Turismo, mentre l'assessore pensa a cambiare le Apt, sono loro a pianificare il futuro del comparto. Rossi: ''Si faccia fronte comune con l'Alto Adige''
Mentre Piazza Dante si lamenta le parti più brillanti sembrano essere i privati e le Aziende per il turismo che si organizzano (nonostante l'incertezza sui finanziamenti e tagli in vista), si confrontano con gli operatori e cercano di trovare nuove vie per le vacanza ai tempi del coronavirus. Dalla val di Sole alla Valsugana, da Rovereto e Vallagarina alla Paganella e la val di Non, un po' tutti gli ambiti si muovono. Ghezzi: ''Failoni preferisce essere il campione della polemica anti-sindacale''

TRENTO. Le frontiere nell'Unione europea potrebbero riaprire il 3 giugno e quindi anche il traffico aereo. A questo lavora il governo per rilanciare il turismo, un settore pesantissimo tanto per l'Italia, quanto soprattutto per il Trentino. E si può così iniziare a pianificare l'uscita dal lockdown per un comparto che vale intorno al 15% del Pil provinciale e si spinge fino al 20% se si considera l'indotto.
"Penso alle nostre strutture principalmente a conduzione familiare - commenta l'ex governatore Ugo Rossi - al nostro senso di ospitalità e all'outdoor. Ma sono diverse le carte da giocare rispetto a tante altre tipologie di motivazioni di vacanza. L'aria aperta, la purezza e l'ambiente si conciliano con il distanziamento sociale, che diventa quasi naturale. E' possibile garantire e infondere sicurezza all'ospite, i punti di forza sono molti".
Un turismo che vive un momento difficilissimo e tre mesi completamente cancellati: l'Alto Adige stima una perdita prossima al miliardo di fatturato, qualcosa meno per il Trentino ma si preferisce proporre una riforma preparata pre-Covid-19 (Qui articolo).
Una Provincia di Bolzano che appare più avanti nella road map per cercare di salvare la stagione estiva. Qui piazza Dante si lamenta (Qui articolo), mentre sembra che le parti più brillanti siano i privati (Qui articolo) e le Aziende per il turismo che si organizzano (nonostante l'incertezza sui finanziamenti e tagli in vista), si confrontano con gli operatori e cercano di trovare nuove vie per le vacanza ai tempi del coronavirus. Dalla val di Sole (Qui articolo) alla Valsugana (Qui articolo), da Rovereto e Vallagarina (Qui articolo) alla Paganella (Qui articolo) e la val di Non (Qui articolo), un po' tutti gli ambiti si muovono, forti di canali, fidelizzazione e fiducia con turisti e tessuto imprenditoriale costruiti nel tempo, che ora rischiano di essere messi in discussione e stravolti da una incombente riforma sul turismo (Qui articolo), che potrebbe mettere a rischio anche qualche posto di lavoro.
"Serve un fronte comune con l'Alto Adige per un investimento importante - dice Rossi - ma anche un messaggio comune a livello Trentino, un messaggio che poi deve anche declinarsi e differenziarsi per valorizzare l'identità, la tradizione e la storia di un territorio. Intanto noi passeremo il tempo a discutere della confezione, l'assessore ha deciso di portare avanti la riforma sul turismo. Dobbiamo lavorare se l'Apt Rovereto e Vallagarina deve essere l'undicesima Apt o se si deve fondere. Un settore che deve ripartire subito e non può trovare nuovi meccanismi per adattarsi a un cambiamento che richiede la necessità di trovare meccanismi e automatismi".
Sono diverse le ragioni di opportunità che porterebbero a sospendere l'iter. A cominciare dai criteri, quali contabilità separata e un bilancio superiore a 5 milioni negli ultimi tre anni e dimensione minima di 1 milione di presenze turistiche annue. Questo quando il settore è completamente fermo. Una riforma tracciata prima dell'emergenza coronavirus e la conseguente crisi economia e sociale (Qui articolo).
Sono 4 le aree delle Agenzie territoriali e 10 gli ambiti. Si parte da "Dolomiti" per gli ambiti "Val di Fassa", "Val di Fiemme e Val di Cembra" e "San Martino di Castrozza Primiero e Vanoi"; "Dolomiti Brenta" per "Val di Sole e Val di Non", "Madonna di Campiglio, Pinzolo, Val Rendena, Giudicarie Centrali e Valle del Chiese", "Altopiano della Paganella e Piana della Rotaliana". Spazio a "Garda Trentino" per un maxi ambito "Garda Trentino, Giudicarie Esteriori-Terme di Comano e Valle di Ledro", quindi "Città Laghi Altipiani" per "Trento, Monte Bondone, Valle dei Laghi, Altopiano di Pinè e Valle dei Mocheni", "Altipiani Cimbri e Vigolana" e "Valsugana Tesino". Resta da definire l’ambito "Rovereto Vallagarina". Contraddittorio che si vogliano superare i confini e poi vengano istituite aree territoriali che dividono le Dolomiti, per esempio, si blocchino le fusioni dal basso (come Comuni e Casse rurali) e poi dall'alto si calino quelle sulle Apt.
"E' bizzarro - dice Paolo Ghezzi, consigliere provinciale di Futura - che si porti avanti una riforma del turismo quando probabilmente c'è bisogno di una vera e propria rivoluzione. Non mi sembra che la condivisione fosse massima prima del coronavirus, adesso le priorità dovrebbero essere altre. A questo si aggiunge che il testo è stato pensato in un momento completamente diverso, buonsenso vorrebbe che si fermasse tutto per ripensare al settore, anche in tempi brevi. Gli spazi hanno un ruolo nuovo, sono tanti gli aspetti da valutare".
Dimentichiamo un Paese da far ripartire, cassa integrazione e calo della capacità di spesa, ferie già in larga parte consumate e le regole (e costi) per garantire la sicurezza, difficilmente si rinuncia alle vacanze. Tra le tante incertezze, c'è una incognita: il "lockdown psicologico", la paura dei cittadini a spostarsi. Un fronte sul quale lavorare.
L'offerta, quindi, va ripensata e tanto si gioca anche sul mercato trentino e altoatesino, il turismo di prossimità a "chilometro zero", Il livello istituzionale dovrebbe concentrarsi per scongiurare l'inevitabile competizione tra sistemi regionali e locali, ma anche qualitativamente discriminanti, come spiegare che se non si raggiunge il milione di presenze si vale poco, senza considerare l'equilibrio tra quantità e qualità, soprattutto delle politiche tariffarie nei diversi territori. Quasi vitale che le Agenzie territoriali virino sul prodotto, come richiesto anche da Asat, e magari si dovrebbe valutare il senso della tassa di soggiorno ai tempi del coronavirus.
Se mantenere l'imposta (e forse alzarla) può avere una ragione, magari l'assessore-albergatore dovrebbe ragionare invece sull'esenzione per un residente trentino o un altoatesino (in questo momento le esenzioni riguardano i sanitari sul territorio per lavoro, forze dell'ordine e protezione civile) che scelgono di trascorrere le vacanze sul territorio e che già versano le tasse e alimentano il sistema.
"L'assessore invece - conclude Ghezzi - preferisce diventare il campione della polemica anti-sindacale quando il turismo è settore labour intensive che avrebbe massimamente bisogno di dialogo con i rappresentanti dei lavoratori per preparare la ripartenza".