Trento ogni giorno è “soffocata” da 323mila veicoli: il piano per cambiare la città entro il 2030 grazie alla mobilità sostenibile
Come cambia la Trento nel 2030? Dal Nordus, al tram passando per la ‘ciclopolitana’ e i trasporti a fune. L’assessore alla transizione ecologica: “La Circonvallazione di Trento è il primo tassello di un grande progetto integrato, con le nostre modifiche tutto il bypass ferroviario nella città di Trento inciderà come una rampa di risalita da 800 metri”
TRENTO. Sono circa 323mila i veicoli che ogni giorno interessano la città di Trento, con picchi, negli orari di punta, di 30mila mezzi all’ora. Questi almeno sono i numeri snocciolati dall’ingegnere Ezio Facchin, assessore alla transizione ecologica e alla mobilità del Comune di Trento. “Il 56% di questi spostamenti – fa notare l’assessore – hanno uno spazio di percorrenza inferiore ai 5 chilometri”. Questo ovviamente ha delle ripercussioni negative sulla città: nonostante a partire dal 2009 sia riconoscibile un certo trend decrescente, nella stazione di Trento (via Bolzano) il valore limite per quanto riguarda le concentrazioni di biossido di azoto continua a non essere rispettato.
Proprio per questo viene naturale chiedersi quali possano essere le alternative per spingere le persone ad abbandonare l’auto in favore dei mezzi pubblici. “Anche il Comune di Trento sta elaborando il suo piano per dotare la città di un trasporto pubblico su ferro efficiente”, ricorda Facchin. Per la verità già nel Piano urbano della mobilità del 2010 si parlava di un sistema di trasporto pubblico su binari per il capoluogo. Di quel “sistema metropolitano” però non se ne fece nulla. Questo almeno fino a oggi, perché un’alternativa per gli spostamenti dei cittadini su rotaia potrebbe arrivare ben prima di quanto si pensi.
Nordus, tram, ciclabili e trasporti a fune sono le parole chiave indicate da Facchin per il futuro sviluppo di Trento. “In una città come questa non si può non pensare a un sistema di trasporti a fune, ma abbiamo immaginato anche una ‘ciclopolitana’, cioè un sistema di ciclabili interconnesse fra loro”.
Obiettivo del Nordus la realizzazione di una connessione fra nord e sud della città, le cui frequenze saranno diversamente articolate rispetto al tratto urbano Mattarello-Lavis, Trento-Mezzolombardo e Trento-Mezzana. Da un lato il Nordus dall’altro il tram, che ha già un’ipotesi di tracciato. Inoltre c’è l’idea di sviluppare sistema di trasporto a fune per il superamento di importanti dislivelli e ridurre quindi l’oneroso movimento di grandi masse dal fondovalle alla collina, sviluppando sugli stessi sistemi di mobilità elettrica di collegamento: Trento-Bondone, Trento-Mesiano e Trento-Martignano le principali tratte.
La prima fase di realizzazione del Nordus vuole il raddoppio della linea Spini-Canova nel corso dell’interruzione della prevista nel 2025, dopodiché si lavorerà da Mattarello a via Monte Baldo, durante l’interruzione della linea storica per la realizzazione dell’interramento e la costruzione della stazione ipogea di Piazza Dante. Ultima la tratta via Monte Baldo-Canova. Le varie fasi saranno sottoposte al progetto di fattibilità, grazie al finanziamento ottenuto dal Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile (670.273 euro) e al contributo della Provincia (329.726 euro).
Il cronoprogramma dei lavori prevede l’avvio nel 2022 dei cantieri per la circonvallazione ferroviaria che dovrebbero concludersi nel 2026 anche se è probabile che arriveranno delle proroghe in corso d’opera. Dal 2026 sarà avviato l’interramento della linea storica mentre già dal 2025 inizieranno i lavori per la prima tratta del Nordus che, secondo le previsioni, dovrebbe essere completata entro il 2030.
“Il Nordus – conclude Facchin – sarà un servizio ad alta frequenza calato nel sistema urbano e si inserisce nel progetto integrato nel quale la Circonvallazione di Trento è il primo tassello”. Sul piatto, complessivamente, sono stati messi 960 milioni di euro. Infine, se le modifiche presentate nei giorni scorsi in Consiglio comunale a Trento saranno accolte, fa sapere l’assessore ala mobilità: “Tutto il bypass ferroviario nella città di Trento inciderà come una rampa di risalita da 800 metri”.