I trentini non vogliono gli orsi? ''Sondaggio della Pat figlio del pesante e irrazionale clima di disinformazione. La possibilità di farsi male? E' remotissima''
Associazioni Io non ho paura del lupo APS, WWF Trentino ODV, ENPA del Trentino e LAV Trentino intervengono sul risultato emerso da un sondaggio della Provincia (di cui si sa solo tramite comunicato ufficiale della stessa provincia e la cui lettura può comunque essere meno drastica di quella fatta dalla stessa Pat e dai media locali) spiegando che si affronta sempre e solo il tema 'sicurezza' che è il più irrazionale di quelli proposti e i numeri parlano chiaro
TRENTO. ''I risultati di questo sondaggio sono figli del pesante e irrazionale clima di disinformazione che quotidianamente colpisce tutti noi cittadini trentini. Sono anni che noi abitanti del territorio siamo bersagliati da una mole di informazioni contrastanti e confuse su orso e grandi carnivori. Articoli, inchieste, dichiarazioni e sproloqui che fanno spesso leva sulle paure e che inevitabilmente hanno fatto crescere i timori nella popolazione residente''. Sono durissime le parole delle Associazioni Io non ho paura del lupo APS, WWF Trentino ODV, ENPA del Trentino e LAV Trentino rispetto al sondaggio sulla presenza dell’orso commissionato alla Doxa da parte della Provincia Autonoma di Trento.
Un sondaggio il cui risultato sia per la Provincia che per i media locali avrebbe decretato che i trentini sono contro gli orsi. In realtà a ben vedere i dati, come scritto ieri su ilDolomiti, se il 'fronte' dei 'no' che comprende quelli che pensano che la loro presenza sia 'per niente gradita' e quelli che dicono è 'poco gradita' si attesta al 73%, paragonandoli a quelli emersi nel 2011 quindi 3 anni prima che ci fosse il primo vero caso di aggressione da orso, quando gli orsi attestati in Trentino erano tra i 33 e i 36 esemplari si può notare che la crescita è stata solo di 11 punti percentuali (nel 2011 erano risultati 'contrari' il 62%). Non un plebiscito, quindi, se si pensa al tamtam mediatico che ogni giorno viene costruito su questi animali tra predazioni, incontri-scontri, manifestazioni di piazza con tanto di rappresentanti politici.
Un esempio facile facile per capire? Il 17 luglio tutti i giornali cartacei hanno aperto le loro prime pagine con la notizia dell'aggressione di un orso a un turista francese sopra Dro quando l'altra notizia, messa più in basso perché reputata, quindi, meno di 'richiamo' o importante, era quella di un uomo morto sul lavoro a Noriglio schiacciato da una parete su un cantiere. Lasciava tre figli, moglie e affetti ed era un incidente sul lavoro, quindi tematica tutta 'umana' che necessiterebbe della massima attenzione politica e sociale. Niente da fare, interessava di più un uomo ferito da un orso in montagna che un tema sul quale davvero si potrebbe incidere politicamente e mediaticamente (questa era invece la nostra apertura di giornale).
Per le associazioni però il sondaggio mette in evidenza un'altra falla del metodo di approccio al tema da parte della Provincia, tutto centrato sulla questione sicurezza. Un falso problema, come sottolineano le stesse associazioni visto che gli scontri in 25 anni di orsi in Trentino sono stati pochissimi, si contano sulle dita di una mano, si è registrata una vittima e ad oggi sono stati solo 6 gli orsi considerati 'pericolosi' e quindi rimossi su tutti quelli che si sono succeduti per oltre un ventennio (decine e decine sommando, quindi, tutti quelli morti e nati negli anni. Oggi si stimano un centinaio di esemplari presenti sul territorio, 98 il dato ufficiale contenuto nell'ultimo report Grandi Carnivori).
“Oggi quando si parla di orso il tema della sicurezza è l’unico ormai proposto dalla Provincia, eppure la possibilità di farsi male incontrando un orso resta talmente remota nella realtà che dovrebbe rimanere sì un tema importante, ma comunque marginale rispetto alla sicurezza negli ambienti naturali: basti pensare - spiegano le associazioni - che solo nel corso del 2023, in Italia 492 persone sono decedute in montagna, 45 nel solo Trentino, così come testimoniato dall’ultimo rapporto del Soccorso Alpino e Speleologico. Eppure qui si continua a far credere alle persone che il problema, anzi l’unico problema, sia l’orso, mirando ad alzare di continuo in maniera immotivata e irrazionale il livello della paura e del confronto fra supposti “cittadini / ambientalisti da salotto” che del vivere nell’ambiente non sanno nulla e "valligiani / abitanti dei boschi” che devono subire le scelte dei “cittadini”''.
Le Associazioni aggiungono: “Questo non vuol dire sminuire la potenziale pericolosità dell’orso in rare e definite occasioni, bensì responsabilizzare i frequentatori della montagna rispetto al rischio intrinseco di frequentare ambienti naturali, diversi dall’idea di “montagna sicura come un centro commerciale” che traspare dall’operato della Provincia e dai continui riferimenti alla “sicurezza” quando si parla di grandi carnivori. Su questo tema, come in qualunque attività sia lavorativa che ludica svolta in montagna, il pericolo zero non esiste e non esisterà mai. È giunta l’ora di dirlo chiaramente”.
Ed è infatti questa l'operazione verità che si dovrebbe cominciare finalmente a fare. Trattare l'orso alla stregua di un qualsiasi altro elemento naturale quindi con consapevolezza ma anche con rispetto. “In considerazione della massiccia disinformazione propinata quotidianamente a tutti noi abitanti del Trentino, è paradossalmente da interpretare come un successo il fatto che solo il 32% dei residenti consideri la presenza dei plantigradi “per niente gradita.” Inoltre è molto grave che ad oggi la Provincia non abbia reso pubblica la relazione accompagnatoria del sondaggio ricevuta dalla Doxa, che dovrebbe contenere anche i dati relativi al gradimento: questi sono rimasti fuori dal comunicato stampa ufficiale, che ha messo in evidenza solo paura e sicurezza/insicurezza. Dovremmo forse fare una richiesta di accesso agli atti per poter leggere un sondaggio pagato con i nostri soldi?”.