''Toglietemi tutto ma non il mio...social'' e così la letterina di Camilla per il sindaco si trasforma in quella di Moranduzzo ed ''Ezione'' Facchin
Giornalista, ha lavorato per Alto Adige, Gazzettino e Trentino
Un tempo spopolava una modellattrice che per pubblicizzare un orologio ammiccava così: “toglietemi tutto ma non il mio…” (la marca dopo i puntini, chi indovina non ha la memoria corta). A Palazzo Thun, la sede del Comune capoluogo dove si pubblicizza in ogni modo e anche oltremodo la buona amministrazione, lo slogan che fu s’adatta alla grande alla bulimia social del primo cittadino. “Toglietemi tutto (anche no) ma non il mio post”.
L’accostamento tra Franco Ianeselli e Monica Bellucci (era lei quella dell’orologio) è un azzardo tanto estetico quanto etico. Tuttavia la mania del sindaco per Facebook, Instagram e tutto quanto fa apparente (e spesso forviante) vicinanza con gli amministrati sembra avere un che di bulimico. In genere si dice “non passa giorno”. Per Ianeselli un giorno è troppo vicino all’eternità. Lui (o chi per lui nel suo team comunale) posta quasi ogni minuto, anche ogni mezzo minuto.
Informa e commenta, sempre sorridente più del Durban's, il primo cittadino. Fa spallucce (anzi, chi sa giura che s’incazza di brutto) quando qualcuno gli fa sommessamente presente il rischio di saturazione nell’eccesso non giustificato di un’esposizione social che molti esperti (non noi che siamo solo Pierini) temono non sia poi così “sociale”. Insomma, il Post/destà sembra davvero impermeabile ad ogni dubbio sull’uso (e nella fattispecie sull’abuso) di una comunicazione che probabilmente considera fideisticamente moderna, innovativa, sburocratizzata, immediata, all’avanguardia, eccetera.
Se oggi non cerchi i like (nel senso che “posti” famelico e famelicamente raccogli i gradimenti come fossero gli antichi punti per avere la Mucca Carolina) sei un politico/amministratore dimezzato. Più dimezzato del Visconte di Calvino. La sindrome, ovviamente, non riguarda solo il sindaco. Ma dal primo cittadino (in fondo è chiamato anche a dare esempio) sarebbe lecito attendersi un po’ di parsimonia. O, almeno, un’accurata selezione di argomenti e foto. Sapere con puntualità pignola quel che il Comune fa, farebbe o vorrebbe è certo interessante. La trasparenza, quando è vera, è una dote. Ma incappare in un sindaco che commenta H24 sull’universo, sul mondo, sull’’Europa, sull’Italia e sull’infinitesimale Trentino scatena un qualche prurito interrogativo (ma dove lo trova il tempo, ben consci del fatto che non è lui a postare e rilanciare? Perché mai – poi - deve per forza alternare i fatti pubblici, quelli comunali, ai non infrequenti fatti privati?).
La risposta la conosciamo già. Non si scomodino i cantori del sindaco a bacchettarci che tanto sappiamo da soli di essere antipatici e fastidiosi. Eppure, a costo della gogna, al Post/destà suggeriamo anche da non richiesti. E gli diciamo solo “frena”: una supplica. In fondo ci preoccupiamo per lui. Il meccanismo della comunicazione social è perfido, infido. Una volta messo in moto va per moto proprio e smarrisce in un niente il messaggio, l’effetto, l’eventuale positività, la buona fede. Di esempi ce ne sarebbero a iosa ma quelli più freschi sono di ieri e di oggi. Ieri il sindaco ha risposto pubblicamente (con la sua bella foto di lui che legge la letterina) ad una bambina che gli chiedeva dove fosse finito lo scivolo di una piazza centrale a Trento. Le ha spiegato dei lavori ed ha rassicurato lei e i nonni. “Possono fermarsi con voi a leggere un libro e ripararsi un po' all'ombra quando farà più caldo, scegliendo (dove possibile) di rinnovare i giochi usando materiali naturali come il legno'' ha scritto.
Il post per tutti al posto della risposta singola. Ci sta. Ma un post tira l’altro (quando serve ma soprattutto quando non serve). Ed ecco che in un battibaleno la sensibilità del sindaco verso la bambina di sei anni diventa lo spunto per ironie che non sono poi così ironiche. Sotto l’effige del post/destà in alto a sinistra su Facebook ecco che Ianeselli risponde al consigliere provinciale leghista Moranduzzo, coccolandosi una sua foto: “Uno spazio più bello e sicuro per i consiglieri provinciali”. Naturalmente un falso (il post farlocco) tanto ironico quanto canzonatorio, capace di cogliere la debolezza di una comunicazione che sa di retorica e zuccherini.
Idem con punzecchiature anche per un’altra, immediata, presa in giro (del sindaco). Stavolta la foto è quella dell’assessore Facchin, l’ineffabile tecnico che qualcuno ha ribatezzato “l’uomo chiamato rotaia”. A lui il falso Ianeselli scrive: “In piazza Lodron abbiamo deciso di fare dei lavori per rendere lo spazio più bello e sicuro anche per gli ex commissari del Tunnel del Brennero. Genitori e nonni potranno godere delle novità che stiamo predisponendo a Trento Nord nelle Terme Sloi. Potranno fare fanghi rigeneranti che li porteranno in Paradiso (per dal bon)”. E due. E forse, a venire, tre, quattro e oltre. Anche in questo caso (qui l’ironia è macabra pensando alla schifezza fetida sotto i terreni Sloi) “seguirà dibattito”. E della simpatica bambina, delle novità del parco giochi in centro, ci si dimenticherà in men che non si dica.
E allora si dica, con umiltà, al signor Post/destà: dovesse scriverle un’altra bimba le risponda subito. Ma per telefono.