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Lega pigliatutto anche a Trento, salto doppio di Moranduzzo dalla minoranza in Comune alla maggioranza in Provincia

Il sindaco, alle prese con il rimpasto dopo le elezioni provinciali, perde la presidente del Consiglio passata in Provincia e Andrea Robol, dimessosi e rimasto fuori dai giochi. La Lega primo partito nel Comune di Trento, Futura il terzo e il Pd dimezza il consenso

Di Luca Andreazza - 23 ottobre 2018 - 12:57

TRENTO. La Lega espugna anche Trento. I dati per il Comune evidenziano che la città crolla davanti all'avanzata del centrodestra. Alla fine la compagine guidata da Maurizio Fugatti arriva lì dove non era riuscita alle politiche di marzo: il capoluogo

 

Dopo un testa a testa iniziale, mano a mano che le schede venivano scrutinate la Lega ha iniziato a prendere margine, voto dopo voto, fino al 23,30% e 12.638 preferenze. Una sentenza: a Trento è il primo partito. Anche in questo caso un boom se si considera la base di partenza, le provinciali del 2013, chiuse al 5,10%. Un bel balzo in avanti anche se si guardano i dati delle amministrative, lì partiva dal 13,06%.

 

E il Partito democratico? Resta la seconda forza in campo, ma dimezza i suoi voti. In cinque anni è riuscito a dilapidare il 30,92% (15.693 voti) del 2013 e il 29,58% (13.666) del 2015, un'emorragia di consensi che si ferma al 18,85% frutto di  10.220 preferenze.

 

Sempre nel Comune di Trento, sale al terzo posto Futura. Un exploit che si traduce in 7.359 simboli barrati e un esordio al 13,57%. Solo cinque punti percentuali dietro ai democratici e davanti anche al Patt.  

 

Le Stelle alpine non vincono, ma non perdono. Riescono tutto sommato a reggere: calano, ma non serve il paracadute e il partito di Ugo Rossi chiude al 9,82% rispetto al 10,94% del 2013.

 

Non sfonda il Movimento 5 stelle che cresce solo di mezzo punto percentuale: si va dal 7,32% all'8,03%. Non pervenuto o quasi l'Upt in caduta libera dal 9,68% al blando 3,11%, quasi fuori dai radar e battuto anche da Forza Italia. Calano le forze della coalizione di centrodestra, che pagano anche l'effetto di una Lega a dir poco cannibale, che si è fagocitata quasi tutto.

 

Un'elezione che potrebbe lasciare qualche strascico anche a Palazzo Thun dove il sindaco è alle prese con il rimpasto di Giunta, questa volta a causa delle elezioni provinciali.

 

Qualche fibrillazione c'era stata dopo le politiche di marzo, ma in quel caso il governo comunale si era trincerato dietro il risultato cittadino. Pur nella mareggiata del centrodestra in quel caso Trento aveva retto e ci si era nascosti dietro i risultati positivi di Maria Chiara Franzoia al 37,14% e Franco Panizza al 36,47%.

 

Ora quello scudo è caduto, finito in frantumi sotto i colpi della spada di Alberto da Giussano. Paradossalmente a uscire rafforzato è il Patt che può avanzare, giuste, pretese per tenere unita la maggioranza comunale. Una maggioranza alla quale sembra credere a corrente alternata.

 

Difficile anche non prendere in considerazione qualche esponente di Futura, la forza emergente di questo centrosinistra dal fiato corto: un atto anche strategico perché i nuovi alleati andranno aiutati a crescere in vista delle elezioni amministrative del 2020, se si arriva a fine mandato senza contraccolpi e sorprese.

 

Diversi anche i consiglieri comunali in corsa alle elezioni provinciali. Tra i singoli ride, e tanto, Devid Moranduzzo (1.155 voti) che compie un doppio salto carpiato dall'opposizione in Comune alla maggioranza provinciale e chiude dietro a Mirko Bisesti per il dato comunale. Fuori invece Gianni Festini Brosa (157 voti) e Claudia Postal (353 preferenze) che ritornano tra i banchi di via Belenzani.

 

Nella sconfitta può sorridere Lucia Coppola targata Futura (781 preferenze) per aver riportato i Verdi in Provincia. Piange l'ex assessore Andrea Robol, l'unico a dimettersi dall'incarico e rimasto a bocca asciutta, asciuttissima, nonostante i 1.061 voti cittadini. 

 

Nel Patt Alberto Pattini è rimasto fuori dal consiglio provinciale, ma è quello che a Trento per la sua compagine, ha portato il contributo maggiore con 325 voti. Tra le fila di Civica Trentina il più votato in città è Andrea Merler (437 preferenze), ma non basta nel complesso. Chiude l'Upt, in testa in città Massimo Ducati a quota 352, ma si deve accontentare di ritornare in Comune.

 

A favore dell'attuale maggioranza gioca il risultato deludente del Movimento 5 stelle per un consenso che comunque rispecchia quanto già messo in cassaforte alle ultime amministrative del 2015. Stabile, ma senza brillare.

 

Certo, se si sommano le percentuali di centrosinistra e Patt la maggioranza comunale è avanti, un semplice discorso numerico, quello dei "se" e "ma" lascia il tempo che trova, non si avrà mai la controprova di come sarebbe potuta andare. Il comunque il dato si aggira intorno al 44,8%, sotto il 50% e sensibilmente inferiore al 53,70% delle scorse amministrative. 

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