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Dana, l'incontro al Ministero preoccupa i sindacati: "Nessuna rassicurazione, solo la certezza che parte della produzione trentina sarà delocalizzata in Messico"

I sindacati hanno chiesto quali siano i motivi per i quali ad essere colpito dalla scelta di delocalizzare è proprio e soltanto, tra i 30 stabilimenti Dana nel mondo, lo stabilimento di Rovereto, con un impatto pesante sul territorio provinciale, ottenendo risposte giudicate evasive e del tutto insoddisfacenti

Pubblicato il - 23 gennaio 2025 - 19:28

TRENTO. Molte conferme e poche sorprese. Sintetizzano così i sindacati trentini l’incontro di oggi, giovedì 23 gennaio, al Ministero delle Imprese e del Made in Italy sul futuro degli stabilimenti Dana in Italia.

 

La dirigenza della Dana, convocata per fornire spiegazioni e chiarimenti sulle recenti decisioni della multinazionale, ha chiarito che la vendita della divisione Off-Highway (componenti per veicoli del settore agricolo e delle costruzioni) coinvolge tutti i 30 stabilimenti sparsi nel mondo, che occupano complessivamente 9.500 dipendenti.

 

Tutte le quattro società italiane di proprietà della corporate americana, Dana Graziano, Dana Motion Systems Italia, Dana TM4 e la "trentina" Dana Italia, sono coinvolte nella vendita, che interesserà 11 dei 12 stabilimenti italiani dove lavorano 3.800 dipendenti, dei quali circa 950 in provincia di Trento.

 

Se le rappresentanze sindacali hanno apprezzato le parole del Governo, che ha detto che la questione è di interesse nazionale, le preoccupazioni per gli scenari che potrebbero aprirsi con la vendita, anche alla luce del nuovo quadro politico internazionale, rimangono tutte.

 

La dirigenza della Dana ha peraltro confermato e ufficializzato lo spostamento in Messico, da metà 2026, di circa il 30 per cento della produzione dello stabilimento di Rovereto.

 

I sindacati hanno chiesto quali siano i motivi per i quali ad essere colpito dalla scelta di delocalizzare è proprio e soltanto, tra i 30 stabilimenti Dana nel mondo, lo stabilimento di Rovereto, con un impatto pesante sul territorio provinciale, ottenendo risposte giudicate evasive e del tutto insoddisfacenti.

 

“Oggi non abbiamo avuto nessuna rassicurazione, ma solo la certezza che parte della produzione trentina verrà delocalizzata, senza alcun reale impegno a garantire l’occupazione”, hanno dichiarato a margine del confronto romano i sindacati trentini. Intanto domani e lunedì i lavoratori degli stabilimenti di Arco e Rovereto si riuniranno in assemblea.

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