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Un trentino ai vertici dell'associazione internazionale della vite, l'enologo Carlo De Biasi alla guida de Lien de la Vigne

L'enologo trentino Carlo De Biasi avrà il compito di adattare l’associazione alle realtà del business moderno, riconoscendo che la continua vitalità si basa sulla capacità di generare programmi pertinenti e interessanti per soci che affrontino i temi attuali della filiera vitivinicola internazionale: l'obiettivo è di sviluppare la diffusione della conoscenza e dell’innovazione

Pubblicato il - 17 febbraio 2025 - 16:49

PARIGI. C’è un trentino alla presidenza de Lien de la Vigne, l’associazione indipendente che unisce centri di ricerca pubblici e privati, produttori e strutture interprofessionali, dedita alla collaborazione, lo scambio e il trasferimento dell’innovazione tecnologica per il settore vitivinicolo. Lo ha deciso l’ultima riunione della congrega enoica, a Parigi, indicando nell’enologo Carlo De Biasi il nuovo presidente.

 

Nomina autorevole che consolida il prestigio di De Biasi, trentino Doc, esperienze in Veneto e già ai vertici della Cantina Toblino, per poi assumere il ruolo di direttore generale di San Felice Wine Estates, cantina con diverse sedi in Toscana (in primis Bolgheri e Montalcino) tra le più importanti nel panorama internazionale del vino.

 

Studi a San Michele all’Adige, laurea in Agraria all’ateneo di Milano, Carlo De Biasi ha subito frequentato importante sessioni del mercato enologico, ricoprendo da la carica di vice presidente dell’organismo che ora lo ha nominato al vertice. L’annuale assemblea si è svolta a Parigi il 13 febbraio alla Maison des Arts et Metiers e a trattato il tema dell’utilizzo dell’intelligenza artificiale e della robotica nel settore vitivinicolo.

 

Il presidente Peter Hayes ha introdotto l’analisi della situazione generale del settore e si è focalizzato su una analisi introduttiva delle principali sfide che il settore deve affrontare: dalla incertezza dei mercati e delle politiche commerciali internazionali, al cambiamento demografico in atto e agli atteggiamenti sociali nei confronti delle bevande alcoliche, nella minor fiducia da parte dei consumatori, fino all’impatto del cambiamento climatico sulle produzioni, alla minor disponibilità di manodopera e dell’aumento dei costi di produzione con modelli aziendali sempre meno sostenibili economicamente

 

Da qui l’attenzione su robotica e intelligenza artificiale nella gestione dei vigneti (strumenti di supporto alle decisioni), sia in cantina (strumenti per seguire le fermentazioni ma anche a livello di marketing, commerciale e organizzazione di impresa). Vista la vastità di implicazioni che l’IA può avere nel settore, questa conferenza è stata la prima di una serie su questo tema, data la rapida evoluzione delle tecnologie e dei sistemi che impiegano robotica, automazione e intelligenza artificiale.

 

Dopo 22 anni di presidenza Peter Hayes, nell'interesse della successione e della futura vitalità dell'associazione, identificando il profilo di età, la connettività e l'influenza all'interno del settore, ha passato il testimone di presidente a Carlo De Biasi (Italia) il quale avrà al suo fianco quali vice presidenti Mireia Torres (Spagna) e Joel Rochard (Francia) e il segretario tesoriere Etienne Montaigne (Francia).

 

Attualmente l'associazione riunisce 106 soci e 250 associati di 25 nazionalità, suddivisi in 2 collegi. Un collegio di scienziati pubblici per sostenere l’attuazione dei programmi e provenienti tra gli altri dall’Inra di Bordeaux, Montpellier, Colmar, Angers, dalle università di Poitiers, Bordeaux, Digione, Reims in Francia, Milano, Bari, Ancona, in Italia, Madrid e Saragozza in Spagna, Cornell e Davis negli Stati Uniti, stazioni di ricerca sul vino come Geilweilerhof in Germania o Changins in Svizzera, istituti di ricerca specializzati in professionisti come il Gwrdc in Australia, Agroscope in Svizzera, l’American Vineyard Foundation negli Stati Uniti

 

Carlo De Biasi, avrà il compito di adattare l’associazione alle realtà del business moderno, riconoscendo che la continua vitalità si basa sulla capacità di generare programmi pertinenti e interessanti per soci che affrontino i temi attuali della filiera vitivinicola internazionale perseguendo il proprio obiettivo di sviluppare la diffusione della conoscenza e dell’innovazione. Cercando di coinvolgere - questa la speranza di alcuni operatori delle Dolomiti - anche il comparto vitivinicolo delle zone vinicole lungo l’Adige.

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