Ia, nella sfida Usa-Cina sui “massimi sistemi” ecco gli obiettivi in Italia (e in Europa): “Buona parte del mercato è 'libero', per le sole Pmi si parla di 120 miliardi in due anni”
La sfida tra Stati Uniti e Cina sul fronte dell'intelligenza artificiale ha visto una forte accelerazione negli scorsi giorni, dopo la presentazione del nuovo sistema di Ia cinese DeepSeek: ma quali sono gli 'spazi di manovra' nel settore per l'Italia (e per l'Europa)? Il Dolomiti lo ha chiesto al direttore della pianificazione strategica della Fondazione Bruno Kessler Paolo Traverso, impegnato proprio in questi giorni in una serie di eventi legati al più grande progetto sull'intelligenza artificiale in Italia
TRENTO. Il lancio del nuovo sistema di intelligenza artificiale cinese, DeepSeek, ha causato un vero e proprio terremoto nel settore a livello globale, con molte aziende nel comparto che negli scorsi giorni hanno subito pesantissime perdite in borsa (per Nvidia, il gigante americano legato alla produzione di chip, il crollo è stato del 17%, con perdite stimate di 600 miliardi di dollari). Il motivo è semplice: secondo gli sviluppatori del modello di Ia cinese infatti, DeepSeek è stata realizzata ed è in grado di operare con costi nettamente inferiori rispetto ai competitor, in particolare ai sistemi più all'avanguardia sviluppati dalla statunitense OpenAi (come ChatGpt), grazie all'utilizzo di un numero molto più basso di chip avanzati (da qui il crollo registrato da Nvidia). Al netto dei sospetti della stessa OpenAi, che come spiega il Post ha confermato di essere al lavoro per capire se la startup cinese abbia sfruttato alcuni dei suoi servizi per sviluppare il proprio sistema di intelligenza artificiale (bloccato nel frattempo in Italia dal Garante della privacy, una vicenda simile a quella che aveva determinato il fermo di ChatGpt nel nostro Paese nel 2023), la competizione tra Stati Uniti e Cina nel settore si conferma sempre più serrata, con lo stesso presidente americano, Donald Trump, che è arrivato a parlare di un “campanello d'allarme” per le aziende Usa impegnate nel settore dell'Ia. Ma al di fuori del duopolio sino-americano, quali sono le prospettive per il settore in Europa e, in particolare, in Italia?
Il Dolomiti lo ha chiesto al direttore della pianificazione strategica della Fondazione Bruno Kessler Paolo Traverso, impegnato proprio in questi giorni in una serie di eventi legati allo Spoke 2 del progetto Fair, il più grande progetto sull'intelligenza artificiale in Italia (finanziato con 116 milioni di euro del Pnrr). E nonostante i roboanti proclami di Trump (con investimenti annunciati di 500 miliardi di dollari) ed il recente exploit di Pechino, gli spazi di mercato ancora 'liberi' nel mare magnum dell'Ia, dice Traverso, sono enormi, con prospettive di crescita per il mercato italiano, per quello che riguarda le sole piccole e medie imprese, di ben 120 miliardi di euro fino al 2027. Ma procediamo con ordine. “Innanzitutto – spiega l'esperto – l'evoluzione rappresentata da DeepSeek, se verrà confermata, non farebbe altro che sottolineare un punto che da anni ribadiamo: è necessario concentrare gli sforzi d'innovazione su tecnologie che usino meno potenza computazionale e meno energia. Sembra che gli sviluppatori cinesi abbiano apportato dei miglioramenti, a livello tecnico, per avere in poche parole le stesse prestazioni di ChatGpt ma con data center molto meno potenti e con fondi molto minori per l'addestramento del sistema di Ia. Non si può essere certi che tutti i dati comunicati siano veri, ma se lo fossero rappresenterebbero sicuramente uno sviluppo interessante”. Per diversi addetti ai lavori, il lancio di DeepSeek rappresenterebbe addirittura una sorta di “momento Sputnik”, richiamando il lancio del primo satellite sovietico nel 1957 e la successiva accelerazione americana nel settore aerospaziale.
