IL VIDEO SERVIZIO. Arriva la Tav e la sua casa sarà abbattuta, il dolore di Alessandra Mosna: ''Non compro nemmeno un fiore per la tavola, non la sento più mia''
Alessandra Mosna: "La volontà politica trentina, di Comune e di Provincia, è quella di andare dritti: la porta è stata aperta a Rfi e hanno detto di fare quello che vogliono. Ho partecipato alla veglia funebre perché per me questa è una perdita importante, ormai ho gettato la spugna"
TRENTO. "L'ho creata piano piano a mia misura, adesso è faticoso comprare anche un fiore da mettere sul tavolo perché la casa è mia ma dovrò lasciarla". A dirlo Alessandra Mosna, residente nel quartiere di San Martino, porzione della città in cui è previsto il passaggio della circonvallazione ferroviaria di Trento. "Ha senso coccolare questa abitazione? Dormo poco e ho spesso lo stomaco chiuso per la tensione interna. E' una grande perdita ma ormai ho gettato la spugna".
Questo l'amaro sfogo di Mosna, una residente che da piani delle amministrazioni pubbliche si dovrebbe vedere le case espropriate per consentire l'avvio dei lavori della grande circonvallazione ferroviaria. Un'opera attesa e discussa, un'infrastruttura che spaventa gli abitanti delle aree interessate dai cantieri ma coinvolgerà per anni tutto il capoluogo.
"Ho visto la foto della mia abitazione sui giornali - prosegue Mosna - questo l'annuncio che dovrò lasciare la casa per fare spazio al tracciato della circonvallazione ferroviaria di Trento. Sono andati agli uffici comunali e mi hanno confermato che l'abitazione sarebbe stata abbattuta: sono stata informata in questo modo. Poi sono tornata a casa e l'ho guardata con il mio gatto, una casa che ha un grande significato perché è la mia sicurezza sulla vita. Una casa che ho cercato perché conoscevo il quartieri e mi piace, una casa che ho creato piano piano a mia misura".
Sulla questione è stato aperto il dibattito: il Comune con Rfi porta avanti dei tentativi di mediazione, delle operazioni di informazione e ascolto dei cittadini. Da un lato si vuole comunicare il futuro assetto della città e dall'altro recepire obiezioni e proposte alternative. E dal confronto in questi mesi è emerso qualcosa con le modifiche al progetto presentate in Consiglio comunale. Ma il tracciato va, giocoforza, a impattare su alcune aree residenziali.
"Adoro le piante e ho un balcone - dice Mosna - qui leggo un libro con un bicchiere di vino. Ma adesso è faticoso comprare anche un fiore da mettere sul tavolo perché la casa è mia ma dovrò lasciarla e mi chiedo se ha un senso coccolare questa abitazione". Negli scorsi giorni si è tenuta una manifestazione, una fiaccolata e i cittadini sono scesi nuovamente in piazza per esternare dubbi e paure con cartelli e striscioni: "Le nostre terre non sono in vendita, sono il nostro lavoro” e “Le nostre case non sono in vendita, sono la nostra vita”(Qui articolo).
"La volontà politica trentina, di Comune e di Provincia, è quella di andare dritti: la porta è stata aperta a Rfi e hanno detto di fare quello che vogliono. Ho partecipato alla veglia funebre perché per me questa è una perdita importante, ormai ho gettato la spugna", conclude Mosna.
Tramontata l'ipotesi di una galleria sulla Destra Adige, questa pare l'opzione ''migliore'' e meno impattante sulla città ma i dubbi restano e i cittadini chiedono risposte all'amministrazione, così come alla Rete ferroviaria italiana (Qui articolo). Un progetto di ampio respiro tra Nordus e tram, ciclabili e trasporti a fune come parole chiave indicate dall'amministrazione comunale per il futuro sviluppo di Trento.
Il cronoprogramma dei lavori prevede l’avvio nel 2022 dei cantieri per la circonvallazione ferroviaria che dovrebbero concludersi nel 2026 anche se è probabile che arriveranno delle proroghe in corso d’opera. Dal 2026 sarà avviato l’interramento della linea storica mentre già dal 2025 inizieranno i lavori per la prima tratta del Nordus che, secondo le previsioni, dovrebbe essere completata entro il 2030 (Qui articolo).