Caso M49, Fugatti: ''Dieci tentativi e sei intrusioni tra abitazioni e luoghi produttivi. E' un problema di sicurezza. Ecco perché lo vogliamo catturare''
Il governatore, accompagnato dallo stato maggiore dell'amministrazione provinciale, ma anche dai vertici dei servizi forestali, entra nel merito delle motivazioni che hanno portato alla firma dell'ordinanza per catturare M49. La "caccia" al plantigrado è ufficialmente cominciata: la captivazione sarà permanente e questa fase prevede il ricorso alle trappole-tubo, tre quelle posizionate, e alla squadra orso
TRENTO. "La situazione da gestire non è facile, ma il territorio e gli allevatori sono esasperati: si sentono a rischio e gli animali sono in pericolo. E' forte il disagio tra le Giudicarie, la val Rendena e la val del Chiese", queste le parole di Maurizio Fugatti, presidente della Provincia, che aggiunge: "Abbiamo sempre informato il ministero e Ispra, terminate le azioni diplomatiche, abbiamo deciso di agire. Avvertiamo un forte senso di responsabilità e delicatezza per l'immagine del Trentino, anche per l'attenzione dell'opinione pubblica a livello nazionale".
Il governatore, accompagnato dallo stato maggiore dell'amministrazione provinciale, ma anche dai vertici dei servizi forestali, entra nel merito delle motivazioni che hanno portato alla firma dell'ordinanza per catturare M49. La "caccia" al plantigrado è ufficialmente cominciata: la captivazione sarà permanente e questa fase prevede il ricorso alle trappole-tubo, tre quelle posizionate, e alla squadra orso. Insomma, come anticipato nei giorni scorsi, si tende a escludere il ricorso al dardo anestetico.
"La struttura è estremamente competente e la motivazione che ci ha spinto a procedere - evidenzia Fugatti - è la sensazione di insicurezza delle persone dopo una serie di eventi che dimostrano come l'orso sia particolarmente confidente: si avvicina agli edifici e ai centri abitati. Vogliamo evitare che ci sia un'aggressione all'uomo e quindi ci muoviamo in via preventiva. Dal 12 marzo al 3 luglio di quest'anno ci sono stati 16 tentativi di intrusione in immobili, sei dei quali nelle abitazioni. E' un problema di sicurezza pubblica, come dimostrato anche in sede di comitato per l'ordine pubblico e la sicurezza (Qui articolo)".
Si traccia anche il profilo di M49, un orso di 3 anni munito di radiocollare dal 27 agosto 2018, che si sposta tra la val Rendena e la val del Chiese per 250 chilometri quadrati di raggio d'azione. Dopo essersi "messo in mostra" l'anno scorso (Qui articolo), il plantigrado ha intensificato le incursioni, se si esclude il periodo tra metà aprile e metà maggio, quando i richiami sono stati altri.
Oltre alle numerose predazioni sono diciotto le intrusioni o i tentativi di introdursi in edifici e abitazioni. Il primo risale al 13 agosto 2018 a malga Rosa, caseificio, in Rendena, visitata anche il 30 giugno scorso prima dell'ordinanza. Due casi sono avvenuti invece dopo il provvedimento del presidente: 1 e 3 luglio a Malga Arnò, quando M49 ha cercato di entrare in stalla la prima volta per riuscirci alla seconda occasione. Tra il 12 marzo 2018 e il 21 giugno 2019 sono stati sei i tentativi di introdursi in qualche abitazione: Val di Breguzo e Pumpler (due volte) in Selle Giudicarie, Val d Borzago a Porte Rendena e Palos a Pelugo.
"Il quadro è oggettivo e sono state messe in campo diverse azioni di prevenzione, informazione e formazione - spiega Romano Masè, dirigente del servizio foreste e fauna - un monitoraggio intensivo con localizzazione Gps ad alta frequenza e operazioni di dissuasione per modificare i comportamenti dell'orso. A questo si aggiunge il presidio e la gestione della criticità attraverso l'attività delle squadre di emergenza, della squadra di cattura, del nucleo cinofilo e del personale forestale di zona, oltre ai momenti di ascolto, informazione e supporto psicologico indirizzati agli allevatori per un impegno complessivo di 200 giornate/uomo tra marzo e giugno 2019".
Sono state prese anche contromisure preventive per contrastare le azioni dell'orso. "Sono stati posizionati - dice Claudio Groff, dirigente del servizio foreste e fauna - nove recinti elettrificati fissi e due mobili per proteggere le stalle. Una recinzione a protezione del caseificio e installate griglie a una porta e quattro finestre. Ci sono una settantina di plantigradi in Trentino, ma gli unici casi di intrusione sono attribuibili a M49".
Quindici gli interventi di dissuasione tra il ricorso ai pallettoni di gomma, rumori e luci, inseguimenti da parte di cani, presidi e dardo esplodente. "Ma non ci sono stati effetti - aggiunge Masè - anzi la frequenza si è intensificata. M49 è autore del 90% dei danni: 8 a patrimoni apistici, 13 predazioni su animali domestici e 7 di altre tipologie. I punti 14 e 17 del Pacobace prevedono la cattura e quindi ci sono le condizioni tecniche per procedere. E' da maggio che Ispra riconosce le condizioni".
Si entra nel merito anche della cattura. "Il protocollo e le modalità sono già state testate nel tempo. Questa fase - spiega Giovanni Giovannini, dirigente del servizio foreste e fauna - prevede l'utilizzo di tre trappole tubo, metodo più sicuro per l'animale e per gli operatori. Sono già state posizionate e vengono costantemente monitorate. C'è poi la squadra specializzata con alle spalle 15 anni di esperienza, supportata da corpo forestale e tecnico, ma anche dal veterinario. In caso di captivazione verrà poi trasportato al Casteller".
La cattura sarà permanente. "Il Casteller è un luogo - continua Fugatti - pianificato e realizzato in sinergia con ministero e Ispra. Poi se verrà liberato in natura, ovviamente non in Trentino, tra sei mesi o un anno, questo non possiamo ancora saperlo. Siamo concentrati su questa fase e sarà una decisione che prenderemo con gli enti preposti successivamente. E' attivo anche un tavolo di coordinamento, che verrà sfruttato per informazioni tecniche costanti".
Dopo il botta e risposta con Costa (Qui articolo), il presidente cerca di gettare acqua sul fuoco. "C'è una sostanziale apertura e disponibilità al dialogo. Poi ci siamo assunti la responsabilità di procedere - conclude Fugatti - perché c'è un oggettivo problema di sicurezza legato a M49".