Nessun piano industriale per la Panarotta. E ora? Salta un altro inverno e il 'futuro' è più lontano (anche se una exit strategy ci sarebbe). Failoni: "Aspettiamo i territori"
Nelle scorse settimane erano arrivate tre manifestazioni di interesse ma, nonostante la proroga, non sono arrivati i piani industriali. L'assessore Roberto Failoni: "E' difficile pensare a un'apertura per il prossimo inverno". Quale futuro per la Panarotta? C'è una exit strategy ma è una soluzione più di cuore che di senso
PERGINE VALSUGANA. Panarotta e ora? Tre manifestazioni d'interesse e nessun piano industriale. Sfuma così il rilancio della montagna, ferma da due anni, e che si avvia concretamente a tenere chiusi i tornelli anche la prossima stagione invernale. Ci sarebbe una exit strategy per provare a salvare qualcosa di una località che appare abbandonata (Qui articolo) ma è un percorso tutto da scoprire e particolarmente difficile.
Il bando di Trentino Sviluppo, proprietaria degli asset funiviari, avrebbe previsto che la proposta di conduzione si riferisse alla totalità delle strutture presenti in località e completa di piano industriale. E l'assenza di quest'ultima documentazione alla prima scadenza non lasciava presagire grandi speranze. Nonostante la proroga nessun interessato ha presentato entro le 12.30 di mercoledì 30 ottobre un business plan.
La procedura così decade e resta il nulla di fatto. Le speranze di un rilancio sono quasi azzerate per l'imminente stagione bianca. "E' difficile pensare a un'apertura per l'inverno che parte nei prossimi mesi", ammette a il Dolomiti l'assessore Roberto Failoni. Sarà un (terzo) anno zero per la Panarotta alla ricerca di un'identità (Qui articolo).
Il sostegno di Provincia, Comunità di valle e Comuni, anche economicamente, avrebbe dovuto garantire la cordata di imprenditori che è emersa alla fine dell'anno scorso sull'eventuale progetto di 6 anni (rinnovabile per altri 6 su richiesta del conduttore). Sono trascorsi i mesi e la situazione non si è sbloccata, anzi è rimasta incerta e nebulosa.
E' emersa qualche difficoltà nel subentro alla gestione precedente, un debito, per esempio, non esorbitante da coprire e sul quale non può intervenire il pubblico. Ci si è poi probabilmente scontrati con la realtà di un rilancio più complesso del previsto con le idee chiare in Trentino Sviluppo (e quindi in linea teorica in piazza Dante): nessun passo più lungo della gamba.
La exit strategy per dare un sussulto alla Panarotta? Si potrebbe procedere con un affido per aprire un solo impianto, quello a servizio del campo scuola per andare incontro agli sci club. Ma si entra in una dimensione ai limiti dell'eroismo: reperire il personale tra biglietteria e operatività per una sola seggiovia, innevare e battere le piste, stipulare assicurazioni e altro. Le realtà che hanno manifestato interesse non potrebbero nemmeno partecipare alla selezione. Insomma, un'operazione più di cuore che di senso con poco criterio.
L'idea di progetto (messo nero su bianco nel bando e più volte espresso da Trentino Sviluppo che non a caso ha riposto nel cassetto il "lago" per ipotizzare delle vasche interrate dalle dimensioni (e dai costi) più contenute.) deve garantire la sostenibilità economico-finanziaria per la stagione invernale ma, soprattutto, per quella estiva.
"Aspettiamo i territori e i sindaci dei Comuni", aggiunge Failoni. "Attendiamo un'idea e una proposta da poter portare avanti per una soluzione che possa essere definitiva".
E qui forse c'è un problema. Tanti Comuni che orbitano sulla montagna e che, con la Comunità di valle, hanno presentato le linee guida che prevedono di sviluppare l'inverno e l'estate per la Panarotta. Belle parole, legittime e sicuramente importanti ma concretamente nulla. Si può dire bike park e mountain bike, ma servono progetto, risorse e tempo per la predisposizione dell'area. Stesso discorso per qualunque altro potenziale segmento di mercato.
Questo a fronte di amministrazioni comunali e Comunità di valle che non sembrano aver brillato per capacità di tenere le redini della partita e cercare di indirizzare le scelte. Un po' di timidezza nell'affrontare questa vicenda. Ci si aggiunga che a maggio del prossimo anno si va a elezioni in quasi tutti i Comuni della Valsugana, ecco c'è il materiale per la campagna elettorale ma poco tempo per poi mettere a terra i discorsi.
E un altro anno potrebbe passare velocemente, pure sul fronte scadenze. Oggi la destinazione dispone di 3 impianti di risalita, proprietà di Trentino Sviluppo, la cui "vita tecnica" è ormai breve.
In particolare una seggiovia riposizionata qualche anno fa ha scadenza già nel 2026, mentre per gli altri si arriva al 2030 a meno di importanti lavori di revisione. Questo il quadro con la certezza che, ancor di più in epoca di crisi climatica, il modello sci-centrico e basato quasi esclusivamente sullo sci alpino non si è rivelato adatto a questa montagna. La Panarotta sembra in un vicolo cieco, senza coraggio, idee e visione.