Nebbia fitta nel centro destra: il candidato sindaco non c'è ancora. Sul tavolo i nomi di Mirko Bisesti ed Eleonora Angeli, ma Fratelli d'Italia non ci sta
Se il centro sinistra punterà ancora su Franco Ianeselli per occupare lo scranno più importante di Palazzo Thun (e, a riguardo, non vi sono mai stati dubbi), dall'altra parte della barricata - al momento - le idee sono poche e ben confuse. E, soprattutto, ad oggi, non esiste un nome, che sia uno, condiviso dai partiti che compongono la maggioranza in Provincia. Anzi, a dirla tutta, non esiste nemmeno un nome che potrebbe piacere a più di un partito
TRENTO. "La nebbia agli irti colli piovigginando sale".
Il clima è ancora estivo, i rovesci sono sparuti e di lieve entità, ma la nebbia c'è, eccome e non perché ci si trovi in Pianura Padana. E non è nemmeno quella raccontata da Giosuè Carducci nell'immortale "San Martino", ma trattasi del clima che regna nella coalizione (ma si può veramente ancora chiamare tale?) di centro destra in vista delle elezioni comunali di Trento, in programma il 4 maggio 2025.
Se il centro sinistra punterà ancora su Franco Ianeselli per occupare lo scranno più importante di Palazzo Thun (e, a riguardo, non vi sono mai stati dubbi), dall'altra parte della barricata - al momento - le idee sono poche e ben confuse. E, soprattutto, ad oggi, non esiste un nome, che sia uno, condiviso dai partiti che compongono la maggioranza in Provincia. Anzi, a dirla tutta, non esiste nemmeno un nome che potrebbe piacere a più di un partito.
Tra piazza Dante e via Belenzani vi sono poche centinaia di metri di distanza ma, se si parla di politica, diventano anni luce. Se la Provincia è guidata da sei anni saldamente da Maurizio Fugatti, che nel 2018 sbaragliò la concorrenza sia di Tonini che del Governatore uscente Rossi e ad ottobre 2023 ha travolto il centro sinistra guidato da Valduga, in Comune a Trento non c'è praticamente mai stata partita. Mai, nella storia, non solamente nell'ultimo periodo.
Nel 2020 Ianeselli aveva stravinto con il 54,66% dei consensi, a fronte del 30,22% conquistato dall'allora candidato del centro destra Andrea Merler. Una sorta di "cappotto": già mesi prima delle elezioni il dubbio era "come" e "di quanto" avrebbe vinto l'attuale primo cittadino e non "di chi" sarebbe stato il successore di Alessandro Andreatta.
La situazione, ad oggi, a otto mesi dalla prossima consultazione elettorale è più o meno la medesima: Ianeselli è già in pista, con il supporto dichiarato dei partiti che già lo sostenevano quattro anni or sono, con la sola eccezione del Patt, che non sa letteralmente che pesci pigliare, visto che il partito degli autonomisti fa parte della maggioranza con il centro destra in consiglio provinciale ed è membro di governo in consiglio comunale con il centro sinistra.
Per il resto tutti quelli che "contano" sono compatti a sostenere la ricandidatura dell'ex sindacalista, che con il secondo mandato si preparerà probabilmente al "lancio" allo scalino superiore: leggasi Provinciali 2028.
Nebbia agli irti colli, invece, in casa centro destra: che la coalizione che governa la Provincia sia unita sulla carta ma non nei fatti è risaputo. Per conferme basta guardare cosa è accaduto pochi mesi fa a Rovereto, il secondo comune per importanza del Trentino: non c'è stata convergenza d'intenti nemmeno su di un candidato "extra partiti" e il risultato è che, al primo turno, la Lega, il Patt e la lista Spinelli hanno sostenuto Lui, mentre Fratelli d'Italia ha deciso di presentare un proprio candidato, Paolo Piccinni.
Il confronto è alle porte, ma che confronto può essere se tutti vorranno imporre un proprio candidato? La Lega sta puntando su Mirko Bisesti, ex segretario del partito ed ex assessore in provincia, Spinelli "spinge" invece per Eleonora Angeli, eletta in Consiglio Provinciale con la sua lista a supporto del presidente Fugatti, mentre Fratelli d'Italia fatica a trovare, all'interno delle proprie fila, qualcuno disposto a gettarsi "nel fuoco" in una battaglia elettorale dall'esito praticamente scontato.
Il partito di Giorgia Meloni, però, non è disposto a dire sì al candidato proposto da "altri" e, allora, il presidente provinciale Alessandro Iurlaro sta facendo i salti mortali per arrivare al tavolo con un nome credibile e spendibile, appartenente probabilmente alla cosiddetta "società civile". Ma, anche tale strada, è tutt'altro che semplice da battere, per il medesimo discorso di poc'anzi: la mission è praticamente impossible e il rischio di esporsi a brutte figure è più che concreto.
E il Patt? Il segretario Simone Marchiori è tra "due fuochi": da un lato non può "tradire" il presidente Fugatti (che gli ha assegnato un assessorato nonostante non sia stato eletto), dall'altro appoggiare il candidato del centro destra significherebbe essere certo di salire sul carro quanto meno "degli sfavoriti". Ecco, allora, che potrebbe prospettarsi un terzo scenario con il Patt che concorre con un proprio candidato sindaco, con zero speranze di essere eletto ma, in caso di ballottaggio (difficile), con la possibilità di essere a quel punto decisivo.
Fantapolitica? Forse sì, ma ad otto mesi dalle elezioni non avere ancora un candidato sindaco è, invece, semplicemente fantascienza.