''Il prezzo del caffè è raddoppiato e il costo di un container è passato da 900 a 12 mila dollari'', la Torrefazione Bontadi: ''Colpita tutta la filiera: inevitabile ritocco dei listini''
Stefano Andreis, amministratore delegato della Torrefazione Bontadi: "Si può intervenire acquistando a parità di prezzo una materia prima di seconda o terza scelta per contenere le spese e affrontare questo periodo in modo più sereno. Ma questa non è la nostra filosofia: siamo fortemente legati alle tradizioni e ai rigidi protocolli. Bisogna tenere duro ma aumentare i prezzi appare inevitabile"
ROVERETO. "I costi delle bollette sono raddoppiate, ma non c'è solo l'energia a incidere sull'attività aziendale: difficoltà nel reperire i materiali, prezzi delle materie prime in costante aumento e servizi che oggi pesano di più". A dirlo Stefano Andreis, amministratore delegato della Torrefazione Bontadi, storica azienda che produce caffè artigianale dal 1790 e che ha attraversato molti mutamenti della società. "Una situazione che colpisce tutta la filiera economica e che poi porta a ritoccare i listini".
Un problema, quello dell'aumento delle bollette e delle materie prime che sta mettendo in ginocchio tutti i comparti e che rappresenta un ulteriore campanello d'allarme per una crisi che appare ormai alle porte se associata, poi, all'emergenza Covid che da due anni paralizza il sistema. Un grido d'allarme lanciato su Il Dolomiti qualche giorno fa anche dagli esercenti del centro di Trento (Qui articolo e video servizio). Un momento delicato evidenziato anche dal settore zootecnico e lattiero-caseario: "Aumenti energia (+304%), gas (+404%) e spese (+2 euro per gli animali): siamo al collasso" (Qui articolo).
Insomma, l'inflazione corre con tutte le ripercussioni sull'intero sistema (Qui articolo). E in alcuni casi gli operatori economici sono già dovuti correre ai ripari con aumenti anche di 10 o 20 centesimi per una tazzina al bar. Ma a soffrire c'è tutta la catena: "Un andamento generalizzato: il costo di un bene essenziale come il grano è cresciuto del +38% e alcuni prodotti hanno subito un rincaro del 45%. Per quanto riguarda il nostro settore: solo negli ultimi 12 mesi la materia prima caffè - aggiunge Andreis - ha subito una variazione del 100%. Oltretutto il valore di mercato è fissato da un ente terzo e oggi questo prodotto è secondo per scambi commerciali solo al petrolio con prospettive di raggiungere il primo posto entro il prossimo anno".
Un trend che spinge il costo di questa materia a crescere: una situazione che riflette alcune dinamiche a livello globale. La pandemia in primis, ma anche le difficoltà logistiche, aziende che finiscono in default e il cambiamento climatico: il caffè è molto sensibile alle variazioni di temperature e la previsione è quella che più del 50% dei terreni attualmente coltivabili non sarà più adattato a questa coltura da qui al 2050.
"Nel 2019, per esempio, un container costava circa 900 dollari, oggi la cifra è schizzata a 12 mila. Ma in generale tutte le voci di bilancio fanno segnare segni 'più' davvero importanti - continua l'amministratore delegato di Bontadi - la carta per il packaging è di difficile reperibilità e le consegne avvengono sempre più spesso in ritardo. Anche in questo caso il costo del materiale è raddoppiato. E poi ci sono le bollette per l'energia, quelle di novembre-dicembre dell'anno appena concluso pesano il doppio".
Una serie di nodi sui quali un fornitore è chiamato a fare le dovute riflessioni per ritrovare un equilibrio tra costi e ricavi. "Si può intervenire acquistando a parità di prezzo una materia prima di seconda o terza scelta per contenere le spese e affrontare questo periodo in modo più sereno. Ma questa non è la nostra filosofia - dice Andreis - siamo fortemente legati alle tradizioni e ai rigidi protocolli a cui viene sottoposta la materia prima tra tracciabilità e certificazioni. Seguiamo direttamente l'approvvigionamento delle materie prime, collaboriamo da tempo con fazende che garantiscono gli standard di massima affidabilità. Una decisione diversa non sarebbe rispettosa nei confronti del consumatore e della storia aziendale: gli sforzi nei decenni per raggiungere questa posizione di mercato non può essere messa in discussione abbassando la qualità del marchio".
L'altra strada è quella di mantenere la qualità. Ma a quale prezzo? "Il quadro economico e finanziario che affrontiamo non è facile ma si deve tenere duro e affrontare questo momento complicato attraverso la ricerca di un equilibrio in grado di salvaguardare tutte le parti in causa in attesa della normalizzazione del mercato. Anche se oggi appare inevitabile un ritocco dei listini con tutto quello che consegue per il consumatore finale", conclude Andreis.