Coop Alto Garda, guerra sui numeri allo sciopero. Coop: "I sindacati rifiutano la trattativa". Cgil: "Vogliono fare i candidi. Dirigenza non all'altezza"
Sabato scorso si è svolto lo sciopero. Coop Alto Garda: "Solo il 40% ha aderito allo sciopero. Fatti gravi e cordone umano per non far entrare i clienti. Ci scusiamo con l'utenza". Cgil: "Affermazioni ridicole: la clientela ha solidarizzato con i lavoratori"
RIVA DEL GARDA. "Cinquantadue lavoratori su 130 hanno aderito alla sciopero, un'adesione pari al 40%. Difficile capire come i sindacati possano aver stimato addirittura 80 persone per turno. La maggioranza dei dipendenti era presente al lavoro perché, evidentemente, è forte l'attaccamento alla cooperativa e molti lavoratori hanno preferito non far mancare il proprio apporto in una giornata chiave come un sabato pre natalizio", questa la nota del managment della Coop Alto Garda attraverso l'ufficio stampa.
I sindacati dall'altra parte avevano dimostrato piena soddisfazione per il secondo sciopero nella storia (il primo è datato oltre 30 anni fa, ndr) della cooperativa, indetto dai lavoratori della Coop Alto Garda sabato scorso: "I dipendenti - spiega Mirko Carotta, segretario di Filcams Cgil - hanno aderito allo sciopero tra il 60% e il 70% nei tre turni fra piazza Mimosa, Vigne di Arco e il centro commerciale Blue Garden".
L'azienda si rammarica e denuncia però alcuni spiacevoli episodi accaduti sabato quando "In piazzale Mimosa e al Blue Garden - spiega l'Ufficio stampa di Coop Alto Garda - alcuni manifestanti hanno formato un cordone umano per impedire materialmente ai clienti di entrare a fare la spesa. Il sacrosanto diritto di manifestare la propria opinione, anche informando i clienti, non può sconfinare in comportamenti di questo tipo. L'azienda si scusa dunque con i clienti che hanno sopportato questo disagio".
Sembra però che non sia stato l'unico episodio: "Altro fatto molto grave a Vigne - continua la nota della cooperativa - quando alcuni manifestanti hanno inveito con frasi offensive e pesanti verso i colleghi al lavoro. Sacrosanto è il diritto allo sciopero, altrettanto sacrosanta è la decisione di non scioperare. Anche questa volta è l'azienda a scusarsi con le persone che hanno sopportato questo comportamento. Episodi, come detto, spiacevoli e anche gravi: tanto più gravi se si pensa che in più occasioni i sindacati avevano ipotizzato, da parte dell'azienda, la condotta antisindacale: ebbene pare che sia stata la controparte ad andare decisamente oltre all'esercizio dei propri diritti. L'azienda non ha invece violato alcun diritto.Tra le altre cose, è davvero incredibile che alcuni lavoratori abbiano dichiarato di essere felici per aver convinto alcuni clienti a fare la spesa dalla concorrenza, manifestando l'esplicita volontà di danneggiare l'azienda in cui lavorano: qualcosa di decisamente diverso dal diritto allo sciopero".
"Queste affermazioni - prosegue Carotta - sono emblematiche di una dirigenza non all'altezza. Abbiamo ricevuto per l'ennesima volta un comunicato senza firma e non sappiamo il soggetto di riferimento per questa situazione. Non ci interessa entrare nel merito dei numeri, spiace invece constatare come la preoccupazione della Coop sia quella di scusarsi con la clientela che non ci ha mostrato alcuna ostilità. Anzi si sono mostrati molto solidali con i lavoratori. La cooperativa dovrebbe essere preoccupata invece del tasso di conflittualità con i propri dipendenti soci e l'impossibilità di sfruttare l'enorme potenziale dei 16 mila soci della Coop che preferiscono rivolgersi ad altri esercizi. Il riferimento ai cordoni per impedire l'accesso al supermercato è oltremodo ridicola e le scuse verso i clienti sono fuori luogo, in quanto hanno pienamente sostenuto lo sciopero".
La trattativa però resta in stallo e volano le accuse. "La coop dovrebbe abbandonare - dice il sindacato - la sua rigidità e discutere intorno a un tavolo. I lavoratori non possono pagare per le decisioni sbagliate prese dai vertici aziendali".
La risposta dell'azienda non si fa attendere: "Non è mai stata chiusa la porta alla trattativa, al contrario dei sindacati - comunica la cooperativa attraverso il suo organo di stampa -. Il tavolo della trattativa, chiamato a parlare di contratto integrativo e anche di strategie aziendali, di fatto non è mai partito. Molto tempo è stato perso: tempo durante il quale l'integrativo poteva essere riscritto così come Coop Alto Garda ha sempre chiesto di fare. Si è invece scelto di procrastinare l'inizio della vera trattativa e di alzare progressivamente i toni del confronto, fino allo sciopero di sabato".
"Tutte le scelte aziendali - conclude Coop Alto Garda - sono state prese per il bene della cooperativa e soprattutto per la salvaguardia dei posti di lavoro. Molto difficile è invece comprendere le vere intenzioni di chi, sabato, mandava i clienti a far la spesa altrove e, oggi, chiede di trovare nuovi modi per fidelizzarli e attirarli nei nostri negozi".
"Aspettiamo - conclude Carotta - la convocazione, ma non siamo nati ieri e non abbiamo nessuna intenzione di fare una trattativa mettendo la testa nella ghigliottina. La Coop Alto Garda vuole fare la candida e la direttrice Comencini dovrebbe smetterla di giocare a fare Bincaneve. Sappiamo già dove vogliono andare a finire: imporre un rinnovo contrattuale completamente legato all'utile di bilancio. Intendiamo, ma non ci stiamo. Ribadiamo: i lavoratori non possono pagare per errori dell'azienda".