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Caro bollette e materie prime, gli industriali: ''Covid, speculazione e instabilità geopolitica costringono a interrogarci sulla Green economy e come arrivarci''

Roberto Busato, direttore generale di Confindustria: "Oggi per fare impresa serve un atteggiamento ancora più attento per compiere le scelte corrette. L'emergenza Covid, la speculazione, l'instabilità geopolitica complicano il quadro. Tutti gli imprenditori ormai hanno una sensibilità ambientale e gli obiettivi di sviluppo sostenibile, previsti dall’Agenda 2030, sono chiari; sono però aumentate le complessità e il percorso per arrivare alla Green economy è veramente difficile"

Di Luca Andreazza - 07 febbraio 2022 - 05:01

TRENTO. "La sostenibilità ambientale è l’obiettivo di tutti noi ma un'azienda non può perdere di vista anche la sostenibilità economica". A dirlo Roberto Busato, direttore generale di Confindustria. "Il traguardo è chiaro, però è difficile individuare la strada più corretta. L'emergenza Covid, il caro bollette e l'aumento generalizzato dei costi delle materie prime mettono sul tavolo più interrogativi che risposte: il mondo imprenditoriale è chiamato a scelte lungimiranti ma anche a interpretare le sfide future per sviluppare la Green economy".

 

Alle incertezze legate alla pandemia, si è aggiunta la forte salita dei prezzi delle materie prime. Praticamente tutti i settori si trovano alle prese con la gestione della crescita del costo dell’elettricità e del gas naturale, così come delle altre commodities. Criticità per il turismo (Qui articolo) mentre i negozi hanno deciso di protestare con luci e vetrine spente (Qui articolo). Una situazione che colpisce l'intera filiera produttiva, come raccontato a Il Dolomiti da Torrefazione Bontadi o  il Pastificio Felicetti. Un aumento che rischia di rallentare la ripresa avviata in modo deciso dopo il lockdown

 

"L'anno scorso le aziende trentine sono riuscite a lavorare bene a fronte degli aumenti di alcuni componenti - spiega Busato - il trend di crescita dell'energia e delle materie prime si era già fatto sentire, ma la grande richiesta del mercato ha consentito alle imprese di ritoccare al rialzo i listini prezzi, permettendo di assorbire l’aumento dei costi. Inoltre, la chiusura delle frontiere, dovuta alla pandemia, ha permesso alle aziende di operare con maggiore tranquillità nel mercato domestico e anche in quello europeo. Le imprese hanno potuto così trovare un equilibrio tra ricavi e uscite".

 

Negli ultimi mesi, la riapertura dei mercati internazionali ha causato però una battuta d'arresto. Se da un lato c'è una maggiore possibilità di stringere accordi e di concludere affari, dall'altro lato si è dovuti ripiegare sul fronte dei prezzi: un punto di rottura. La competizione si è allargata e i listini sono stati aggiornati nuovamente all'epoca pre-Covid. "Nel frattempo però i costi aziendali sono decollati tra protocolli di sicurezza e materie prime. La coperta è diventata cortissima: si mantengono i prezzi alti e non si è più competitivi sul mercato oppure si lavora sottocosto e non si riesce a raggiungere l’equilibrio di bilancio".

 
I dati del Consorzio Assoenergia fotografano una situazione delicata per molte aziende, soprattutto per quelle produttive che consumano molta energia: il gas ha raggiunto picchi del +400% e l’energia elettrica di quasi +250%.

 

"Per esempio - dice Busato - un’impresa manifatturiera che ha un consumo di 300 mila kilowattora al mese, si è trovata a dover sostenere bollette molto più pesanti: da 46 mila euro a gennaio 2021 a 106 mila euro a dicembre dello stesso anno. In 12 mesi un’azienda del settore alimentare che consuma 100 mila metri cubi di gas naturale è passata da 24 mila euro al mese a una bolletta da più di 100 mila euro. Siamo in presenza di un raddoppio abbondante del costo per l’energia e di quattro volte per il gas; questi aumenti incidono pesantemente sull'operatività delle imprese che rischiano di non essere più competitive sul mercato e quindi, nel lungo periodo, alcune potrebbero essere addirittura a rischio di chiusura".

