hanno conseguito un maggior numero di preferenze.
Io non sono contro la giunta e il sindaco tout court, ma ho sempre agito secondo quanto ritengo giusto per il bene della città in un rapporto dialettico con gli attuali amministratori. Di ciò è testimonianza il fatto che ho votato convintamente il bilancio di previsione 2017 che costituisce il momento politico fondamentale nella vita della Giunta.
E allora da dove derivano le attuali tensioni?
“Derivano dal fatto che il sindaco, dopo il mio passaggio al Gruppo misto, non ha mai ritenuto di coinvolgermi negli incontri di maggioranza e in pratica mi ha escluso da questa.
Perciò ora mi sento libero di scegliere, motivando le mie decisioni in maniera circostanziata, con interventi in aula, per spiegare ai cittadini le mie ragioni. Con questo spirito sono intervenuto anche nella seduta del Consiglio Comunale di mercoledì 8 Marzo in occasione del dibattito sul documento di Indirizzo per il nuovo PRG di Trento, esteso dal Sindaco.
Perché si è astenuto dal voto sul documento d’indirizzo per il PRG di Trento?
Prima di tutto il documento è troppo generico. Certo, introduce alcune idee condivisibili, come ad esempio riqualificare il patrimonio urbano, salvaguardare il territorio non edificato, sfruttare meglio le volumetrie esistenti, e favorire la partecipazione alla definizione del nuovo Piano; tuttavia tutte queste idee sono citate a casaccio, non vengono cioè accompagnate dall’indicazione di un metodo operativo concreto per la loro realizzazione. Insomma, non si dice con quale criterio si opererà.
E poi?
E poi si nota una mancanza imperdonabile. Il Sindaco non accenna nemmeno all’impatto enorme che avrà la realizzazione del nuovo ospedale sulla città. Ma soprattutto: cosa succederà nell’area dell’attuale ospedale? Cosa si vuole fare? E’ incredibile che non si dia inizio ad una discussione su questo tema.
Ho forti dubbi anche sul metodo e sui tempi. Sul metodo: il Sindaco è subentrato a sorpresa nella delega al PRG al posto del suo vicesindaco quasi a metà mandato. Mi pare un grave sgarbo politico nei confronti di chi deteneva questa delega, ma soprattutto a causa di ciò siamo arrivati all’inizio del dibattito con grande ritardo. Sono rimasti appena pochi mesi fino al 2018, anno elettorale per la Provincia e il Parlamento. Chi ci dice che il Sindaco non si dimetta per approdare a nuovi lidi, paralizzando di fatto l’attività del Comune.
E della sottile distinzione fra Cantiere e UPT nel Comune di Trento che dice?
Io sono passato al gruppo misto/UPT assieme a Salvatore Panetta perché la delibera del coordinamento e parlamentino cittadino UPT del 12 Ottobre 2016 ci invitava a fare ciò, rimanendo però all’interno del Centro Sinistra Autonomista.
Mellarini ha sempre dichiarato, prima e dopo la sua campagna elettorale, che riteneva essenziale chiarire una volta per tutte il rapporto Cantiere-UPT nel Comune di Trento. Mi auguro che faccia urgentemente questo chiarimento, convocando attorno ad un tavolo tutti i consiglieri comunali del suo partito.
Fino ad allora lei che farà?
Continuerò a lavorare in Consiglio secondo le mie possibilità e compatibilmente con il mio lavoro. Interverrò nel dibattito d’aula e presenterò proposte come ho fatto finora sui problemi dello sport, delle periferie, della mobilità ciclopedonale. Mi sento libero poi di votare secondo coscienza, nell’interesse dei cittadini.