Moreno Parmesan: due tumori alle spalle e il record del mondo di parapendio nel mirino
Secondo posto assoluto di prestigio nel Campionato Triveneto e l'annuncio: il prossimo anno cercherò di superare il record del mondo di volo in parapendio.
TRENTO. Testa, cuore e coraggio: oltre il parapendio, oltre la malattia, oltre due tumori. Reduce dal brillante secondo posto finale assoluto nel Campionato Triveneto, Moreno Parmesan, classe 1983 di Rovereto, annuncia che il prossimo anno proverà di nuovo a superare il record del mondo di volo in parapendio fermo ai 514 chilometri stabilito da tre piloti brasiliani nell'ottobre 2015.
“Questa stagione è stata un po' sfortunata, si sono corse solo 4 delle 8 tappe in calendario a causa del tempo e ieri sono stato rallentato da diverse rotture, ma sono comunque soddisfatto - raccornta Parmesan - pur avendo vinto tanto in carriera, la gara non è mai stato un mio pallino. Preferisco trasmettere la mia esperienza e passione alle nuove leve del Club Ali Azzurre Trentine e raccogliere soddisfazione dai loro risultati”.
Moreno Parmesan difende infatti i colori della società Ali Azzurre Trentine di Mori, storico club con oltre 40 anni di tradizione. La fondazione del sodalizio è addirittura antecedente alla federazione “quando il parapendio si chiamava aquilone e i pionieri di questo mondo sfidavano le forze ascensionali sfruttando solo tessuto e alluminio” - confida il roveretano
Si tratta del secondo tentativo di superare il record del mondo: la prima spedizione “Project +500” infatti non andò a buon fine. “Tanta sfortuna. Il luogo scelto in Brasile presenta delle ottime caratteristiche, ma le finestre buone per volare sono poche - ricorda Moreno Parmesan, l'unico ad alzarsi in volo in quel novembre 2015 - Un vento inclemente e un meteo avverso resero il volo molto tecnico e il resto dell'equipaggio (composto da altre 6 persone fra cui il trentino Eric Galas di Mori) non riuscirono a planare rendendo ancora più difficile l'impresa: trovare le correnti giuste da solo complica tutto”.
Moreno Parmesan la sua battaglia però l'aveva già vinta, due volte: “Tre anni anni fa mi è stato diagnosticato un tumore e sono stato operato. Sembrava tutto alle spalle, ma dopo 10 mesi di controlli ho iniziato a sentirmi di nuovo poco bene. Quindi un ulteriore test ha evidenziato un linfonodo di 12 centimetri in pancia e un lungo percorso di 4 mesi di chemioterapia”.
Ora l'atleta trentino lancia nuovamente la sfida ai libri di storia e valuta il punto di decollo, attualmente sospeso fra Brasile a Australia, sperando nel finale diverso.
Una sfida che si costruisce grazie a tecnica, volontà, allenamento, preparazione atletica, attrezzature, tecnologia all'avanguardia e un'alimentazione minuziosa.
Moreno Parmesan si avvicina al volo in parapendio a 8 anni, il padre lo introduce in questo mondo, gli spiega i trucchi e per la prima volta scopre il piacere e l'emozione di planare.
A 12 anni il primo volo alto in tandem, quindi il brevetto e il volo libero in solitaria, dove osano solo le aquile.
Nel 2007 si avvicina alle competizioni spinto dagli amici, ci avevano visto giusto e il ragazzo di Rovereto e inanella tanti successi e podi, fra i più prestigiosi il Trofeo Triveneto (vinto anche all'esordio mettendo in scia tutti i mostri sacri della disciplina) e il secondo posto assoluto nella competizione XC di distanza.
Poi è arrivata la malattia, un periodo difficile di riposo forzato dal parapendio: “Non ho mai mollato, il fisico diceva una cosa, la mente tutt'altro. L'effetto della chemioterapia si faceva sentire, ma ero tranquillo e non ho mai pensato al peggio. Anzi, mi è scattata una molla. Da tempo pensavo infatti all'impresa di superare il record del mondo di volo in parapendio, la malattia mi ha spinto a concretizzare l'idea - si sofferma Parmesan - Quando l'ho comunicato ai medici, sono rimasti ammutoliti (ride). Pensavano volessi andare a fare una vacanza, ma dicevo sul serio, volevo ritrovare motivazioni e adrenalina”.
Ora tutto alle spalle, anzi il volo è alto e si inizia già a pianificare la prossima avventura e il tentativo di record del mondo: “Ci vuole costanza e preparazione atletica. Si vola mediamente 200 chilometri al giorno fra Nord Italia e Austria. La tecnologia e l'alimentazione sono altre componenti importanti. Quindi arriva la gara, dove serve fortuna nel meteo, tecnica, tattica di volo, una grande capacità di comunicazione con il resto dell'equipaggio per sfruttare al meglio il “ventaglio” (la formazione di volo) e le correnti. Infine, ma non per ultima, la concentrazione: in questo sport non è vietato sbagliare”.