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Dal benessere animale alla qualità del latte, dalla crisi climatica ai pascoli: più di 43 milioni per migliorare la filiera del Trentingrana: "Progetto pionieristico"

Sono stati presentati i contenuti e gli obiettivi del progetto che sarà sviluppato nei prossimi 3 mesi. Un’iniziativa per il miglioramento della filiera del Trentingrana, con un investimento complessivo di oltre 43 milioni di euro, 25 beneficiari e il coinvolgimento di enti di ricerca nazionali, tra cui la Fondazione Mach

Pubblicato il - 14 febbraio 2025 - 21:15

TRENTO. Un progetto per migliorare il benessere animale e la qualità del latte, ma anche per applicare un'economia circolare nella gestione dei sottoprodotti della filiera. Altri obiettivi sono il miglioramento della genetica bovina per una maggiore resilienza ai cambiamenti climatici e allo sviluppo di indicatori di biodiversità per la valorizzazione dei pascoli montani. 

 

Questi alcuni temi affrontati in "Contratto di filiera Trentingrana: il sapore della qualità e della sostenibilità", un convegno ospitato dalla Federazione provinciale allevatori, guidata dal presidente Giacomo Broch. Un'iniziativa che si colloca nell'ambito dei contratti di filiera agroalimentare, strumenti di sostegno agli investimenti nel settore previsti dal del Mipaaf (selezionato nell’Avviso pubblico numero 182458 del 22 aprile 2022, posizionandosi all’ottavo posto su 318 domande di accesso alle agevolazioni).

 

Il progetto, promosso dal Consorzio dei Caseifici Sociali Trentini (Concast) e coordinato dal Ciheam Bari, prevede il coinvolgimento di quattro enti di ricerca nazionali: il Dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università di Bari Aldo Moro, il Dipartimento di Scienze Mediche Veterinarie dell’Università di Bologna, il Dipartimento di Agronomia, Animali, Alimenti, Risorse Naturali e Ambiente dell’Università di Padova e la Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige. 

 

"Si tratta di un progetto pionieristico - spiega Stefano Albasini, presidente di Trentingrana-Concast - che valorizza l’intera filiera trentina, dagli allevamenti alla trasformazione fino alla commercializzazione". 

 

L’iniziativa si concentra su tutte le fasi della produzione del Trentingrana, con interventi mirati allo sviluppo di tecniche di alimentazione di precisione per migliorare il benessere animale e la qualità del latte, all’applicazione dell’economia circolare nella gestione dei sottoprodotti della filiera, al miglioramento della genetica bovina per una maggiore resilienza ai cambiamenti climatici e allo sviluppo di indicatori di biodiversità per la valorizzazione dei pascoli montani.

 

Il progetto coinvolge 25 soggetti beneficiari, tra cui 18 imprese agricole attive nella produzione primaria tra Trentino Alto Adige, Lombardia e Puglia, 5 imprese di trasformazione e commercializzazione dei prodotti localizzate tra Trento, Bolzano e Lombardia, 1 impresa di stagionatura, confezionamento e commercializzazione in Trentino Alto Adige e i 5 enti di ricerca.

 

Gli investimenti ammissibili ammontano a 43.803.088,91 euro, di cui 34.162.838,60 destinati al Trentino Alto Adige (il 77,99%), 6.640.250,31 alla Lombardia (pari al 15,16%) e 3.000.000 alla Puglia (pari al 6,85%). 

 

“L’obiettivo - aggiunge Vincenzo Verrastro, coordinatore del progetto per il Ciheam Bari - è migliorare la sostenibilità e la resilienza degli allevamenti in alta montagna, applicando soluzioni innovative per la gestione della filiera".

 

Con questa iniziativa si punta a garantire la sostenibilità dell’intera filiera, in coerenza con i sei obiettivi ambientali previsti dal Regolamento numero 852/2020, che comprendono la mitigazione dei cambiamenti climatici, l’uso sostenibile delle risorse idriche e la transizione verso un’economia circolare. Tutte le aziende aderenti dispongono della Certificazione di Filiera UNI EN ISO 22005 e della certificazione di sostenibilità UNI EN ISO 14067:2018 relativa all’impronta climatica dei prodotti. 

 

“Il progetto di ricerca – è stato evidenziato nel corso dei lavori - si svilupperà nell'arco di trentasei mesi. La conclusione è prevista entro il 2027 e si concentrerà su tutte le fasi di produzione del formaggio Trentingrana”. Nel corso del convegno è stato dato inoltre spazio alla valorizzazione dei sottoprodotti della lavorazione, al ruolo delle specie microbiche nei sieroinnesti e agli indicatori di biodiversità ed ecosistemi nei prati-pascoli. In chiusura, sono stati illustrati i risultati attesi, con benefici per la qualità del Trentingrana, la sostenibilità della filiera e la competitività del settore. 

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