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Tantissima neve e la Capanna in cima alla Marmolada è ancora sepolta (FOTO e VIDEO): "Ci aspettiamo altre nevicate la prossima settimana"

L'aggiornamento dalla cima della Regina delle Dolomiti di Flavio Tolin: “La cima della Marmolada è esposta al vento ed è quindi difficile stabilire con precisione l'entità degli accumuli, che in alcune aree superano però certamente i tre metri e mezzo”

Foto dal profilo Facebook di Carlo Budel
Di Filippo Schwachtje - 26 maggio 2024 - 11:53

TRENTO. Mancano ormai pochi giorni a giugno ma, in alta quota, gli accumuli nevosi sono ancora importanti e sulla cima della Marmolada, a 3.343 metri di quota, il rifugio Capanna Punta Penia è letteralmente sepolto dalla neve. Le immagini dalla Regina delle Dolomiti arrivano da Flavio Tolin, membro dell'associazione MeteoTriveneto e ideatore del progetto che ha portato all'installazione di una stazione meteo sulla cima della Marmolada nell'ambito di Dolimitismeteo, e da Carlo Budel, il gestore di Capanna Punta Penia, che ha condiviso sui social la situazione ripresa questa mattina da alcuni scialpinisti che si sono avventurati in quota.

 

“La capanna – spiega Tolin a il Dolomiti – è sepolta, restano 'scoperte' solo la porzione di edificio sulla quale è collegata la nostra telecamere 'est' e, per un pelo, quella 'nord-ovest'. Essendo la cima della Marmolada una vetta esposta al vento, e quindi all'effetto eolico, è molto difficile dare un'indicazione precisa relativa all'effettiva entità degli accumuli: quel che è certo però è che la neve, per coprire la Capanna, deve aggirarsi tra i 3,5 ed i 4 metri. Come detto, però, le variazioni possono essere importanti: in alcune aree gli accumuli potrebbero raggiungere i 5 metri, in altre, magari, appena 60 centimetri”.

 

 

Nei prossimi giorni poi, conclude l'esperto, sono attese nuove nevicate alle alte quote: “Martedì sono previsti altri 20-25 centimetri, un'altra perturbazione con importanti accumuli è attesa invece per venerdì. In generale però non si vede stabilità nel breve termine e a questo punto è difficile fare previsioni sull'apertura dei rifugi d'alta quota. Fondamentale però in questa fase, oggi in particolare vista la risalita delle temperature, è ricordare i rischi di uscite in queste condizioni”.


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