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Aumenta ancora l'inflazione, in Trentino + 2.1% (contro una media nazionale dell'1.5). I sindacati: ''In 4 anni per i trentini prezzi aumentati del 21%. Famiglie impoverite''

I sindacati chiedono a Fugatti interventi  tempestivi: ''La priorità della Giunta provinciale deve essere quella di sostenere il reddito delle famiglie, favorendo la contrattazione collettiva di secondo livello e ampliando i meccanismi partecipativi, investendo in politiche abitative per abbattere i costi delle case diventate un lusso per molti lavoratori e lavoratrici, aggiornando all’inflazione reale le misure del welfare provinciale''

Pubblicato il - 21 febbraio 2025 - 18:42

TRENTO. I prezzi in Trentino continuano a correre. A gennaio la curva si conferma in salita con un incremento del 2.1% su base annua, ben al di sopra della media nazionale che si è fermata a un +1.5%. E in 5 anni i costi energetici per le famiglie sono letteralmente schizzati con un +42,7% e l'aumento generale dal 2020 ad oggi sulle spese delle famiglie trentine super il 20%. Lo certifica l'Istat e il commento è affidato ai sindacati che uniti spiegano: ''L’impoverimento delle famiglie non si arresta. Lo Stato sta intervenendo, la Provincia faccia la propria parte''.

 

Per il secondo mese consecutivo Trento si conferma tra le città più care d’Italia. Secondo l’Istat, infatti, a gennaio i prezzi nella nostra provincia sono cresciuti del 2,1% su base annua, al di sopra della media nazionale che si è fermata a +1,5% in base all’indice dei prezzi al consumo per l'intera collettività. Aumenti ancora più consistenti a Bolzano che resta la città con gli incrementi maggiori di tutta la penisola.

 

Nel dettaglio, sempre in base all’indice Nic di Istat, le spese che crescono maggiormente su base annua sono i prodotti alimentari, le spese per l’abitazione, quelle legate a ristorazione e alberghi e altri servizi. Significativo notare come negli ultimi cinque anni in Trentino l’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari abbia raggiunto il 28,2%, mentre le spese per la casa e l’energia siano cresciute addirittura del 42,7%. Complessivamente dal gennaio 2020 ad oggi le famiglie trentine hanno subito un aumento dei prezzi generali pari al 21,3% contribuendo così a rendere più poveri molti nuclei familiari nella nostra provincia, tanto che Istat nel 2023, ultimo dato disponibile, registrava la crescita delle persone in povertà relativa al 9,3% del totale della popolazione, superando così quota 50 mila persone in condizione di bisogno.

''Seppur negli ultimi mesi non siamo più davanti ad aumenti a due cifre - spiegano Cgil, Cisl e Uil - la corsa dei prezzi non ha subito una totale frenata e questa dinamica incide sul potere d’acquisto delle famiglie che hanno già alle spalle un biennio, quello tra 2022 e 2023, con un’inflazione significativa, contribuendo così ad impoverirle ulteriormente. La priorità della Giunta provinciale deve essere quella di sostenere il reddito delle famiglie, favorendo la contrattazione collettiva di secondo livello e ampliando i meccanismi partecipativi, investendo in politiche abitative per abbattere i costi delle case diventate un lusso per molti lavoratori e lavoratrici, aggiornando all’inflazione reale le misure del welfare provinciale, a cominciare dall’assegno unico, approntando urgenti misure contro il caro energia''.

 

''E’ importante che la Giunta si muova tempestivamente sul piano delle spese energetiche, i cui costi sono in aumento e si scaricheranno nei prossimi mesi sulle famiglie aggravando una situazione già complessa – fanno notare i segretari provinciali delle tre sigle sindacali, Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Largher -. Lo Stato su questo fronte sta già mettendo in campo nuovi interventi. In tal senso chiediamo già da subito al presidente Fugatti di condividere misure specifiche di sostegno alle famiglie contro il caro energia e di fare in modo che, questa volta, siano davvero eque. Questo capitolo di spesa assorbe una parte consistente dei redditi delle famiglie trentine quindi è importante farsi trovare pronti. Auspichiamo dunque che il tempismo e la celerità con cui la maggioranza intende affrontare la questione terzo mandato sia riservata anche a queste questioni che sicuramente impattano sulla vita dei cittadini in modo considerevole”.

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