 

Il governo è intervenuto l'anno scorso per calmierare la risalita dei prezzi e anche nelle scorse settimane con il decreto sostegni ha cercato di dare risposte ai numerosi campanelli d'allarme. "Le simulazioni indicano un trend di normalizzazione e di assestamento nei prossimi mesi: si tratta però di un new normal perché sarà difficile ritornare alle condizioni del 2019. E' necessario intervenire nel breve, come è stato in parte fatto, ma anche sul lungo periodo. Alcune aziende  - aggiunge Busato - hanno cercato di spostare la produzione in orario notturno in quanto l'energia ha costi inferiori, però non è banale procedere a questo tipo di riorganizzazione. Si cerca di mettere qualche toppa in questa fase mentre serve qualcosa in più per trovare soluzioni strutturali".

 
Negli anni le Associazioni di categoria si sono organizzate attraverso una rete di Consorzi per fare economia di scala e per cercare di intercettare i prezzi migliori per le forniture con l'obiettivo di parare il colpo sulle fluttuazioni in caso di forbici particolarmente ampie. E' il caso di Asat (Qui articolo), ma anche di Confindustria.

 

"Le imprese consorziate  in Assoenergia - aggiunge il direttore di Confindustria - hanno avuto nel 2021 dei grossi risparmi: un incremento dei costi energetici ben inferiore all’aumento del mercato dovuto al pre-acquisto di gas e di energia effettuato dal Consorzio a inizio dello scorso anno o nei momenti di calo dei prezzi”. 

 

Il ruolo di un Consorzio d’acquisto è quello di cercare di presidiare il mercato e strappare i migliori contratti possibile per le forniture. "È questa un'area che intendiamo potenziare ulteriormente con l'assunzione di personale dedicato. Inoltre come associazione abbiamo valutato come sviluppare nuovi strumenti da mettere a disposizione delle imprese associate. Recentemente - prosegue Busato - abbiamo rilasciato una piattaforma in collaborazione con Prometeia: un servizio di “market intelligence” che monitora gli andamenti di 70 commodities per consentire ad un’impresa di avere per le diverse materie prime la previsione sull’andamento futuro dei prezzi e strumenti di analisi adeguati per ricavare un trend di prospettiva".

 

Un servizio pensato, soprattutto per le Pmi del territorio. "Le grandi realtà - sottolineano gli industriali - in genere sono più strutturate per realizzare questo tipo di analisi, questa piattaforma si rivolge a quelle imprese che necessitano di un accompagnamento per non subire totalmente le dinamiche di mercato. Siamo in fase di lancio del servizio e nelle prossime settimane prevediamo alcuni incontri e webinar per spiegare bene l’utilizzo della piattaforma alle aziende. Sono in agenda anche incontri con focus di settore per illustrare come affrontare meglio la crisi e trovare nuove opportunità".

 

Un aumento dei prezzi delle materie prime che si inserisce anche nell'esigenza di puntare sulla transizione ecologica. "La scommessa è quella di mantenere questo importante obiettivo, ma di usare ingegno e analisi per investire sulle soluzioni green e garantire allo stesso tempo una sostenibilità economica. Penso al settore alimentare: alcune aziende hanno investito negli impianti di cogenerazione per creare energia utilizzando gli scarti delle lavorazioni. Un sistema che prevedeva l'apporto di gas per creare energia elettrica: i costi pre-pandemia erano assolutamente convenienti ma oggi con la risalita vertiginosa del prezzo del gas naturale, questi impianti sono stati spenti perché non più convenienti; un processo virtuoso che non è più economicamente sostenibile".

 

Un parallelo si può fare anche con l'automotive. "Siamo sicuri che l'elettrico sia la strada giusta oppure conviene puntare sull'idrogeno? Oggi per fare impresa serve un atteggiamento ancora più attento per compiere le scelte corrette. L'emergenza Covid, la speculazione, l'instabilità geopolitica complicano il quadro. Tutti gli imprenditori ormai hanno una sensibilità ambientale e gli obiettivi di sviluppo sostenibile, previsti dall’Agenda 2030, sono chiari; sono però aumentate le complessità e il percorso per arrivare alla Green economy è veramente difficile", conclude Busato.

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