L'inverno del prossimo anno? Parte già con skipass più cari, gli impiantisti: "Il prodotto è ottimo e ci sono tante riduzioni. Nessun rischio di ritornare a sport solo d'elite"
La stagione dello sci si avvia alla chiusura e i dati indicano un inverno positivo che è riuscito a far fronte alle difficoltà. La certezza per il prossimo anno è di un ulteriore ritocco ai listini degli skipass. La presidente di Anef, Valeria Ghezzi: "I prezzi? Non è percepito come un problema dal cliente"
TRENTO. La Pasqua segna per molte destinazioni la data di chiusura della stagione sciistica. Le prime proiezioni indicano un inverno positivo con dati in crescita nonostante le difficoltà che pure non sono mancate negli ultimi mesi tra temperature elevate per il periodo, poche giornate di neve e molta pioggia. A reggere e migliorare la performance le Alpi, mentre per gli Appennini le criticità sono state altissime.
Tiene quindi l'industria dello sci sulle Dolomiti, forte anche dell'internazionalizzazione. Strategica, sempre di più, la presenza dei turisti provenienti dall'estero. "Anche il mercato Italia ha registrato buoni numeri - commenta Valeria Ghezzi, la presidente di Anef-Associazione nazionale esercenti funiviari, Fianet a livello europeo e di Funivie Seggiovie San Martino di Castrozza - non c'è una riduzione uniforme, alcuni comprensori hanno sofferto di più, specialmente sull'Appennino, mentre le oscillazioni sono più contenute e circoscritte a poche località sulle Alpi. Il calo della componente domestica è stata però ampiamente compensata dalla clientela straniera, in particolare europea e in quota minore dagli Stati Uniti, e in parte da un maggior afflusso infrasettimanale".
Negli scorsi giorni il Consorzio Dolomiti Superski ha parlato di dati in crescita in linea generale (Qui articolo) e ha già annunciato un aumento degli skipass sulla prossima stagione invernale: orientativamente tra il 3,5% e il 5%. Un adeguamento con segno più. Frequentare i comprensori è già costoso, poi ci sono i costi che si riverberano più o meno lungo tutta la filiera dagli hotel ai noleggi.
L'aumento medio nell'inverno ormai agli sgoccioli è stato intorno all'8% ma in alcuni casi si è arriva anche al 25% in più rispetto all'anno scorso. Nonostante questa dinamica dei prezzi, le montagne sono state prese d'assalto. E le stime dei ricavi, per l'Osservatorio skipass panorama turismo, parlano di un +3,7% per l'industria della neve a fine stagione.
"Non sembra esserci un calo importante nelle vendite degli skipass giornalieri, se non nei comprensori dell'Appennino - aggiunge la presidente di Anef - le condizioni meteo non sono state in grado di favorire la pratica dello sci". Inoltre qualche week end è stato rovinato dal maltempo. "E questa ha inciso sulla clientela italiana per le leggerissime flessioni registrate sulle Alpi si può attribuire essenzialmente alle perturbazioni da fine febbraio a metà marzo con la perdita di tre fine settimana".
Insomma, per gli impiantisti non c'è una possibile criticità legata ai costi e non c'è il rischio che la pratica ritorni gradualmente a essere elitaria. "I dati non evidenziano problemi sui prezzi e non abbiamo indicazioni che ci sia una riduzione dei praticanti".
Tutti i comprensori offrono un ampio spettro di proposte skipass per la propria zona, a tariffe più convenienti, soprattutto con le prenotazioni online. "Sono tante le soluzioni per spendere meno. Non solo le piattaforme online, penso alle agevolazioni per sci club, gli acquisti 'Early bird' che sono estremamente vantaggiosi, le tariffe family. Poi il listino varia sulla base dei canonici periodi stagionali".
Intanto la certezza è di un rialzo, come praticamente ogni anno. "Ma per la prossima stagione le destinazioni sono operative per altre formule e altre proposte per gli sciatori. E' importante evidenziare poi che anche questa stagione, e su tutto l'arco alpino, il prodotto offerto è stato di altissima qualità e questo è stato riconosciuto dai clienti. Ormai l'offerta è sempre più ampia anche per i non sciatori tra eventi, gastronomia e così via. C'è una diversificazione e questa è la chiave per una montagna molto attrattiva", conclude Ghezzi.