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Diga del Vanoi, Masolo: ''E' un Titanic in montagna senza scialuppe in pianura''

Europa Verde si batte contro l'infrastruttura che ha contrari tutti i territori coinvolti nell'opera dal Trentino al Veneto. La vuole solo la Giunta Zaia che ha rimesso al centro del dibattito politico l'annosa questione. A Lamon una tavola rotonda: ''I soggetti di competenza hanno mai realmente preso in considerazione quei milioni di metri cubi recuperabili dallo sghiaiamento di Serra, Corlo e Senaiga?''

Di L.P. - 05 settembre 2024 - 17:00

VENEZIA. Non la vuole nessuno, spaventa tutti, se ne parla da decenni eppure la Diga del Vanoi è tornata prepotentemente sull'agenda della politica veneta (con Zaia e il governo che la vogliono realizzare mentre dalla provincia di Belluno alle amministrazioni comunali sono tutti contrari) e trentina (totalmente contraria). 

 

Chi si oppone strenuamente è Europa Verde che ha organizzato a Lamon (al centro Amo ore 20.30 sabato 7 settembre) una tavola rotonda dal titolo "Diga del Vanoi: il Veneto non ne ha bisogno" che, appunto, ha l'obiettivo di fare il punto sulla contestata opera idraulica e sulle strategie tra politica e comitati per fermare il progetto del mega invaso. Ad aprire i lavori sarà l'eurodeputata Cristina Guarda che spiega: ''Abbiamo combattuto sul territorio e in Regione: il primo round lo hanno vinto l'ottusità e gli interessi di chi sa solo usare ruspa e cemento. Ma la verità è come l'acqua e da Strasburgo troveremo la via per fermare lo scempio da 150 milioni di euro che chiamano diga ma che si legge partito del calcestruzzo" .

Al fianco di Cristina Guarda ci sarà il consigliere regionale subentrante di Europa Verde Renzo Masolo che porta avanti la battaglia del partito in Consiglio regionale che dichiara: ''E' un Titanic in montagna senza scialuppe in pianura''. ''In primis, i cittadini non vogliono questa diga. Lo stanno dicendo in tutti i modi, ma quasi nessuno li ascolta. Anzi, nemmeno le osservazioni raccolte durante i dibattiti pubblici sullo studio preliminare del Vanoi risultano essere vincolanti per il Consorzio promotore della Diga. Probabilmente la sindrome del Ponte sullo stretto di Messina è contagiosa a tal punto da fornire aprioristicamente l’avanti tutta, senza prestare attenzione alle vere questioni di fondo e alle ricadute, a opere invise al territorio''.

 

''Poi - prosegue Masolo - seppure una rondine non faccia primavera, le recenti dichiarazioni dell’assessore regionale Bottacin lasciano intuire l’insinuarsi di molti dubbi rispetto alla necessità di quest’opera anche all’interno della Regione, mentre nel Trentino l’opposizione politica non è mai mancata, nemmeno nel centrodestra. Infine, se le simulazioni condotte avanzano l’ipotesi di inondazioni stile Vajont in caso di eventi tragici, ci si trincera dietro al progresso ingegneristico per fare spallucce. Ma se invece di raccontarci i prodigi di questa diga, in questo tour pro-Vanoi, si fornissero dati certi sui benefici di opere alternative e meno impattanti nel contrasto alla crisi idrica, non si agirebbe nel solco di quel diritto ad essere informati sul quale si reggerebbe una scelta consapevole? I soggetti di competenza hanno mai realmente preso in considerazione quei milioni di metri cubi recuperabili dallo sghiaiamento di Serra, Corlo e Senaiga? Della diga del Vanoi possiamo fare a meno, lo ha ribadito in questi giorni anche la Provincia di Trento che, dopo la diffida inviata, ha espresso la volontà di procedere ad azioni legali se si dovesse proseguire col progetto”.

 

 

A organizzare l'incontro di Lamon anche Daniele Cubert e Michele Facen del locale Comitato per la difesa del torrente Vanoi . Durante l'incontro Giustino Mezzzalira, esperto forestale ambientale tratteggerà i contorni della situazione attuale e dell'impatto prevedibile dell'opera idraulica su tutta l'area. 

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