Dalle tante dimissioni alle poche assunzioni, i dati di Cia: "Pronto soccorso area critica e Ginecologia è un caso". L'Apss smentisce: "Nessuna fuga''. Ecco perché
Claudio Cia ha mostrato, dati alla mano, che dal 2019 al 25 ottobre 2024, ben 790 infermieri e 447 medici hanno deciso volontariamente di lasciare il sistema sanitario provinciale ma l'Azienda sanitaria chiarisce: ''Il dato va corretto sottraendo al valore generale coloro che hanno avuto una conversione del posto (da tempo determinato a tempo indeterminato). Il saldo finale è positivo''
TRENTO. Botta e risposta tra il consigliere provinciale Claudio Cia e l'Azienda provinciale per i servizi sanitari. I numeri forniti dall'ex esponente di Fratelli d'Italia confermano un problema strutturale nel sistema sanitario trentino, un fenomeno che non può essere ignorato e sul quale da tempo sono stati lanciati allarmi. Le valutazioni dell'Apss invece parlano di saldo positivo tra cessazioni e assunzioni: il sistema è attrattivo e c'è qualche problema che si cerca di affrontare e risolvere.
Dal 2019 al 25 ottobre 2024, ben 790 infermieri e 447 medici hanno deciso volontariamente di lasciare il sistema sanitario provinciale. A questi si aggiungono i pensionamenti: dal 2020 al 2024, gli infermieri in pensione sono stati 329, mentre 183 medici hanno lasciato il servizio.
I dati sono stati presentati dal consigliere provinciale di maggioranza, Claudio Cia che, grazie a un accesso agli atti, ha potuto esaminare il turnover del personale sanitario in Trentino.
Il totale delle uscite è stato di 1.119 infermieri e 630 medici. Se confrontiamo questi numeri con le assunzioni effettuate dall'Apss, vediamo che sono stati reclutati 869 infermieri e 502 medici.
Il bilancio evidenzia purtroppo un saldo negativo: in cinque anni, il Trentino ha perso circa 250 infermieri e 128 medici. Un dato che mette in luce una carenza di personale fondamentale per il buon funzionamento del sistema sanitario provinciale.
Qui i dati completi
Analizzando i dati sulle cessazioni volontarie degli infermieri a tempo indeterminato, si nota come in alcune unità operative e servizi le uscite siano state numerose, senza che le nuove assunzioni abbiano compensato adeguatamente il numero di dimissioni.
IL CASO DI GINECOLOGIA
Particolarmente preoccupante è la situazione nel reparto di Ginecologia di Trento, che negli ultimi anni è stato segnato dal caso dell'ex primario Saverio Tateo e della sua vice Liliana Mereu.
Secondo i dati forniti dal consigliere Cia, dal 2018 al 2021 si sono registrate 58 dimissioni volontarie e ben 46 richieste di trasferimento da parte del personale. Nonostante le nuove assunzioni, le dimissioni e i trasferimenti sono chiari segnali di un malessere diffuso.
Le richieste di trasferimento riguardano 4 medici, 7 infermieri, 15 operatori socio-sanitari, 20 ostetriche. Le dimissioni, invece, hanno coinvolto 9 medici, 2 infermieri, 10 operatori socio-sanitari e 37 ostetriche.
"Chiunque capisce che questo non è un turnover normale, ma qualcosa di patologico. Questi sono segnali evidenti che una problematica di lunga durata è ormai emersa. Il danno ha radici nel passato e non voglio puntare il dito contro nessuno, ma è fondamentale capire le cause per evitare che la situazione peggiori ulteriormente", ha dichiarato il consigliere Cia.
“SERVE UN'INDAGINE INDIPENDENTE”
Per comprendere le cause di questa fuga di professionisti sanitari e fermarla, è necessario indagare a fondo sulle motivazioni che spingono alle dimissioni e ai trasferimenti.
"Le conseguenze di questo turnover negativo si riflettono direttamente sui servizi offerti ai cittadini. I Pronto Soccorso, ad esempio, sono tra le aree più critiche, dove le dimissioni volontarie e i pensionamenti non sono stati adeguatamente compensati da nuove assunzioni. La carenza di personale rischia di tradursi in tempi di attesa più lunghi, difficoltà nelle emergenze e un sovraccarico per il personale rimasto. Anche nelle Cure Domiciliari e nella Sanità Pubblica si riscontrano gravi difficoltà, con effetti diretti sulla qualità della vita dei cittadini più vulnerabili e sull’efficacia delle campagne di screening e prevenzione", ha spiegato Cia.
