"Claudio Cia vuole togliere i figli ai gay". Il Fatto Quotidiano dà la notizia (vecchia di tre anni)
Nel blog del giornale di Peter Gomez una giornalista ripesca la cronaca del 2014 spacciandola per attuale. Gay.it riprende la notizia che diventa virale sul web.
TRENTO. “Repetita iuvant”, potrebbe dire qualcuno, ma riportare una notizia vecchia di quasi tre anni e farla passare per attualità non è corretto. Se poi questa notizia è condivisa mille volte in rete e scatena l'indignazione degli utenti social l'effetto è quello di una quasi-bufala.
Stiamo parlando della notizia divulgata dal Fatto Quotidiano che in quel di Trento un consigliere comunale, Claudio Cia, avrebbe in questi giorni presentato una mozione in cui si chiede che alle coppie omosessuali siano tolti i figli. Questo è successo veramente, ma nel marzo del 2014, appunto quasi tre anni fa.
La giornalista Eugenia Romanelli sul blog del “Fatto” scrive indignata che il consigliere “ha avanzato questa proposta allucinante”, e rinvia al link di un articolo di giornale della stampa trentina datato 25/03/14 . Dice poi che in provincia di Trento la legge sulla doppia preferenza non passa a causa dell'ostruzionismo della destra e dei 5 Stelle.
Quest'ultimo fatto è cosa vera, però poi dice che “il povero Cia sta tentando di fermare la legge provinciale contro le discriminazioni Lgbt che sarà discussa entro l'anno”. E anche questa volta sbaglia: la legge è stata già discussa entro l'anno scorso, trasformata in mozione e in fase di attuazione presso gli uffici dell'assessorato alle Pari opportunità. Parla anche della Buona scuola, del fatto che ogni riferimento all'omofobia e alle pari opportunità è stato tolto. Cosa non vera, perché questi punti già ci sono nella legge provinciale sulla scuola.
L'articolo impreciso che riporta fatti che non sono stati mai verificati (come imporrebbe la buona prassi di ogni giornalista) è stato ripreso anche dal portale Gay.it. Addirittura il sito omosessuale mette la notizia in primo piano, e senza verificare alcuna fonte dà per certo tutto quanto, non telefona a nessuno per avere la certezza, si fida e così amplifica la quasi-bufala che corre ancora più veloce in tutto il web.
La firma in cima a questo articolo la metto io, e mi si scusi se non tengo le distanza questa volta: ma l'argomento mi è vicino per la biografia che mi appartiene e per aver partecipato attivamente a contestare ogni uscita contro la comunità omosessuale, anche contro le posizioni discutibili del consigliere Claudio Cia. Ma si contesta e si muove critica in modo puntuale anche per non passare dalla parte della schiera dei falsi diffusori di notizie, di quelli che la sparano per sentito dire, di quelli capaci di indignarsi solo a mezzo web.
Non basta condannare in quattro righe, non basta fare fuoco a scoppio ritardato tanto per ricordare che comunque l'omofobia dilaga ancora e ancora. Non è giusto nei confronti di quelli che contro queste posizioni sono intervenuti direttamente, quelli che in tutti i modi – figli e genitori, famiglie arcobaleno – si sono opposti perché toccati nella loro carne viva.
Perché nessuno ha telefonato al presidente di Arcigay Trentino? Perché non si è voluto andare in fondo e capire le ragioni di queste posizioni? Non risulta che qualcuno abbia chiamato nemmeno Claudio Cia che avrebbe detto certamente quel che pensa ma che quella mozione è cosa ormai passata, già discussa dentro il Comune e nella società. Una vicenda che ha visto una mobilitazione molto forte, un'indignazione (vera, in piazza) di tante donne e tanti uomini. Una mozione che è stata poi respinta anche grazie a chi si è fatto carico di contrastare per davvero questa tesi.
Per essere credibili si deve essere corretti. Dare in pasto al tritacarne dei commenti indignati un fatto vecchio spacciandolo per attuale fa perdere alla causa di coloro che lottano per i diritti credibilità, autorevolezza, e si passa per cialtroni che vedono l'omofobia in ogni dove, che costruiscono nemici tanto per poter lagnarsi un po'.
Non mancano argomenti nella cronaca di tutti i giorni. Non mancano parole odiose, azioni cattive, politici omofobi, preti che predicano male e razzolano peggio. Non mancano argomenti su cui scrivere un articolo, non mancano anche oggi i motivi per esercitare quel sentimento nobile che si chiama indignazione.
Non occorre raschiare il fondo di un barile che di feccia è già pieno fino all'orlo: sembra che oggi non succeda nulla e si debba andare indietro nel passato per dimostrare che l'omofobia fa male. E questo non è vero, non è giusto e giornalisticamente è anche un po' scorretto.