Indennità ai consiglieri, Degasperi: ''Il centrodestra doveva portare il cambiamento, peggio del centrosinistra''. Critiche a Svp e Lega anche da Pd e Fratelli d'Italia
Il tema dell'aumento delle indennità era già emerso a fine dell'anno scorso. Le reazioni di Onda civica, Partito democratico e Fratelli d'Italia. Contestato anche il periodo di questo aumento caratterizzato dalla crisi innescata da Covid
TRENTO. "Il centrodestra doveva portare il cambiamento e invece si conferma come il centrosinistra, anzi se possibile sono riusciti a peggiorare tutto". Questo il commento di Filippo Degasperi (Onda civica). "La pantomima dell'aumento Istat delle indennità dei consiglieri è la dimostrazione più evidente dell'assoluta continuità nel considerare i politici una classe a parte".
In consiglio regionale è stato sbloccato l'adeguamento dell'indice Istat stabilito con una legge nel 2012 quando era stato fissato il limite delle indennità. Questa norma prevedeva una rivalutazione annuale che però non è stata applicata e che era stata poi osteggiata dalle opposizione anche a fronte della situazione economica in cui vivono molte famiglie causa emergenza Covid.
"E' stato il centrosinistra a prevedere l'adeguamento annuale automatico. E' stato il centrosinistra a confermare gli aumenti nei successivi 4 anni di governo. Poi sono arrivati quelli che dovevano cambiare tutto. Noi abbiamo provato - aggiunge Degasperi - in ogni manovra di bilancio con gli emendamenti a sopprimere l'automatismo: provvedimenti che sono stati regolarmente bocciati nonostante le finte lagne di Paccher che piangeva lacrime di coccodrillo quando spiegava a trentini e altoatesini di non poter far altro che accantonare gli incrementi. Ci abbiamo provato anche con un disegno di legge. Arrivato in Commissione ha percorso tutti i passaggi, audizioni incluse per poi arenarsi per volere del centrodestra del cambiamento".
Mercoledì, però, durante la discussione sulla manovra di assestamento del bilancio regionale, con un emendamento presentato da Josef Noggler, sostenuto da Svp e Lega, si è deciso di sbloccare l'adeguamento fermo da inizio legislatura e con in corso un ddl per abolirlo: via libera in sostanza alla liquidazione degli arretrati di 8 anni e rivalutazione sbloccata, quest'ultimo potrebbe portare fino a quasi 600 euro in più al mese allo stipendio di 9.800 euro lordi mensili (Qui articolo).
All'epoca il presidente del Consiglio regionale, Roberto Paccher, era intervenuto per spiegare che l'indennità era stata bloccata, tanto che anche il deputato e commissario leghista Sergio Binelli aveva scritto un post "Grazie Roberto Paccher. Ora i chiacchieroni chiedano scusa".
I pagamenti erano stati bloccati, ma non la legge e così mercoledì la partita si è risolta nella votazione. In Aula Paccher ha difeso il provvedimento "che mette fine a questa situazione e congela l'aumento delle indennità. Una sospensione avrebbe portato a un ulteriore accumulo fino a quando sarà approvata una legge migliorativa. Nulla vieta automatismi diversi ma dal 22 maggio fino a fine legislatura non saranno adeguate all'Istat per la parte restante. Stop all'adeguamento automatico".
Il meccanismo viene in effetti rivisto, si si applica una cadenza quinquennale della rivalutazione, quindi fino alla fine di questa legislatura non dovrebbero esserci altri scatti. "A decorrere dalla XVII legislatura, l'indennità consiliare lorda, rivalutata fino all'entrata in vigore della presente disposizione, è rivalutata automaticamente con effetto dalla data d'inizio di ogni legislatura sulla base della media aritmetica degli indici Istat dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati nei comuni di Trento e Bolzano nel periodo della legislatura trascorsa". Si guarda comunque all'Istat locale, più alta rispetto a quella nazionale.
Interviene anche il Partito democratico. "La maggioranza regionale - commenta la capigruppo Sara Ferrari - ha approvato l’adeguamento al rialzo delle indennità dei consiglieri provinciali. Per non farsi mancare nulla, la maggioranza ha pure chiesto e ottenuto il voto segreto, come se si stesse votando qualcosa di riservato e non l’utilizzo di risorse pubbliche. Il tema era sul tavolo della commissione istituzionale del Consiglio regionale da mesi, senza che la maggioranza riuscisse a produrre una proposta su cosa fare degli arretrati dell’indicizzazione Istat dovuti ai consiglieri, che erano stati bloccati dai consiglieri stessi negli anni precedenti, per evitare l’automatismo della rivalutazione".
Il Gruppo del Pd si è fortemente opposto e ha condannato questa operazione nel metodo e nel merito. "Abbiamo chiesto di votare con voto palese, perché non c’era nulla da nascondere; abbiamo dichiarato e votato contrario; a un certo punto, visto che con il voto segreto non sempre i numeri tornavano, abbiamo scelto di non partecipare alla votazione. Gli arretrati non dovevano per forza essere liquidati, ma il Consiglio avrebbe potuto condividere il loro trasferimento in un fondo per l’emergenza economica o sociale; evidenziato anche che la rivalutazione non deve più essere automatica ma che avrebbe potuto essere agganciata al rinnovo dei contratti pubblici; inoltre impedire ai beneficiari di rinunciare a questi soldi è lesivo della libertà del Consigliere di rifiutare questi aumenti".
Viene contestato anche il periodo di questo aumento caratterizzato dalla crisi innescata da Covid. "Larghe fette della popolazione - prosegue Ferrari - rischiano di perdere il lavoro e i dati sulla povertà continuano a crescere, ma la Lega decide di aumentare gli stipendi. E per chiudere in bellezza si affretta a scrivere un post paradossale dal titolo 'Stop all’aumento delle indennità' sulla propria pagina facebook".
Contraria anche Fratelli d'Italia. "La proposta alla maggioranza era quella di ritirare senza discussione la richiesta di adeguamento automatico delle indennità a inizio della legislatura evitando però anche di cedere il pallino della decisione discrezionale a chi verrà un domani. C’era e c’è bisogno di chiudere questa indecorosa autovalutazione sulle proprie indennità agganciandole una volta per tutte ai contratti di lavoro dei dipendenti della Regione. Solo qualora rinnovati alla loro scadenza e solo per il massimo dell’indice di rivalutazione Ipca riconosciuto ai lavoratori potrebbe essere un domani applicabile una rivalutazione per i consiglieri, trattati alla pari dei dipendenti dell’ente regionale. Nessuna via preferenziale".