Il consigliere ha deciso di presentare una mozione in consiglio provinciale, chiedendo alla Giunta provinciale di avviare un’indagine indipendente sul fenomeno, affidandola a una terza parte, per garantire un’analisi trasparente delle cause e trovare soluzioni efficaci.
In aggiunta, si chiede di dare piena attuazione all’emendamento già approvato nel 2023, che prevede l’introduzione della figura del Direttore Assistenziale nel Consiglio di Direzione dell'Apss. "Questa figura è essenziale per rappresentare le esigenze del personale sanitario e migliorare la gestione organizzativa", ha concluso il consigliere.
Qui il documento
LA REPLICA DELL'AZIENDA PROVINCIALE PER I SERVIZI SANITARI
"Va anzitutto premesso che una quota di cessazioni volontarie nel mondo sanitario è del tutto fisiologica dal momento che i professionisti (medici e non) provengono da tutta Italia e, pertanto, non è infrequente che ci siano scelte di riavvicinamento alla residenza ove se ne presenti l'occasione o che, per ragioni eminentemente professionali, ci si muova sul territorio nazionale".
Ciò nonostante, "i dati rappresentano un trend complessivo di maggiori ingressi rispetto alle cessazioni volontarie che testimonia la bontà delle politiche di attrattività poste in essere da Apss negli ultimi anni".
I dati forniti dagli uffici al consigliere Cia, continua la nota dell'Azienda provinciale per i servizi sanitari, non possono essere sommati algebricamente, in quanto corrispondevano a due richieste formulate in momenti diversi cui è stata data una risposta tecnica che, però, non corrisponde al saldo cessati a tempo indeterminato/assunti a tempo indeterminato.
Dal punto di vista tecnico vengono considerate come "dimissioni volontarie" anche i dipendenti assunti a tempo determinato che in seguito a un concorso vengono assunti a tempo indeterminato. "Dunque se il dato sui pensionamenti è da leggersi per intero ai fini di verificare il saldo attivo-negativo, il dato sui cessati va corretto sottraendo al valore generale coloro che hanno avuto una conversione del posto (da tempo determinato a tempo indeterminato)".
Se si confrontano le cessazioni di tempi indeterminati (a qualsiasi titolo) con le nuove assunzioni a tempo indeterminato, i saldi sugli ultimi 6 anni sono positivi (+61 medici e +282 infermieri). Se si esaminano i dati anno per anno, si evince che il periodo di massima crescita è stato il 2020 (coincidente con il periodo Covid), compensato da un dato in diminuzione a cavallo 2022/2023 (ove la situazione si è riassestata nel post Covid) e che il trend sul lungo periodo è costantemente positivo con una media annua di +47 infermieri e +10 medici.
L'Apss "indice concorsi per infermieri e altri professionisti sanitari a ciclo continuo, assumendo il più velocemente possibile tutto il personale in graduatoria. In tal senso lo sbocco professionale per coloro che si laureano al Polo delle professioni sanitarie è garantito e la sinergia tra i percorsi di formazione universitaria e le assunzioni in Azienda molto positiva".
I concorsi per dirigente (anche per specialità che fino a qualche anno fa andavano deserti, come per esempio per dirigenti anestesisti rianimatori) "negli ultimi due anni hanno visto maggiore partecipazione e hanno consentito quel saldo positivo tra assunzioni e cessazioni prima citato. In tal senso anche i 15 iscritti al concorso appena bandito per dirigenti di medicina d'urgenza è da intendersi come una segnale positivo, anche se non sufficiente a risolvere in modo definitivo le carenze del settore".
Certo, rimangono ancora situazioni problematiche, "quali la difficoltà di attrarre e trattenere di medici di pronto soccorso o la difficoltà di trattenere professionisti sui territori di valle (come nei casi delle radiologie o delle pediatrie). Temi su cui Assessorato e Apss sono impegnati quotidianamente, anche con investimenti economici previsti nell'ultima legge finanziaria. A margine preme rilevare che, dopo l’invio della documentazione, la direzione aziendale non ha mai ricevuto richieste di chiarimenti da parte del consigliere Cia al fine di consentire una migliore lettura dei dati e fugare eventuali dubbi", conclude l'Azienda provinciale per i servizi sanitari.