Confermate le dimissioni di Roberto Pallanch. Il Pd roveretano pronto a scegliere il nuovo segretario. Egon Angeli in pole position
In nuovo segretario sarà deciso nella riunione della prossima settimana. Toccherà a lui portare il partito a congresso
ROVERETO. “Roberto Pallanch ha ufficialmente formalizzato le sue dimissioni da segretario”. Questo emerge dalla riunione del circolo del PD che si è svolta ieri a Rovereto. “Abbiamo proseguito con la discussione dell'ultima volta”.
Una discussione “serena” a quanto pare. Niente accuse reciproche, nessuno che ha alzato la voce. Pacatezza. Ma una discussione che non è ancora conclusa.
Il nome del nuovo segretario “pro tempore” che porterà il partito fino al congresso non è ancora emerso. “Non è stato fatto nessun nome”, dice chi ha partecipato. “Si è parlato dello schema di lavoro, del metodo, di ruoli e di competenze”.
Mercoledì prossimo ci sarà una nuova riunione, e lì si faranno i nomi: circola quello di Egon Angeli. Se sarà scelto lui, dovrà impegnarsi a fondo: oltre alle mareggiate del pd locale, dovrà governare la barca anche tra le acque agitate del partito provinciale. E non è da sottovalutare nemmeno il mare nazionale fatto di correnti, di scadenze congressuali, con le spinte scissionistiche che sembrano aver sfiorato anche alcuni esponenti locali.
Ma tralasciando gli scenari futuri, sembra proprio che quella di ieri sia stata una riunioni di circolo molto propositiva. “Ci si è concentrati sul senso di responsabilità di tutti – fanno sapere alcuni iscritti – sul metodo più che sul merito. Perché sui temi c'è condivisione, su quello che c'è da fare anche, sulle soluzioni per la città e sull'iniziativa politica non ci sono visioni differenti”.
Quello che divide sembra essere la gestione interna, il rapporto tra il direttivo e il gruppo consigliare. A Pallanch era stato rimproverato di non saper gestire in modo collegiale la direzione del partito, di non saper condividere con altri le responsabilità e le decisioni. Chissà se questo nuovo clima “pacato e propositivo” avrà vita lunga (a dimostrazione che il “problema” era proprio il segretario”).