''Essere annessi amministrativamente alla vecchia 'Madre' dalla quale sono stati strappati 101 anni fa'', c'è ancora voglia di Südtirol nei Comuni di Souramont
A Livinallongo è stata reistituita la Commissione Referendaria dopo 10 anni di assenza per seguire l'iter politico e tecnico del referendum del 2007 con il quale i comuni di Cortina, Colle Santa Lucia e Livinallongo chiedevano il loro diritto ad essere riconosciuti Terra Sudtirolese ed essere aggregati alle Terre Ladine del Trentino Alto Adige
COL DI LANA. La nuova amministrazione comunale di Livinallongo del Col di Lana guidata da Oscar Nagler, insediatasi lo scorso giugno e che vede al suo interno una rilevante componente giovanile, sta già mettendo in atto alcune linee amministrative e politiche tra le quali si vede la proposta di delibera presentata dalla maggioranza, approvata durante il consiglio comunale del 15 luglio e rettificata il 6 agosto con la quale viene reistituita la Commissione Referendaria dopo ben 10 anni di assenza.
Questa commissione, composta da due membri del consiglio comunale, funge da collegamento tra l’amministrazione ed il comitato referendario che deve seguire la prosecuzione dell’iter politico e tecnico del Referendum del 2007 con il quale i tre Comuni di Souramont ossia Cortina d’Ampezzo, Colle Santa Lucia e Livinallongo dove si era distinta una percentuale che si attesta sulla quasi unanimità, chiedevano per l’ennesima volta che il loro diritto ad essere riconosciuti Terra Sudtirolese venisse tenuto in considerazione ed essere così aggregati di nuovo al resto delle Terre Ladine della Val Gardena ed Alta Badia che si trovano oggi in Trentino Alto Adige insieme alla Val di Fassa.
“La Delibera di ricostituzione della Commissione Referendaria rappresenta il primo gradino, il primo atto formale con cui la nuova Amministrazione Fodoma vuole sostenere in modo concreto la causa ladina del Referendum e del suo riconoscimento” fanno sapere dall’amministrazione comunale.
Per capire a fondo il perché del referendum, e della volontà tuttora viva di passare al Sudtirol, bisogna però fare un passo indietro ed andare a vedere nella storia cos’è successo in questi territori in particolare leggendo gli avvenimenti abbastanza rilevanti che hanno caratterizzato gli ultimi due secoli: il Tirolo, comprendente l’attuale Nordtirol, Osttirol, Sudtirol, Welschtirol e Haydn, appartenente prima al Sacro Romano Impero germanico venne nel 1813 accorpato all’Impero Austro Ungarico diventandone uno stato con capitale Innsbruck. Fu in questo periodo, a metà dell’ottocento, che si andò a delineare la grammatica ladina e la definizione dell’area dove le popolazioni retoromanze, che occupavano intorno all’anno mille queste aree alpine, avevano impresso una particolare lingua definita ladina.
Dopo la Prima Guerra Mondiale, nel 1918, il Nordtirol e l’Osttirol restarono Austria mentre il Sudtirol, con la Val Gardena, la Val Badia, il Fodom l’Haydn, Anpezo, e il Welschtirol con la Val di Fassa passarono all’Italia. Con l’avvento del ventennio le suddivisioni territoriali di queste zone vennero ulteriormente modificate infatti nel 1923 Fodom, Livinallongo e Colle Santa Lucia ed Anpezo, con decreto fascista furono separati amministrativamente dalla Ladinia storica con l’intento esplicito di indebolirne l’identità millenaria e favorire l’operazione di italianizzazione di questi territori dove l’appartenenza italiana non non era ancora così marcata. Finita la Seconda Guerra Mondiale vi fu più volte il tentativo da parte di queste popolazioni di ricongiungersi in un’unica area ma senza mai essere ascoltati.
Dall’amministrazione comunale fanno inoltre notare inoltre che “Il resto dei comuni della Provincia di Belluno che si sono dichiarati ladini alla fine del ventesimo secolo lo hanno fatto su spinta della Provincia di Belluno la quale, come ha dichiarato lo stesso ex-Presidente De Bona, spingeva per un riconoscimento della ladinità di circa la metà del territorio provinciale al fine di poter ottenere un trattamento autonomistico di favore simile a quello delle Regioni a statuto speciale confinanti, le quali giovano del loro attuale statuto grazie alle minoranze linguistiche che le popolano. Quindi, una volta che fu approvata la legge 482 del 1999 che consentiva a tutti i Comuni che lo avessero voluto di dichiararsi ladini senza un minimo di discernimento preventivo e di accedere ai relativi contributi, furono in molti a fiutare la convenienza di dichiararsi ladini e si auto-dichiararono tali” e proseguono affermando “alla luce di queste premesse, i tre comuni di Souramont non spingono tanto per la volontà di abbandonare la Regione del Veneto quanto per poter godere del sacro diritto dell’autodeterminazione dei popoli e quindi di poter di nuovo essere annessi amministrativamente alla vecchia “Madre” dalla quale sono stati strappati 101 anni fa e dalla quale deriva il loro modo di vivere, il loro modo di comportarsi ed il loro modo di pensare”.