“Ma questa – continua il direttore di Fbk – è una competizione che vivono le big tech americane con le realtà cinesi: una 'guerra', per così dire, sui massimi sistemi, su quelle Ia in grado di fare di tutto e che riecheggerà poi innanzitutto nella definizione di nuovi motori di ricerca (in passato avevamo dato per scontato che il punto di riferimento sarebbe rimasto Google, oggi questa certezza non è più così granitica) e infine nella creazione di nuovi sistemi hardware, di nuovi computer. E si tratta di una competizione più che legittima, ci mancherebbe: ma in questo modo si lasciano enormi spazi sul fronte economico e della ricerca per le aziende europee”. La grande differenza, per quanto riguarda gli sviluppi nel settore in Italia e più in generale in Europa, è legata alla natura dei sistemi che si vogliono realizzare: “ChatGpt e DeepSeek per esempio – continua Traverso – fanno, letteralmente, di tutto. Noi, anche attraverso lo Spoke 2 del progetto Fair, che vede proprio Fbk come leader, puntiamo invece alla creazione di Ia iper-specifiche, focalizzate su singoli compiti ed estremamente affidabili. Si tratta di sistemi che richiedono un consumo di energia molto inferiore e per i quali le applicazioni inespresse, a livello commerciale, aziendale, industriale, sono enormi. Come Fbk, per esempio, abbiamo addestrato da zero un Large language model (un modello in grado di comprendere e generare linguaggio, proprio come ChatGpt ndr) dedicato al riconoscimento del parlato e che può essere usato, per esempio, per la sottotitolazione, e la traduzione, automatica dei video”.
La differenza rispetto ai sistemi dedicati già in uso sta proprio nell'attenzione particolare all'affidabilità: una specializzazione verticale, in altre parole, che faccia da contraltare a una progressione orizzontale che invece caratterizza i colossi dell'Ia negli Stati Uniti e in Cina. “Le aziende – spiega Traverso – hanno bisogni ben precisi e non necessitano di sistemi su larga scala con ampie conoscenze in tutti gli ambiti, dalla religione alla storia fino alla matematica. La richiesta del sistema economico è più concentrata su temi particolari e, più di tutto, sull'affidabilità: il progetto Spoke che guidiamo, tramite l'Intelligenza artificiale integrativa, punta proprio ad utilizzare diverse tecnologie per rendere più affidabili i sistemi di machine learning”. In questo contesto, chiaramente, le prospettive di mercato sono tante quante le possibili richieste delle aziende: un 'sottobosco' potenziale di sistemi di Ia più piccoli e specializzati in un particolare settore. Le possibilità di crescita per l'Italia, e per l'Europa, per Traverso stanno proprio qui.
“Lo Spoke 2 – continua l'esperto – è guidato da Fbk, ma vede la partecipazione di sei diverse università, compresa quella di Trento come partner scientifico, e ben dieci aziende tra le quali Expert.Ai, specializzata proprio nell'implementazione dell'Ia nel contesto economico. Nonostante le novità introdotte in particolare tra Cina e Usa, il mercato è ancora in buona parte 'libero' (alcuni stimano addirittura per il 70%), con ampie opportunità di sviluppo. Nel solo mercato italiano, e parlando delle piccole medie aziende, per Microsoft le potenzialità di sviluppo al 2027 sono di ben 120 miliardi di euro. Ho già parlato del sistema che ad Fbk abbiamo sviluppato per il riconoscimento del parlato. Ci sono poi start-up che stanno lavorando all'elaborazione di sistemi in grado di analizzare documenti in ambito medico o finanziario, altre che si stanno specializzando nello sviluppo di videogiochi o ancora nell'analisi di dati georeferenziati e nella gestione di abitazioni 'intelligenti'. ChatGpt o DeepSeek, naturalmente, sanno affrontare una varietà enorme di temi: il problema però sta nel garantire un'altissima affidabilità in compiti specifici”.