Comune, Stanchina: "Più soldi ai dirigenti? Io non ci sto". Ma l'aumento in tutto è di 15 mila euro per maggiori responsabilità
Dopo la riorganizzazione dei servizi comunali, i dirigenti sono scesi dai 35 del 2009 ai 27 del 2017. L'efficientamento della macchina pubblica ha prodotto 3 milioni di euro di risparmi. M5S, Forza Italia e Lega contro l'aumento: "Giunta distante dalla realtà"
TRENTO. Attriti in maggioranza dopo la delibera per l'aumento degli stipendi ai dirigenti sancita dalla votazione targata Partito democratico e Cantiere. Un percorso che affonda le proprie radici nella decisione dell'anno scorso di razionalizzazione dei servizi comunali, una scelta che ha visto alcune competenze accorparsi oppure spostarsi con l'assunzione da parte di alcuni dirigenti di ulteriori compiti.
Questo nuovo indirizzo e il maggior carico di lavoro ha spinto il sindaco Alessandro Andreatta a procedere con la cosiddetta 'pesatura' del salario dei vertici per un ritocco delle retribuzioni che si aggira in totale intorno ai 15 mila euro annui.
Se da un lato la cifra non è di poco conto, dall'altro questo piano rientra nel solco tracciato dal Comune di Trento in questi anni che ha visto i dirigenti diminuire dai 38 nel 2009 agli attuali 27, passando per i 35 nel 2012. Questa ridefinizione dei servizi ha comportato un notevole risparmio per le casse comunali, quantificabile intorno ai 70 mila euro. L'ottimizzazione della macchina comunale ha portato in generale, secondo i dati forniti dai tecnici, un risparmio sul personale di circa 3 milioni di euro nel quinquennio 2012-2017.
L'operazione, ovviamente, ha fatto sorgere diverse critiche anche all'interno della Giunta comunale. "Un'occasione persa", sostiene l'assessore Roberto Stanchina, che come tutto il Patt, si è sfilato dal votare il dispositivo. "Si tratta di un discorso etico e morale. E' la quinta volta - continua - che affrontiamo questo tema: tecnicamente il provvedimento è giusto, ma sono convito che questa decisione non andava presa. Gli stipendi dei dirigenti si aggirano fra i 77 mila e i 150 mila euro lordi annui e quindi già buoni”.
Per l'assessore “E' necessario frenare e chiedere una rinuncia agli interessati, in quanto già godono del contratto pubblico e soprattutto va considerata l'attuale congiuntura economica che vede l'uso enorme di voucher, tante persone perdere la propria occupazione oppure lavorare più ore per guadagnare paradossalmente meno".
Roberto Stanchina punta il dito anche contro la riorganizzazione avvenuta in questi anni. "E'stata iniziata una razionalizzazione in Comune - conferma l'assessore - oltre alla riorganizzazione dei servizi, come per esempio l'assunzione di una sola persona per ogni cinque dipendenti che vanno in pensione. Se aumenta la responsabilità e il carico di lavoro, questo non avviene solo per i dirigenti, allora forse questa scelta andrebbe calibrata anche sui dipendenti".
Delibera approvata e anche le minoranze scaldano i motori. "Il disegno di legge di iniziativa popolare di 10 mila firme presentato da Acli trentine per ridurre le indennità dei consiglieri regionali e appoggiato dai sindacati verrà bocciato - esordisce Andrea Maschio, consigliere pentastellato - quindi il sindaco Andreatta consegna la relazione del Prg agli assessori e ai giornalisti, prima ancora di passare in commissione. Il tocco finale è la decisione della Giunta di aumentare gli stipendi ai dirigenti: finalmente qualcuno della sua maggioranza si è alzato dal tavolo in segno di protesta".
Nel mirino anche il modus operandi della giunta, la conta dei voti favorevoli fra Pd e Cantiere per approvare il dispositivo: "E' vero, non si parla di grandi cifre - spiega il Movimento 5 Stelle - ma il paragone è con i cittadini che non arrivano a fine mese oppure che a fronte dell'aumento di responsabilità, un lavoratore impegnato nel settore privato paga gli errori, al contrario di quanto avviene nel pubblico. Gli elettori dovrebbero eventualmente esprimersi e legittimare questa scelta".
Anche Forza Italia interviene nella discussione: "Il sindaco e la Giunta - commenta Cristian Zanetti - evidentemente non conoscono il significato di equità nel trattamento dei propri cittadini: la maggioranza è scollegata rispetto alle reali necessità del territorio. Merita rispetto la scelta del Patt di non approvare questa decisione. Una delibera che avvalora da un lato l’incompetenza degli amministratori che non sono in grado di governare da soli e necessitano della stampella dei dirigenti, mentre dall’altro emettono continui provvedimenti vessatori contro la categoria dei commercianti, non tenendo in minima considerazione inoltre la perdita quotidiana dei posti di lavoro, l'aumento della povertà e il degrado".
La decisione presa di aumentare lo stipendio ai dirigenti comunali "è in netto contrasto con le linee programmatiche e la congiuntura economica attuale, tanto più se si parla di stipendi dirigenziali", dice Stefano Osele della Lega Nord. "La riduzione del costo del personale in quasi due anni di legislatura è in realtà esiguo - continua - la verità è che il personale costa al comune di Trento 60 milioni di euro".
"Il Patt dimostra, per una volta, di essere attento alle spese del sindaco - conclude Osele - spendere per gli stipendi dirigenziale è una scelta errata e poco lungimirante: siamo il Comune con più personale d’Italia, oltre che con più dirigenti, 1 dipendente comunale ogni 78 abitanti, l’unica scelta che il sindaco deve fare è quella di rendere efficienti i servizi".