Diga del Vanoi, ora si parla di bacino per evitare le alluvioni e non più per l'agricoltura? ''Il no resta identico. Le comunità locali non lo vogliono''
All'incontro pubblico andato in onda online la Provincia di Belluno ha partecipato ancora una volta con il consigliere delegato alla difesa del suolo Massimo Bortoluzzi: ''Non vorrei che si cercasse di bypassare il no unanime del territorio con motivazioni di sicurezza idraulica. Motivazioni che non trovano sponde, dato che per questo scopo c’è il lago del Corlo, per il quale con lungimiranza la Regione Veneto si è già attivata per l’adeguamento dello scarico di fondo''
BELLUNO. Va ascoltato il territorio e non basta cambiare 'scopo' all'opera, bisogna semplicemente prendere atto del fatto che le comunità che dovrebbero andare ad ospitarla non la vogliono. Questa la posizione ribadita oggi dalla Provincia di Belluno in merito alla diga del Vanoi. Una contrarietà che verrà replicata in qualsiasi contesto e che è stata ribadita anche nell'ultima tappa del dibattito pubblico, online. ''Fino a qualche tempo fa i progettisti parlavano di scopo irriguo come scopo prioritario - dichiara il consigliere delegato alla difesa del suolo Massimo Bortoluzzi -. Adesso invece mettono in primo piano l’obiettivo di sicurezza idraulica in pianura, di fatto pensando al Vanoi come a un bacino di laminazione''. Ma cambia poco: a non volerlo sono prima di tutto le comunità che dovrebbero 'ospitarla' da quelle del Trentino a quelle del Bellunese.
Il consigliere Bortoluzzi, affiancato dalla struttura tecnica di Palazzo Piloni, aveva già partecipato alle tappe precedenti (sia quella online di apertura del dibattito, sia quelle di Canal San Bovo e Cittadella). E ieri ha ribadito la richiesta avanzata ufficialmente dalla Provincia di allungare il dibattito pubblico con una tappa in presenza anche sul territorio bellunese. ''Territorio che in caso di danni all’invaso, qualora venisse realizzata la diga, pagherebbe tutte le conseguenze, tra Fonzaso, Lamon e Arsiè''.
''A maggior ragione - ha aggiunto - è fondamentale che il territorio, finora inascoltato, abbia la possibilità di intervenire nel dibattito pubblico con un incontro in presenza, magari nel Feltrino''. Il consigliere poi ha chiesto ai progettisti lumi riguardo il cambio di prospettiva. ''Fino a pochi mesi fa si parlava di una diga che aveva lo scopo precipuo di immagazzinare acqua a monte per darla all’agricoltura di pianura, assetata dalle ricorrenti siccità. Adesso invece pare diventato principale lo scopo di prevenzione delle alluvioni, con un bacino di laminazione''.
''Non vorrei - ha detto il consigliere Bortoluzzi - che si cercasse di bypassare il no unanime del territorio con motivazioni di sicurezza idraulica. Motivazioni che non trovano sponde, dato che per questo scopo c’è il lago del Corlo, per il quale con lungimiranza la Regione Veneto si è già attivata per l’adeguamento dello scarico di fondo''.