Treno in avaria, ennesima odissea per i pendolari. Toigo (Uil Veneto): "Altro che 'freccia', meglio parlare di 'feccia' delle Dolomiti"
L'attacco di Roberto Toigo (Uil Veneto): "Quarant’anni fa i viaggi in treno erano simili a dei viaggi della speranza, oggi le cose non sono cambiate. Come cantavano i Belumat nel '79: altro che freccia delle Dolomiti. Meglio parlare di feccia delle Dolomiti"
BELLUNO. “E’ deprimente. Anche oggi, l’ennesima odissea che hanno dovuto affrontare e sopportare i pendolari delle mie montagne, sulla tratta per Belluno".
A intervenire con toni decisi è Roberto Toigo, segretario generale della Uil Veneto, commentando un fatto (l'ultimo di una lunga serie) avvenuto nella mattina di ieri, mercoledì 22 gennaio: all'altezza di Vittorio Veneto il motore di un "Minuetto" a gasolio è andato in avaria, il fumo ha invaso il convoglio, così i viaggiatori sono stati costretti a scendere per poi essere portati a destinazione con un altro treno. Viaggiatori arrivati poi a Belluno con 90’ di ritardo.
"Non è la prima volta che intervengo su questo tema, quello dei trasporti e della viabilità, che non aiuta ad avere una quotidianità serena e leggera per chi vive da queste parti - riprende Toigo -. Difficoltà e disagi che subiscono giovani e adulti e che sarebbe davvero l’ora che venissero risolti per garantire alla gente - che vive in posti unici come i nostri, ma che è costretta a sudare cento camicie al giorno per spostarsi per andare a scuola, per andare al lavoro o dal medico - una vita giusta. Come ho già denunciato: quarant’anni fa i viaggi in treno erano simili a dei viaggi della speranza. Oggi le cose non sono tanto cambiate: Calalzo-Padova oltre 3 ore. Feltre-Belluno il treno non c’è".
"Come cantavano i Belumat - conclude il segretario della Uil Veneto - in una poesia-canzone intitolata “Padova Calalzo” del 1979: altro che freccia delle Dolomiti. Meglio parlare di feccia delle Dolomiti! Non lamentiamoci poi se le persone decidano di viaggiare di più in macchina che con i mezzi pubblici. E non lamentiamoci se, per questo motivo, ci sono gli ingorghi e i Comuni devono studiare piani per alleggerire il flusso viario. E’ tempo di dire basta ed è il momento che i problemi, quando denunciati, trovino una soluzione”.