Dallapiccola e Olivi: ''Attendiamo ancora le misure anti-crisi ma accelerano sulla riforma del turismo, pensata quando il coronavirus non esisteva"
In piena emergenza coronavirus, l'assessore al turismo pensa a stravolgere l'assetto di un settore fino a oggi strategico per il Trentino. I sindacati Cgil, Cisl e Uil: "Il coronavirus molto probabilmente imporrà una ridefinizione anche della proposta turistica del nostro territorio, trovarsi con uno strumento normativo già obsoleto equivarrebbe a perdere un’opportunità"

TRENTO. "Nell'attendismo diffuso della Giunta provinciale è ancor più curiosa l’accelerazione dell’assessore al turismo". Così l'ex assessore Michele Dallapiccola sulla riforma del turismo che viene portata avanti dalla Provincia a trazione leghista (Qui articolo), che aggiunge: "Nel periodo più buio della storia di questa attività, decide che per risollevare il morale del comparto vanno scompaginate tutte le regole di funzionamento".
Ma sono diverse le reazioni a questa accelerazione in piena emergenza coronavirus. "Attendiamo, con urgenza crescente, che la Giunta si esprima con scelte certe sul futuro del nostro calendario scolastico, sull’entità degli aiuti alle imprese, sulle misure di sostegno all’occupazione e ai redditi - commenta l'ex vice presidente Alessandro Olivi - la Giunta decide invece di dare priorità ad una riforma delle Apt pensata, scritta e proposta quando il Covid-19 ancora semplicemente non esisteva".
Spiazzati anche i sindacati. "Quello attuale è il momento meno opportuno per portare in Consiglio provinciale la riforma del turismo. Siamo ancora in piena emergenza sanitaria - dicono Andrea Grosselli (Cgil), Michele Bezzi (Cisl) e Walter Alotti (Uil) - la situazione in Trentino è ancora drammatica e non c’è in questo momento né l’attenzione necessaria né l’urgenza di affrontare un argomento così importante".
Sono diversi i nodi messi in luce. "L'intenzione della Provincia - aggiunge Dallapiccola - sembra quella di ridurre del 50% il finanziamento alle Apt e sospendere il trasferimento della quota residua per il corrente esercizio. Quest’ipotesi aggiunge incognite a un generale grado di preoccupazione degli operatori turistici che si troveranno a dover sostenere spese straordinarie per le strutture ricettive per tutte le installazioni/dotazioni di Dpi richieste in fase di riapertura a fronte di un ridotto tasso di occupazione".
Le Aziende per il turismo si potrebbero trovar a far i conti con un calo delle risorse e contemporaneamente a ridefinire assetti e equilibri. "A strumenti di finanziamento con la copertura della quota interessi da parte della Pat, integrati da necessari interventi a fondo perduto - evidenzia il consigliere provinciale del Patt - si potrebbe allargare a livello provinciale un'ottima iniziativa intrapresa dall'Apt di Rovereto: sospendere la quota di partecipazione degli operatori privati all'Apt, questa operazione produrrebbe un micro flusso di liquidità proprio a favore delle strutture ricettive. Un provvedimento che si potrebbe applicare anche alle Apt più strutturate dove la quota di partecipazione privata è molto importante".
Un meccanismo che consentirebbe di raggiungere quei 13 milioni che si cercano attraverso i tagli pubblici. "A questo si potrebbe aggiungere l'ipotesi di ritardare il versamento della tassa di soggiorno fin qui raccolta a data da destinarsi: gli operatori potrebbero recuperare quelle poche ma importanti migliaia di euro utili alla gestione straordinaria dell'emergenza e dei relativi Dpi", dice Dallapiccola.
Un metodo che non convince. Tante le parti in causa che attendono le misure per contrastare la crisi economica e la priorità è stata data alla riforma sul turismo.
"Non sappiamo se, e come, le strutture ricettive potranno riaprire per la stagione estiva; se, e come, saranno agibili i prati delle nostre montagne e le spiagge dei nostri laghi; se, e come, le persone potranno muoversi sul territorio per le loro vacanze - spiega Olivi - ma la Giunta provinciale approva prima di tutto un testo redatto mesi fa, del tutto indifferente alle richieste trasversali di sospendere una proposta di legge ormai evidentemente inattuale e dunque priva di urgenza. Oggi, dunque, invece che confrontarci con la proposta di misure innovative e con un piano straordinario che possa accompagnare un settore che è costretto a cimentarsi con una rapida e radicale trasformazione, ragioneremo se è meglio avere una Apt in più o in meno e che confini dargli. Proprio ciò di cui avevamo bisogno".
Contrari, come anticipato, anche i sindacati. "Sollecitiamo l’assessore Failoni a prendere tempo e aprire un confronto costruttivo in autunno. Serve al comparto e serve all’intero Trentino che ha nel turismo un settore trainante. La riforma, pur condivisibile in alcuni contenuti come quello sulla ridefinizione delle Apt e il maggiore coinvolgimento dei privati nel loro finanziamento, rischia di essere vecchia".
Una riforma concepita prima della crisi. "Il coronavirus - concludono Grosselli, Bezzi e Alotti - molto probabilmente imporrà una ridefinizione anche della proposta turistica del nostro territorio, trovarsi con uno strumento normativo già obsoleto equivarrebbe a perdere un’opportunità. Oggi non siamo in grado di prevedere se ci saranno le condizioni per l’avvio della stagione estiva e neppure di quella invernale. Si valuti attentamente di rimandare la discussione a dopo l’estate, per trovare insieme le strategie migliori per il turismo trentino del prossimo futuro".