Il Trentino punta (anche a quote basse) su innevamento e funivie, Failoni: "Alto Adige, Austria e Svizzera investono: non possiamo restare indietro"
Dal collegamento Moena-Valbona a quello San Martino-passo Rolle, l'assessore Roberto Failoni: "Possono essere una risposta per la mobilità". In Bondone si continua a pensare al bacino, skilift in arrivo a Bedollo. E si vuole aprire alla stagione dei grandi impianti?
TRENTO. Cantieri aperti a Brentonico per il potenziamento dell'innevamento programmato, si lavora a pieno ritmo in quel di Bolbeno per la nuova seggiovia e c'è stato un altro passo in avanti per la costruzione della seggiovia Francolini a Folgaria. Progetti attorno ai quali non mancano le discussioni. Nonostante la battuta d'arresto sulla Panarotta, c'è fermento sulle montagne del Trentino. La stagione invernale è alle porte e si continua a puntare forte sugli impianti e sulle stazioni sciistiche, anche a quote relativamente basse.
"La Provincia di Trento lavora a 360 gradi per lo sviluppo della rete di infrastrutture che servono al territorio, al turismo e alla mobilità", commenta a il Dolomiti l'assessore Roberto Failoni. "Ricordo a questo proposito anche il collegamento funiviario Moena-Valbona, per il quale è stata avviata recentemente la gara: un intervento strategico, anche a livello viabilistico, che interessa le valli di Fiemme e Fassa e darà vantaggi a livello di sostenibilità, qualità della vita e dell’offerta turistica".
Ma si lavora anche "per lo skilift di Bedollo, sull’altopiano di Piné, fondamentale per far sciare i nostri bambini e avviarli alla pratica sportiva invernale. C’è quindi un’attenzione rivolta a tutte le stazioni trentine. Stazioni che, questo è bene sottolinearlo, sono al passo coi tempi: mentre una volta erano praticamente solo invernali o quasi, oggi in numerosi esempi si stanno attrezzando con un’offerta per l’estate e le cosiddette ‘belle stagioni’. Favorendo quindi una crescita del turismo nell’ottica della destagionalizzazione".
Quasi un anno fa la stagione sulla Panarotta è andata in bianco per il secondo anno consecutivo. Un duro colpo per il territorio ma la cordata di imprenditori pronta a investire sulla montagna valsuganotta. L'ottimismo però ha lasciato spazio alla sorpresa e alla delusione: tre soggetti interessati al rilancio ma nessun piano industriale e così ci si avvia verso un'altra chiusura (Qui articolo). Non è arrivata un'offerta per strutturare un'offerta "originale" in grado di intercettare un turismo più slow come avviene in Carinzia o come avrebbe previsto il piano de La Sportiva per passo Rolle.
"Si può creare un’offerta turistica legata soprattutto alle famiglie e ai giovani, sfruttando il grande bacino di popolazione vicina. Ci sarebbero le possibilità di far crescere la Panarotta come un punto di riferimento per far sciare i bambini della Valsugana e della Val dei Mocheni. Chiaramente, da parte della Provincia prosegue il dialogo con i Comuni interessati", prosegue Failoni. "Anche in questo caso la volontà è lavorare in un’ottica ampia, su inverno, estate e le belle stagioni, valorizzando un’offerta il più possibile completa che diventa anche un valore aggiunto per tutto l’ambito Valsugana e Lagorai".
Il Bondone da qualche anno va alla ricerca di un bacino per avere la forza necessaria a innevare la superficie sciabile senza le preoccupazioni odierne. Diverse proposte sono state bocciate e ancora non sembra esserci all'orizzonte un piano definitivo. La società Trento Funivie però preme per un'opera che, potenzialmente, permetterebbe perfino di ampliare l'offerta rispetto ai circa 20 chilometri di piste attualmente a disposizione. E' un'ipotesi sostenibile?
"Siamo al lavoro con la società che gestisce gli impianti del Monte Bondone per trovare un luogo adatto per il bacino", spiega Failoni. "Non si tratta solo di una struttura per l’innevamento artificiale, ma come è avvenuta in tutti i bacini nati negli ultimi anni, anche di un’attrazione per l’estate e dall’altra di presidio del territorio per eventuali situazioni difficoltà legate agli incendi. Il confronto quindi proseguirà con l’obiettivo di individuare la soluzione ottimale".
L’offerta sci in Trentino è indubbiamente molto ampia e capillare sul territorio. Alla luce della crisi climatica qual è la visione della Provincia su un comparto maturo? C’è la necessità di nuovi impianti oppure è preferibile riqualificare eventualmente l’esistente?
"Per fortuna che l’offerta sci del Trentino è ampia e capillare. E' così anche perché, come dicevo prima, l’attenzione della Provincia e di Trentino Sviluppo è rivolta a tutte le stazioni, dalle grandi alle piccole. Siamo certamente consapevoli che ci sono delle situazioni di clima che possono anche cambiare, però noi continuiamo tenendo presente gli obiettivi precisati nella Strategia provinciale, il documento programmatico per la legislatura", evidenzia Failoni. "La volontà non è creare nuove stazioni sciistiche ma armonizzare quelle esistenti con una qualità dei servizi che sia attrattiva per i trentini e per tutti gli ospiti nazionali e internazionali. Ricordo infatti che ogni cosa che viene fatta per il turismo è fatta per i nostri cittadini. Allo stesso tempo dobbiamo tenere presente che i territori vicini a noi, come Alto Adige, Svizzera e Austria per dirne alcuni, continuano a investire in qualità. Noi quindi non possiamo permetterci di rimanere indietro".
Nell'agenda provinciale c'è la funivia Trento-Bondone. Si attende lo studio di fattibilità per la maxi-opera tra Brentonico e Malcesine. Ciclicamente emerge il collegamento da Rovereto a Folgaria. Una stagione dei "grandi impianti"?
"Il tema dei cosiddetti ‘grandi impianti’, tra cui c’è il collegamento San Martino-Rolle in fase di partenza, è certamente importante. La funivia Trento-Monte Bondone è un’opera di valenza strategica per la città e per tutti i turisti che avranno a disposizione un’attrattiva come avviene in altri centri, a partire da Innsbruck. Il collegamento però può essere anche una risorsa per rilanciare la montagna, riuscendo magari a riqualificare le strutture rimaste inutilizzate. Vediamo che c'è la risposta positiva degli imprenditori presenti sulla montagna: ci sono tanti operatori che lavorano, hanno buone soddisfazioni e continuano a investire. L’impianto inoltre potrà essere da stimolo a nuovi investimenti e opportunità".
Riguardo a Rovereto-Folgaria e Brentonico-Malcesine, "sono sicuramente proposte interessanti, che devono arrivare però anche dai territori. Sono convinto che la Provincia debba sempre ascoltare le comunità per trovare soluzioni condivise. Va poi considerato che ci sono altre idee di possibili impianti di tipo innovativo e con vantaggi per la mobilità sostenibile. Infrastrutture che permetterebbero di rendere alcune nostre località ancora più attrattive sotto l’aspetto ambientale. Questo dimostra la nostra attenzione, a dispetto di quanto dicono in molti, nel trovare soluzioni che guardano al presente ma soprattutto al futuro", conclude Failoni.