La somma di Cles e Cavalese non raggiunge la soglia minima della deroga, punti nascita a rischio chiusura? "Numeri oggettivamente bassi ma non è l'unico criterio"
Nel 2023 il Trentino ha registrato un altro calo delle nascite, dati che vengono valutati dalla Provincia. L'assessore Mario Tonina: "Sono state messe in campo diverse politiche mirate ma i risultati non possono essere immediati". E la popolazione invecchia: "Lavoro a una strategia che guardi ai prossimi 20 anni"
TRENTO. Una natalità ancora in calo, l'invecchiamento della popolazione, la carenza di personale ormai strutturale e punti nascita che faticano a raggiungere la soglia della deroga. Non è un mistero che il sistema sanitario sia in fortissima sofferenza, numerose le difficoltà che si trascina da anni, criticità poi acuite da Covid. La pandemia ha messo sotto pressione i servizi e ha evidenziato le tante questioni da risolvere per permettere alla sanità di reggere.
Il 2023 è stato un altro anno di calo sul fronte della natalità. I dati si confermano in calo e, per il quarto anno consecutivo, il Trentino si è fermato sotto la soglia dei 4 mila nuovi nati. E' stato ritoccato in negativo il minimo storico a livello provinciale. Nascite giù del -6% rispetto agli ultimi 12 mesi, del -26% rispetto a circa 20 anni fa e del -23% rispetto al 2013. Si tocca il -30% in confronto all'apice del 2008 (Qui articolo).
"E' un dato oggettivo", commenta l'assessore Mario Tonina. "Nonostante negli scorsi anni non siano mancate le politiche mirate per fronteggiare un trend che è comunque nazionale". Tra le misure c'è quella varata, in via sperimentale nel 2023, dalla prima Giunta Fugatti per sostenere le famiglie con più di 2 figli. "Penso anche all'assegno di natalità, all'iniziativa Family friendly e alle altre iniziative per aiutare i nuclei familiari per realizzare i propri progetti di vita. I risultati non possono essere immediati ma comunque i numeri richiedono un'analisi per contrastare l'inverno demografico".
Numeri e dati di un tema centrale perché le conseguenze di questo trend sono numerosi e gravi tanto sul fronte sociale quanto su quello economico di un ricambio generazionale e di forze messo in fortissima discussione. E in questo contesto una riflessione forse la meritano anche i punti nascita aperti su deroga (se non addirittura su deroga della deroga come nel caso di Cavalese) rispetto al minimo di 500 parti all'anno. Un'analisi che riguarda la sostenibilità finanziaria, ma soprattutto la sicurezza.
La riapertura del punto nascite di Cavalese è stato un argomento delicato e un tema sul quale si è giocato molto della campagna elettorale che ha portato Fugatti e il centrodestra per la prima volta a governare il Trentino. La scelta fu tecnica ma l'aver affiancato il territorio con decisione pesò in termini elettorali. Sono state registrate nel 2023 nel polo sanitario della val di Fiemme 137 nascite mentre a Cles sono stati 282 i neonati, per un totale di 389 complessivi.
"Il primario Fabrizio Taddei ha spiegato che dal punto di vista tecnico non ci sarebbero le condizioni per tenere aperto", dice Tonina. "Ma la scelta è stata politica a fronte di determinate garanzie, la sicurezza delle partorienti in primis. Già oggi nei casi più complessi i medici suggeriscono di seguire il percorso agli ospedali di Trento e di Rovereto, poi ci sono le decisioni individuali di rivolgersi ai centri più grandi".
Sono in generale anni particolarmente difficili per la sanità trentina che in questa fase si trova a dover affrontare anche un altissimo afflusso di pazienti tra le corsie e il pronto soccorso. Tantissimi i trentini messi ko da Covid o dall'influenza. E gli incidenti sulle piste da
sci aumentano ulteriormente lo stress del sistema che deve poi gestire i "normali" codici. Una situazione complessa che ha indotto Provincia e Apss a ricavare altri posti letto nella struttura di San Vendemmiano a Castel Ivano (Qui articolo). Una rimodulazione permetterebbe inoltre di ricavare spazi in modo diverso. La riduzione delle nascite e numeri lontani dalle soglie minime mettono il servizio a rischio?
"Il tema non è attualmente in agenda e si è sempre lavorato per garantire il massimo degli standard", prosegue Tonina. "I punti nascite di Arco, Tione e Borgo Valsugana sono chiusi da anni e i numeri di Cavalese e di Cles sono bassi ma non si decide solo su questa base e si è puntato sull'esigenza di restituire un'opportunità a quei territori più distanti da Trento e da Rovereto. E' chiaro che se dovessero sorgere dei dubbi sulla deroga, la riflessione verrebbe affrontata con dati e una serie di informazioni come la difficoltà oggettiva del reperire il personale: ci si affida ai gettonisti con costi superiori ma questa è una scelta politica permessa dall'autonomia. A ogni modo l'approfondimento avverrebbe a livello di Giunta provinciale".
Poche nascite e l'allungamento dell'aspettativa di vita si ripercuotono anche sul modello della sanità trentina. "E' una dinamica che va affrontata con una visione di almeno 20 anni. Si invecchia e si invecchia bene, questo è noto. E' un aspetto positivo ma che impone di valutare e migliorare i servizi".
Recentemente la Provincia ha stanziato le risorse per mettere in sicurezza i bilanci delle Rsa e delle Apsp ma serve anche una strategia, per quanto possibile strutturale. "Nelle prossime settimane intendo proseguire il confronto con gli enti che gestiscono i servizi per comprendere se ci siano margini di miglioramento e quali possono essere le eventuali risposte", evidenzia Tonina. "Magari si possono trovare soluzioni che permettano di accompagnare la vecchiaia verso una casa di riposo in modo diverso. Ho avviato un'operazione ascolto per capire le richieste e per definire gli interventi, un'impostazione che può essere avviata a inizio legislatura per avere il tempo di sviluppare un piano di respiro più ampio".
Natalità, inverno demografico e progressivo invecchiamento della popolazione che sono stati indicati in Aula anche dal presidente Maurizio Fugatti come una priorità da affrontare. "La fotografia è complessa e trasversale. Un tema che va affrontato con la condivisione tra tutti gli assessorati per un approccio a 360 gradi", conclude Tonina.