Coronavirus, Fugatti dice che il Trentino non curerà chi non rispetta le regole, i medici replicano citando il codice deontologico
Il presidente dell'Ordine dei medici, Marco Ioppi, rispedisce al mittente le parole del presidente della Provincia, Maurizio Fugatti, che ha minacciato di non curare i turisti presenti sul territorio provinciale in emergenza coronavirus. E se il governatore dell'Alto Adige, Arno Kompatscher, ha fatto un discorso che può apparire simile, non si è spinto a "sospendere la costituzione" e dire che gli italiani irregolari non verrebbero curati
TRENTO. "Il codice, in armonia con i principi etici di umanità e solidarietà e civili di sussidiarietà, impegna il medico nella tutela della salute individuale e collettiva vigilando sulla dignità, sul decoro, sull'indipendenza e sulla qualità della professione". E ancora "I doveri del medico sono la tutela della vita, della salute psico-fisica, il trattamento del dolore e il sollievo della sofferenza, nel rispetto della libertà e della dignità della persona, senza discriminazione alcuna, quali che siano le condizioni istituzionali o sociali nelle quali opera".
Sono il comma 2 dell'articolo 1 e il comma 1 dell'articolo 3 del codice di deontologia medica. Così il presidente dell'Ordine dei medici, Marco Ioppi, rispedisce al mittente le parole del presidente della Provincia, Maurizio Fugatti, che ha minacciato di non curare i turisti presenti sul territorio provinciale in emergenza coronavirus (Qui articolo). E se il governatore dell'Alto Adige, Arno Kompatscher, ha fatto un discorso che può apparire simile (Qui articolo), non si è spinto a "sospendere la costituzione" e dire che gli italiani irregolari non verrebbero curati.
Giusto invitare le persone che si trovano qui a ritornare a casa loro, importantissimo che chi è qui in seconde case torni nel suo comune di residenza e fondamentale che le regole vengano rispettate. Tra invitare, ordinare, intimare a nostri connazionali di tornare a casa loro, cosa più che legittima e giusta da chiedere (d'altronde noi criticavamo il sistema trentino anche cinque giorni fa quando creava i ''pacchetti vacanza'' perché le scuole erano chiuse e faceva girare a pieno regime gli impianti sciistici), scoprirli, punirli e sanzionarli è ancora più corretto, ma dir loro (anche solo per spaventarli) che in caso di malattia non verranno curati c'è di mezzo l'umanità.
"La mia ordinanza in merito ai non residenti (e comunque non presenti sul territorio per motivi di lavoro) è da intendersi come forte raccomandazione nell'interesse primario delle persone stesse che in questo territorio non hanno né medico di fiducia né (per i figli) pediatra, cosicché non si riescono a garantire i vari livelli di assistenza previsti dal sistema", aveva puntualizzato Kompatscher, "Il rischio è che queste persone in caso di necessità si debbano rivolgere direttamente alle strutture centrali, cosa che anche secondo le raccomandazioni a livello nazionale deve essere assolutamente evitata. Il problema di non potere garantire un'assistenza adeguata in queste situazioni è stato più volte sollevato nelle videoconferenze con il governo centrale anche dai colleghi di Toscana, Liguria, Piemonte e Valle d'Aosta".
E se l'intento di Fugatti era quello di ripercorrere il percorso di Kompatscher, le parole sono uscite decisamente male, un'uscita che appare ancora più non adeguata, soprattutto se arriva da un presidente di Provincia per un discorso che avrebbe potuto e dovuto preparare meglio. Diversamente sembra tanta propaganda: un presidente che ammette che non è costituzionale. Minaccia quindi senza una base giuridica e senza i dati perché ammette anche di non sapere i numeri del fenomeno: dieci o duemila persone fanno la differenza.
Intanto lancia avvertimenti ai turisti e governa (parte di) un'emergenza senza però avere i dati, se non probabilmente quelli dei "trend topic" che indicano come sui motori di ricerca "quanti posti letto ci sono negli ospedali" sia tra le più gettonate. Un discorso che ai cittadini (non tutti) piace, ai medici fortunatamente meno.
I sistemi sanitari sono evidentemente sotto pressione e la preoccupazione è quella di non poter garantire gli adeguati livelli di assistenza, ma minacciare di non prendere in carico un eventuale paziente è grave, soprattutto per un Trentino che affonda le radici (anche) nella solidarietà. Un'unità oggi necessaria più che mai per fronteggiare la pandemia.