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Supermercati chiusi la domenica, Fugatti sa che è incostituzionale ma va avanti lo stesso. Il Comune di Trento si oppone: ''Serve legge nazionale''

Il presidente ha spiegato che sa che il ddl rischia di essere bocciato dalla Corte costituzionale ma ha aggiunto che tanto la decisione non sarà immediata e poi l'intenzione è quella di porre un tema (se tutte le amministrazioni facessero così salterebbero leggi e regole). Failoni: ''Approveremo la legge entro il 2 luglio''. Stanchina: ''Oltre alle criticità giuridiche ci sono quelle politiche sul piano economico del tessuto provinciale. Così si favorirà lo spostamento dell'utenza nelle province limitrofe''

Di Luca Pianesi - 25 giugno 2020 - 19:27

TRENTO. Come prendere in giro i propri cittadini vendendogli ''fumo'' come fosse arrosto? La Giunta Fugatti ha da insegnare in questo senso, forse anche un po' inconsapevolmente, chissà. Sicuramente il tema dei supermercati chiusi la domenica è un esempio perfetto di questo comportamento, per nulla istituzionale e in tutto e per tutto propagandistico e la conferma è arrivata anche dallo stesso Fugatti oggi in conferenza stampa: ''Sappiamo che si tratta di un Ddl borderline non siamo una giunta che non conosce le prerogative dello Stato. Noi con il nostro comportamento vogliamo porre un tema, un tema politico consci che potrà essere impugnato ma il ricorso alla Corte non darà il proprio esito nel giro di qualche settimana''.

 

Insomma le istituzioni del Trentino sanno già (come era ovvio che fosse e come raccontavamo qualche giorno fa) che il loro ddl è incostituzionale e sarà bocciato, come accaduto in passato per proposte simili, dalla Corte costituzionale ma nonostante ciò hanno deciso di andare avanti lo stesso tanto tale decisione arriverà non in tempi immediati (e comunque la colpa, a quel punto, sarà di Roma). Interessante sarebbe se ogni amministrazione locale, per ogni argomento che intende forzare, agisse come fa il presidente Fugatti: salterebbe lo Stato, salterebbe ogni principio istituzionale, salterebbe ogni concetto di rispetto della legge e delle regole. Ma tant'è. Anzi l'assessore provinciale Failoni in conferenza ha addirittura detto a quelli del Sait di ''stare sereni. Perché i comuni turistici li conosco benissimo. Ci impegniamo ad approvare la legge il 2 luglio (casualmente dal 5 tornerà tutto aperto la domenica in Alto Adige così i trentini potranno andare lì nel weekend ndr). Bisogna avere il coraggio di portare avanti le cose''.

 

Intanto una nota di realismo arriva dall'assessore al commercio del capoluogo Roberto Stanchina che ha scritto sia a Failoni che a Fugatti chiarendo che ci sono troppe criticità nel percorso da loro intrapreso che, va detto, è appoggiato dai sindacati mentre osteggiato da tutte le categorie economiche perché è evidente che si perderanno posti di lavoro, fatturato e si andrà a ledere i principi della libertà di commercio anche all'interno del territorio, favorendo i negozi delle località turistiche (che rimarranno aperti) e penalizzando gli altri (come quelli delle città di Trento e Rovereto). 

 

''Alla luce di quanto sopra - scrive Stanchina - appaiono di immediata evidenza le criticità giuridiche che la proposta di legge finalizzata a ripristinare le chiusure domenicali e festive comporterà, con il conseguente e inevitabile contenzioso in sede giurisdizionale. Ma oltre a questi profili tecnici, non paiono di minore rilievo le conseguenze politiche sul piano economico del tessuto provinciale. Se la scelta di tornare a una regolamentazione degli orari di apertura degli esercizi commerciali abbracciata anche da altri Stati europei come Francia e Germania, può essere condivisibile per garantire maggiore tutela ai lavoratori del settore, non si può ignorare il fatto che la stessa, per essere apprezzabile debba essere il frutto di una scelta del legislatore nazionale e che la sua applicazione sia uniforme e omogenea in tutto il territorio nazionale''.

 

''Quella che pare essere una decisione volta a garantire la concorrenza - continua l'assessore al commercio di Trento - nello specifico contesto territoriale non farà altro che favorire lo spostamento dell'utenza nelle province limitrofe ove non vi sono limiti alla regolamentazione delle aperture causando un notevole ammanco di indotto agli esercizi commerciali trentini nonché a tutti i servizi che ad essi vi sono collegati anche indirettamente. Mi auguro, infine, facendomi portavoce di un percorso fin qui faticosamente impostato, sentiti anche i molti operatori della città che ho l'onore di rappresentare assieme alle categorie economiche, che Trento finalmente abbia il concreto e doveroso riconoscimento di essere inserita a pieno titolo tra i territori turistici, così da definire una volta per tutte, anche il ruolo di città capoluogo con il pregio e il difficile compito di potersi fregiare, finalmente della dicitura Trento città turistica''.

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