Franco Ianeselli nel mirino del sindacato di base multicategoriale. La Cgil: "Chi specula sulla pelle dei lavoratori sono altri"
Nella notte in via Muredei sono comparsi striscioni e manifesti contro la gestione della Whirlpool. Ianeselli: "Non ci facciamo intimidire"
TRENTO. "Ianeselli come Razzi. Fatti un disoccupato tuo, ci fai la 'Krana'", "Noi 'agitatori professionisti', voi sindacalari affaristi. Il modello Whirlpool vi ha fruttato 320 mila euro (Rti Volver)", 'Noi organizzatori di 'squadre d'assalto' contro il potere, voi a caccia della sedia sotto il sedere", "Noi 'modalità intimidatorie', voi trasmissione Wanna Marchi', questi i manifestati i manifesti posizionati nel corso della notte dal Sindacato di base multicategoriale davanti alla sede della Cgil in via Muredei a Trento.
E' risaputo che Fulvio Flammini e Franco Ianeselli non si possano vedere e i dissapori si sono acuiti nella gestione della vertenza Whirlpool. L'ultima goccia a far traboccare il vaso, colmo ormai da tempo, sono state le dichiarazioni, definite 'esilaranti' dal sindacato di base multicategoriale, del segretario della Cgil che ha preso posizione contro l'irruzione in consiglio provinciale. "Difficile - commenta Ianeselli - immaginare modalità diverse da parte di chi usa il blitz e l'offesa, non andando lontano anche dall'intimidazione per criticare o affermare le proprie idee".
La vicenda è nota, così come le posizioni dei due sindacalisti. La multinazionale americana ha chiuso i battenti nel febbraio del 2014 lasciando a casa 454 addetti e 154 lavoratori dell'indotto. Una crisi occupazionale solo in parte riempita dal provvidenziale e importante avvento di Vetri Speciali. La fabbrica di contenitori in vetro per alimenti ha infatti assorbito 118 addetti ex Whirlpool, ma gli altri sono rimasti in mobilità, per molti già scaduta o in scadenza. Le stime di Fulvio Flammini parlano di 200 unità ancora senza lavoro, abbandonati dai sindacati confederati.
"La gestione della vertenza Whirlpool tra la multinazionale e i sindacati, Cgil in prima fila, è stata difficile - ammette Ianeselli - ma il confronto ha prodotto importanti risultati, come un piano sociale straordinario (il riferimento è all'intervento da 25 milioni di euro grazie ai quali i lavoratori hanno potuto ottenere l'integrazione del 100% dello stipendio per tutta la durata della disoccupazione, ndr), gli incentivi all'esodo e un piano di formazione ad hoc per la riqualificazione in accordo con la Provincia e l'Agenzia del lavoro, senza dimenticare il fondo speciale dell'Unione europea da 3 milioni di euro per la formazione".
Fulvio Flammini, che ha fondato la propria organizzazione sindacale dopo essere stato espulso dalla Cgil nel 2011, ha sempre ribadito che i corsi di formazione si sono rivelati inutili e che il tanto decantato modello Whirpool si sia rivelato fallimentare.
"Non abbiamo nessuna difficoltà nel dire che quella della Whirlpool è stata una vicenda difficile – ribatte il segretario della Cgil - ma purtroppo non è l'unica. Rivendichiamo il dovere di rappresentare e tutelare tutti i disoccupati. Per quelli della multinazionale il sindacato, quello stesso che oggi viene dileggiato sui manifesti, ha strappato uno sforzo straordinario, un piano sociale che moltissimi altri lavoratori e lavoratrici che hanno perso l'occupazione non hanno avuto. Si pensi solo alla più recente vicenda Sait che, ad oggi, manda a casa 130 persone senza un centesimo: nessun incentivo all'esodo e nessuna risorsa per la formazione. La Cgil del Trentino non cambia posizione e non viene meno al proprio impegno nei confronti di tutti i lavoratori e tutti i disoccupati. Non sarà questo ad intimidirci".
