“Una stella per amica”, un libro per raccontare l'astrofisica Margherita Hack. Giacomini: "Conoscerla è stato il più bel regalo che ho ricevuto"
Molto di più di un’amicizia. Un legame unico quello che ha segnato la vita professionale, ma soprattutto personale, di Alessandro Giacomini, autore del libro che oggi vuole raccontare l’astrofisica, icona del pensiero libero e dell’anticonformismo, ma anche donna dalla grande umanità
TRENTO. "Era spettinata, trasandata, semplice. Il suo tono schietto e le sue parole taglienti, ma giuste, le hanno spesso affibbiato l’appellativo di donna fredda, ma aveva un sorriso e due occhi color cielo che illuminavano ogni anima”. Alessandro Giacomini, fondatore e segretario dei Laici Trentini per i diritti civili, ora scrittore, prova a descrivere a parole la grande figura di Margherita Hack. Nasce così "Una stella per amica", un libro edito per Transeuropa edizioni, che racconta la compagnia di "Marga" nella vita dell'autore: "Il più bel regalo mai ricevuto".
L'idea nasce da un suggerimento di Giulio Giorello, profondo estimatore e amico di Hack, filosofo e matematico, anche lui impegnato nella diffusione di pensieri liberi, ma che purtroppo, non è mai arrivato a leggerne la conclusione, strappato alla vita lo scorso giugno. Alla stesura del libro sono però intervenuti anche altri contributi, come i ricordi personali di Sergio Staino, Piergiorgio Odifreddi e Don Pierluigi Di Piazza. Un vignettista, un ateo convinto e un prete anomalo, figure tutte che ben si accordano con Margherita.
“Quello che ci legava erano i diritti civili, per gli omosessuali, per le donne - racconta l'autore - il nostro primo incontro fu nel 1990 tra le poltrone di un programma televisivo. Mi colpì subito la sua capacità di entrare negli argomenti più difficili, nel modo più semplice e autentico. Dopo quel momento è solo nel 2000 che mi ritrovo ospite a casa sua. Quando venne ad accogliermi era l’emblema della strega, finché non esplose il suo grande sorriso. In casa c'erano più di 24mila libri, suo marito leggeva un quotidiano in inglese e lei che mi serviva con thè e torta: devo aver pensato di essere finito in un sogno. Da qui le prime discussioni e collaborazioni, poi, di anno in anno, un legame forte, come quello tra nonna e nipote, si è andato a saldare”.
Il racconto descrive così frammenti personali e inediti degli ultimi anni di vita della nota astrofisica. Un omaggio all'intenso concetto di libertà e alla profonda tolleranza di una donna di scienza che non ha mai imposto la sua laicità, anche quando la stessa è stata oggetto di polemiche e censure. Nel libro, ben si intuisce l'eredità di Hack, non solo nella lotta per i diritti civili, ma soprattutto nella sua umanità, nella sua sensibilità, e nel suo grande amore, spesso nascosto dalla rigidità delle parole.
“Io non capisco niente di astrofisica, ma lei sapeva spiegarla con semplicità - continua a raccontare - un giorno a pranzo, si è alzata da tavola, ha posto suo marito Aldo in un angolo, poi me e mia moglie in altri due e ha messo una lampada al centro a indicare il sole. Poi con un limone ha iniziato a girare intorno a noi, spiegandoci il nostro universo”. Questa era lei, una donna che amava portare la sua parola di incitazione per servire i diritti civili là dove ce ne era più bisogno, come nelle chiuse valli trentine, che insieme a Alessandro, è riuscita a conquistare convegno dopo convegno. Una donna sensibile, libera e indipendente, che rispondeva con fermezza “non mangio cadaveri” a chi le chiedeva perché fosse vegetariana.
“Gli occhi di Margherita erano i miei. Porterò sempre con me la sua semplicità e le sue attenzioni per il marito. Guardandola ho capito cos’era l’amore e il rispetto altrui, qualcosa che ancora io non riesco a fare. Il libro parla proprio di questo. Della vera Margherita Hack. Una donna che ha rinunciato all’estetica, al trucco, ai vestiti firmati, ai figli, per condurre la battaglia delle donne e dei diritti civili”.
Il libro già disponibile in prevendita sui principali siti online, sarà in libreria a partire dal 25 febbraio. “L’intero ricavato andrà in beneficienza - spiega ancora Alessandro - mi piacerebbe che sia gestito da un comitato di donne impegnate contro le violenze di genere. Questo è quello che sarebbe piaciuto anche a Margherita”.