Bufera Report sulla Giunta per la gestione dell'emergenza sanitaria. Degasperi: “C'è chi non nasce per fare l'assessora”
Dopo il servizio di Report sulla gestione dell'emergenza sanitaria da parte della Provincia di Trento, si attende di capire quali possano essere le conseguenze sulla Giunta. Al centro della bufera, in particolare, vi sono l'assessora Segnana e il suo collega Roberto Failoni, responsabili con gli assessorati di cui sono a capo di scelte che hanno portato il Trentino ad essere tra i territori più colpiti dalla pandemia. Degasperi: "Da ieri l'Italia e qualche trentino in più si sono accorti che c'è chi non nasce per fare l'assessora"
TRENTO. C'è una discrepanza che non passa inosservata nei due servizi televisivi che sulle emittenti nazionali, lunedì 8 giugno, hanno parlato della Provincia di Trento. Se infatti la mattina il presidente Maurizio Fugatti e l'assessore all'Istruzione Mirko Bisesti cercavano di capitalizzare mediaticamente l'apertura dell'unica scuola dell'infanzia trentina, presentando al Paese l'avvio di un servizio per le famiglie come un vanto della gestione del Covid da parte della Giunta leghista (coinvolgente 10 bambini), è bastata la prima serata per cancellare lo spot elettorale.
Passando dalla programmazione mattiniera di Mediaset all'inchiesta di prima serata di Report, su Rai 3, i toni sono decisamente cambiati, così come l'immagine data della nostra Provincia al pubblico nazionale. E se dunque una piccolezza – in termini numerici, per lo meno – come la scuola di Novaledo che riapriva ai bambini veniva presentata tra squilli di trombe, ben più rumoroso ha finito per essere il pesante silenzio che ha avvolto la Giunta e i consiglieri di maggioranza riguardo al servizio sulla gestione della crisi sanitaria in Trentino, tra accuse di incompetenza, presunti conflitti di interesse e scelte disastrose.
Al centro delle polemiche, più che altri, vi sono l'assessore al Turismo Roberto Failoni e l'assessora alla Salute Stefania Segnana, quest'ultima non apparsa nemmeno in video dopo aver rimbalzato l'inviata di Report perché “impegnata in una videoconferenza tutto il giorno”. Sono infatti le questioni degli impianti aperti e della gestione delle Rsa a monopolizzare lo spazio dei 10 minuti scarsi in cui la Provincia di Trento viene “smascherata” davanti al Paese per scelte a dir poco opinabili. Scelte che hanno contribuito a rendere il Trentino il territorio più colpito dal contagio, con la percentuale, sostiene sempre Report, “più alta di morti per Covid nelle Rsa”.
Sulla gestione delle Rsa, d'altronde, noi de il Dolomiti avevamo ampiamente dato conto, mostrando non poche falle nel racconto dato dalla Pat di un ambito colpito tanto duramente dalla pandemia (QUI, QUI e QUI degli approfondimenti sul tema).
“E' impegnata l'assessora – commenta sarcastico il consigliere di Onda Civica Filippo Degasperi, intervenuto tra l'altro nel servizio del noto programma d'inchiesta per denunciare la gestione dell'emergenza da parte della Giunta – dopo mesi trascorsi in TV a spacciare la versione di comodo del disastro in cui questa giunta ha portato il Trentino, quando si tratta di rispondere alle domande della giornalista di REPORT (che le domande non le fa per finta), pensate un po', la nostra assessora 'E' OCCUPATA IN UNA VIDEOCONFERENZA'. Che non tutti nascano cuor di leone si sa, ma certamente c'è anche chi non nasce per fare l'assessora. E da ieri se ne è resa conto tutta l'Italia e (forse) l'ha capito qualche trentino in più”.
Di incompetenza mostrata dall'assessora alla Salute hanno parlato anche altri consiglieri d'opposizione, su tutti il dem Luca Zeni, responsabile, prima di Segnana, dello stesso assessorato. “Tanta tanta amarezza – ha commentato affidandosi a un post su facebook – ho sentito qualcuno leggere in chiave politica il servizio di report sugli errori nella gestione dell'emergenza covid della giunta provincia: 'speriamo che contribuisca a far capire ai cittadini trentini l'inadeguatezza della giunta leghista'. Mi dispiace ma non ci vedo niente di positivo in un servizio che mostra all'esterno un Trentino fatto di improvvisazione e incapacità programmatoria e gestionale”.
“Un servizio che si somma alla pubblicità negativa della campagna turistica pubblicitaria fatta con foto false (un lago serbo spacciato per il lago di Caldonazzo) e di denigrazione altrui ('tenetevi l'inquinamento, gli aperitivi e la settimana della moda...') - continua riferendosi a questo e quest'altro episodio – richiamati da tutti i media nazionali. L'immagine negativa che ne esce danneggia tutto il Trentino, sul piano istituzionale, turistico, di credibilità. Occorre cambiare velocemente registro, aumentando approfondimento, studio, programmazione. Pensare – prima di fare le cose aiuterebbe parecchio”.
“Ieri sera Report di Rai 3 si è occupato tra l'altro del Trentino e del modo in cui è stata sottovalutata l'epidemia Covid-19 – scrive invece il consigliere comunale di Trento per il Partito autonomista trentino tirolese Alberto Pattini – problematiche che ho più volte sollevato su questo profilo Fb. Si invitavano i lombardi e i veneti a venire a sciare dicendo che in Trentino non c'era pericolo. Si volevano tenere aperte le Rsa per i parenti e sono state chiuse in ritardo. Come conseguenze abbiamo avuto i più alti dati di contagio e letalità in Italia in base al numero degli abitanti come certificato dal report dell'Istituto Superiore di Sanità”.
“Che tragedia. Ora il re è nudo – commenta amara la consigliera provinciale di Futura Lucia Coppola – lo dicevamo da tempo. Dolorosamente. Così tutta Italia saprà in che baratro siamo finiti”. “Su Report – scriveva in un altro post poco dopo il servizio del programma di Rai 3 – stasera la provincia di Trento è chiamata in causa finalmente e pubblicamente con tutte le responsabilità che ha per come ha gestito la pandemia di Covid 19.strage di poveri anziani e contagi diffusi grazie alle piste aperte quando l'emergenza sanitaria era ormai conclamata, con gli inviti di Trentino Marketing a venire nel Trentino sicuro”.
“Che vergogna e che dolore per tutti quei poveri anziani che potevano salvarsi se le Rsa fossero state sigillate e i malati fossero stati curati in ospedale. Ma una circolare invitava a curarli nelle Rsa. Viene da piangere. E tutto il nostro denunciare la situazione, inascoltati, non è servito a niente. Incompetenza e incoscienza. Superficialità e costi altissimi pagati dai più fragili. Una macchia che resterà come terribile marchio indelebile nella storia del Trentino”.
Passata la bufera di Report, resterà da capire quali saranno le conseguenze.