Era illegittimo abbattere F36, la Lav: "Smascherata la politica ammazza-orsi del Trentino: sentenza storica". Failoni: "La sicurezza dei cittadini resta al primo posto"
I giudici del Consiglio di Stato ha dichiarato illegittimo l'ordine di abbattimento dell'orsa poi trovata morta in val Giudicarie. La Lav: "Sentenza storica". La Provincia non commenta: "Aspettiamo di leggere il provvedimento per decidere i prossimi passi ma la sicurezza dei trentini e dei nostri ospiti resta al primo posto"
TRENTO. "Il Consiglio di Stato ha smascherato la politica ammazza-orsi della Provincia di Trento", questo l'intervento della Lav mentre piazza Dante si riserva di leggere la sentenza: "Solo dopo potremo valutare le implicazioni e decidere i prossimi passi". Per i giudici di palazzo Spada l'ordine di abbattimento di F36 era illegittimo, un provvedimento che potrebbe in futuro cambiare le carte in tavola sui decreti e sulle ordinanze di rimozione di un esemplare disposto dal governatore del Trentino.
Il 7 settembre dell'anno scorso il presidente Maurizio Fugatti aveva firmato l'ordinanza per abbattere l'orsa, esemplare trovato poi morto pochi giorni dopo. Il Tar aveva inizialmente sospeso il provvedimento della Provincia (restava valida la possibilità di cattura) e successivamente aveva dichiarato l'improcedibilità dei ricorsi, visto che il plantigrado era ormai deceduto.
L'orsa F36 era stata, infatti, trovata morta il 27 settembre 2023 in val Bondone, sul territorio comunale di Sella Giudicarie. Citando i contenuti della richiesta di archiviazione indirizzata al Gip di Trento, la Lav aveva dichiarato che l'orsa era stata uccisa “da un colpo di arma da fuoco” (Qui Articolo).
Le associazioni animaliste e ambientaliste si erano, però, comunque appellate al Consiglio di Stato affinché “il più alto organo di giustizia amministrativa prendesse una posizione sulla legittimità costituzionale della politica portata avanti dall'amministrazione locale trentina sulla gestione di una specie importante come l'orso”.
Ora il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso perché il decreto della Provincia di Trento "non era rispettoso del principio di proporzionalità" precisando che "l'abbattimento rappresenta sempre l'extrema ratio da disporre solo quando altre soluzioni non sono in concreto praticabili”.
Con la sentenza è stato dimostrato "come Fugatti sia giunto addirittura a forzare l'interpretazione dei comportamenti di difesa dell'orsa con l'obiettivo di poterli piegare alla sua volontà per affermare che fosse pericolosa e quindi da uccidere", commenta Massimo Vitturi, responsabile Lav, Animali Selvatici. "Questa sentenza, con il suo richiamo al principio di proporzionalità per cui si devono valutare soluzioni alternative prima di condannare a morte un orso e con il suo chiaro riferimento all'articolo 9 della Costituzione che impone la tutela degli animali selvatici, rappresenta una pietra miliare che d'ora in poi dovrà diventare riferimento per favorire la convivenza pacifica con gli orsi in Provincia di Trento".
Per ora la Provincia di Trento preferisce non commentare. "Dobbiamo prima leggere attentamente la sentenza per capire tutti gli aspetti. Solo dopo potremo valutare le implicazioni e decidere i prossimi passi", le parole a il Dolomiti dell'assessore Roberto Failoni. "In ogni caso al primo posto rimane la sicurezza dei cittadini trentini e dei nostri ospiti".