Nel mirino anche le responsabilità di gestione che si intrecciano, sotto la lente d'ingrandimento finisce Rti Volver che comprende associazioni temporanea di impresa a capo di Confindustria e delle tre principali sigle sindacali. Davanti all'accusa che il sindacato di via Muredei avrebbe guadagnato da questa vertenza chiarisce che "la Cgil del Trentino - dice Ianeselli - è accreditata come ente formatore e ha partecipato nel rispetto delle norme ad un bando europeo condotto da Agenzia del lavoro per la formazione dei lavoratori ex Whirlpool, realizzando inoltre due corsi per la formazione di assistenti famigliari. Il sindacato ha incassato poco più di 12 mila euro per le spese di segreteria, rendicontazione, gestione dei corsi e predisposizione materiale formativo, al netto delle spese di docenza. Una cifra quindi ben lontana dai 350 mila euro che riportano gli striscioni e, in ogni caso, sono stati ottenuti legittimamente e utilizzati per il pagamento dei docenti e di tutte le spese dei corsi, nella massima trasparenza. Non siamo certo noi a speculare sulla pelle dei lavoratori".
Non mancano le reazioni di solidarietà verso la Cgil e il segretario Franco Ianeselli: "Condanniamo con fermezza questo vile atto intimidatorio - dice il governatore Ugo Rossi - a cui va la solidarietà della Giunta provinciale, e rilanciamo il nostro impegno per cercare, tutti insieme, oltre le diverse posizioni politiche, di svelenire il clima che si respira nel Paese e purtroppo anche in Trentino, fomentato da chi vuole solo spargere benzina sul fuoco".
Solidale anche il presidente di Confindustria Giulio Bonazzi: "Solidarietà alla controparte sindacale, in un Trentino che è anche laboratorio di relazioni industriali virtuose", interviene anche Bruno Dorigatti: "Ormai - dice - quasi non ci si stupisce più di fronte all’ennesimo atto intimidatorio contro la sede della Cgil del Trentino. Tempestivo e non del tutto inaspettato, purtroppo, a pochi giorni dall’occupazione dell’aula del Consiglio provinciale. Invece bisogna avere la responsabilità di indignarsi: perché il confronto politico e sindacale può anche essere aspro, ma non può mai travalicare il confine del rispetto nei confronti delle Istituzioni e delle organizzazioni che, come i sindacati confederali, rappresentano ancora la stragrande maggioranza delle lavoratrici e dei lavoratori dipendenti".
"L’interlocuzione - prosegue l'ex sindacalista - non è mai stata negata a nessuno, in questi anni, nemmeno nei momenti più duri: non si contano gli incontri che questa Presidenza ha organizzato con la miriade di sigle del sindacalismo di base o con i più diversi comitati, e sulla questione Whirlpool in particolare l’attenzione del Consiglio e della Giunta è stata massima. Ma non è più accettabile che passi il messaggio per il quale è sufficiente occupare la sede degli organismi democratici o violare la dignità dei sindacati confederali per vedere affermate le ragioni della protesta".
"Alle lavoratrici e ai lavoratori - conclude Dorigatti - alle disoccupate e ai disoccupati, il Consiglio ha il dovere di dare sempre la massima attenzione, nella consapevolezza che quello che viviamo è un tempo di complessi e spesso dolorosi cambiamenti del modello produttivo, e che le politiche che la Provincia deve continuare a mettere in campo devono rispondere ai loro bisogni di reddito, formazione e qualificazione professionale. Non è però ammissibile che, mascherandosi dietro lo spontaneismo del rancore sociale, si mettano in atto forme di lotta strumentali e che poco o nulla hanno a che vedere con gli interessi dei lavoratori: in ballo c’è la coesione sociale della nostra comunità, ed è bene che su questo tutte e tutti riflettano responsabilmente, senza partigianerie, strumentalizzazioni e effimeri interessi mediatici".