Addio alle ronde anti-lupo, Zanotelli: ''Il commissariato ha detto che le forze di polizia devono concentrarsi sulle attività di controllo del territorio''
Le ronde anti-lupo sono finite in soffitta nel giro di qualche mese, un provvedimento sperimentale scaturito dalla riunione del comitato per la sicurezza su richiesta del presidente Maurizio Fugatti a inizio anno dopo la predazione di un paio di pecore ad Ala si è presto fermato
TRENTO. "Il commissariato di governo ha evidenziato che le forze di polizia in questo momento devono concentrarsi sulle attività di controllo coordinato del territorio", così l'assessora Giulia Zanotelli a Michele Dallapiccola, rispettivamente consiglieri provinciali in quota Patt nel rispondere all'interrogazione sulle ronde anti-lupo.
Le ronde anti-lupo sono finite in soffitta nel giro di qualche mese, un provvedimento sperimentale scaturito dalla riunione del comitato per la sicurezza su richiesta del presidente Maurizio Fugatti a inizio anno dopo la predazione di un paio di pecore ad Ala si è presto fermato.
La disposizione avrebbe dovuto impegnare anche le pattuglie di polizia locale tra Canazei, Ala e Rumo per il lupo, una scelta che già aveva acceso il dibattito anche tra le sezioni alensi di Patt e Lega (Qui articolo), senza dimenticare che proprio la decisione di aver convocato il tavolo di pubblica sicurezza aveva portato in realtà un effetto boomerang a livello nazionale (Qui articolo). Le ronde avrebbero dovuto controllare e avvertire invece in caso di avvistamenti dell'orso sul Bondone.
"La questura di Trento - commenta Zanotelli nell'interrogazione - ha convocato un apposito tavolo tecnico dal quale è scaturita una nota del questore di data 8 febbraio 2019 alle forze di polizia statali e locali. La questura ha disposto dei servizi di vigilanza in ambito territoriale di natura sussidiaria (non si tratta quindi di nuovi servizi dedicati e/o mirati a questa problematica) da svolgersi nell'ambito della normale attività di ogni istituzione coinvolta, a partire dall'11 febbraio".
Il discorso ruota sempre intorno alla sicurezza, anche se i numeri raccontano che i danni arrecati da lupi e orsi nel 2018 ammontano a poco più di 170 mila euro in totale, dati che dovrebbero trovare conferma anche nel 2019 (Qui articolo e Qui articolo). Non è ancora un'emergenza, ma intanto la giunta provinciale si era mossa in sede di comitato per l'ordine pubblico.
"Più precisamente - aggiunge l'assessora - è stato specificato che in questi comuni, durante il servizio ordinario, venga posta maggiore attenzione ad eventuali avvistamenti e/o segnalazioni di presenza Provincia di Trento dei grandi carnivori nelle immediate vicinanze di case e abitati e nelle fasce orarie considerate di maggiore sensibilità, vale a dire nelle prime ore del mattino e verso il tramonto".
Un provvedimento poco chiaro in origine in quanto la polizia locale, in caso di avvistamento, avrebbe dovuto fare un colpo di telefono agli uffici provinciali (il lupo scappa davanti all'uomo, ma non ai manufatti. Negli ultimi 150 anni non ci sono testimonianze di attacchi dei canidi a un essere umano), che a loro volta, in caso di pericolo, avrebbero dovuto chiedere disposizioni direttamente al presidente Fugatti. Nel frattempo il lupo avrebbe sicuramente aspettato i comodi di piazza Dante.
"Si precisa che le istituzioni coinvolte - evidenzia Zanotelli - hanno ricevuto indicazione, per qualsiasi problema inerente che venisse eventualmente rilevato, di fare comunque riferimento alla modalità di attivazione della reperibilità forestale e faunistica tramite la centrale unica di emergenza".
Come anticipato nei mesi scorsi, il piano delle ronde sarebbe però finito nel cassetto già a inizio maggio nel corso di un tavolo tecnico per l'ordine pubblico e la sicurezza (Qui articolo). Proprio la circolare Salvini di aprile (Qui articolo) avrebbe imposto il cambio di rotta per lasciar strada ad un approccio più scientifico: "E' di tutta evidenza - spiega la circolare - che la programmazione e l'adozione degli interventi in argomento richiedono un'analisi il più possibile completa delle situazioni esistenti nelle singole realtà territoriali, analisi da condurre con il più ampio coinvolgimento dei soggetti istituzionali e degli enti a vario titolo competenti nella materia".
A quel punto, in quella sede, verranno analizzate le possibili iniziative ''privilegiando, in ogni caso, il profilo della prevenzione, attraverso, ad esempio, attività di monitoraggio dei lupi e delle situazioni di conflitto, interventi di messa in sicurezza del bestiame e di dissuasione sui lupi particolarmente confidenti''. E ci si deve sempre e solo muovere nel solco delle disposizioni di Ispra.
Insomma, le ronde anti-lupo non ci sarebbero più. E anche se non è mai arrivata nessuna comunicazione ufficiale dall'amministrazione provinciali, così come dati e risultati, la conferma arriva nella risposta all'interrogazione di Dallapiccola. "Nella riunione del comitato provinciale - conclude Zanotelli - per l'ordine e la sicurezza pubblica del 7 maggio, convocata ancora in relazione alla diffusione dei lupi sul territorio provinciale, il commissario del governo ha evidenziato che le forze di polizia in questo momento devono concentrarsi maggiormente sulle attività di controllo coordinato del territorio". E pensare che proprio pochi giorni fa il presidente Maurizio Fugatti aveva sottolineato parlando del caso M49 come grande "trovata" l'aver coinvolto il tavolo di ordine pubblico in commissariato (Qui articolo).