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Music Arena, arriva il ''più grande festival a scopo benefico mai realizzato in Trentino'': ma chi paga? quanto? e non era a ingresso gratuito?

DAL BLOG
Di Carmine Ragozzino - 17 luglio 2023

Giornalista, ha lavorato per Alto Adige, Gazzettino e Trentino

È perfino commovente la pervicacia con la quale il governatore del Trentino s’arrabatta a rammendare gli strappi da sé medesimo procurati. Evidentemente ha scarse cognizioni di sartoria. Mette una pezza di qua e lo squarcio gli si apre di là. A tre mesi dalle elezioni provinciali l’improbabile sarto che sta in piazza Dante si è accorto che (per quanto meno eclatanti e pericolose di quelle raccontate ad esempio su una sanità in drammatica discesa libera) prima o poi le panzane presentano il conto.

 

Un esempio è la frottola da guinness sulla Trento Music Arena. Usando il pubblico denaro ad uso e consumo dei suoi desiderata politico biografici (il nostro si inorgoglisce di un passato dichiaratamente rockettaro), Fugatti spergiurò di ''un futuro strategico'' per l’area San Vincenzo. Il dopo Vasco – vagheggiò il governatore – avrebbe inserito Trento nella mappa del grande spettacolo musicale: nazionale, mondiale, intergalattico. “Datemi un’area (la San Vincenzo) e vi porterò qui il mondo: quello che suona”. L’Archimede di Avio affrontò a modo suo (ma con i soldi nostri) un mondo che generalmente non permette né improvvisazioni né voli pindarici. “Venghino signori venghino che la Provincia di Trento regala”. Il management di Vasco fu miracolato da un fondo spese (pubblico) senza fondo. Ecco perché Vasco arrivò. Ecco perché di “big” ne arriveranno difficilmente altri: la pacchia è infatti irripetibile.

 

“Datemi i vostri soldi” (i soldi della comunità trentina che temporaneamente amministra) e vi “Vascolarizzerò”. Così fu nel maggio del 2022. Eh sì, bisogna riconoscerglielo. Fugatti Vasco Rossi lo portò a Trento sud (in quell’area San Vincenzo che impose di trasformare vagamente alla bisogna di centomila anime spendendo più di ogni decenza) per deliberare che in Trentino il rischio di impresa non esiste. Inutile rieditare quintali di polemiche basate sui conti, mica sulle fisime. Inutile ricordare al governatore e ai suoi sodali (a volte stanno anche nella sponda politica opposta) che nessuno si opponeva al Vasco cantante. Molti diventarono semplicemente Rossi di vergogna per un uso sproporzionato delle pubbliche risorse. Un uso perfino distorsivo delle regole di mercato.

 

Se la Provincia non avesse pagato a piè di lista (e anche di più) tutto quel che i promotori di mega concerti devono sborsare di tasca loro Vasco se ne sarebbe stato a Zocca. Il concertone che permise a Fugatti e all’ondivago sindaco di Trento un selfie con Vasco costò alcuni milioni di euro (pubblici, si ribadisce). Fu un evento baciato dalla fortuna: clima e fondoschiena. Gli imbuti di folla e, di più, gli attraversamenti di quella ferrovia che solo a ora (un anno dopo) si sta barrierando gridano ancora vendetta al cielo della sicurezza e dell’insipienza arrogante.

 

Archiviato Rossi la Provincia si è trovata punto e a capo rispetto alla sua promessa più ambiziosa, quella che avrebbe dovuto elevare da pasticcio ad investimento la montagna di soldi spesi a San Vincenzo. La Music Arena, i sei o sette grandi concerti l’anno, il Trentino che entra stabilmente nel “giro grosso” della musica e attrae pubblico da tutta Italia e financo dell’estero? Barzellette, ma tristi. Fugatti giurò. Coristi a destra e anche a manca gli fecero eco (stonando spesso). Ovviamente l’Arena (l’area San Vincenzo) si arenò in un deserto di promesse dal naso tanto lungo che potrebbe far da ponte per superare, risparmiando, gli ostacoli di tangenziale, fiume e ferrovia.

 

Il voto di ottobre (le elezioni provinciali) è però a tiro. Certo, non sarà il giudizio sulla frottola dell’Arena a decidere le sorti della destra che assapora il bis. Tuttavia il sarto governatore deve aver pensato che è meglio la pezza del buco. Dopo aver visto naufragare varie ipotesi di affidarsi a privati dal curriculum indubitabile nell’organizzazione di spettacoli (professionisti veri) in Provincia credono di aver trovato il modo di rispettare in zona Cesarini (prima del voto) la promessa sull’utilizzo dell’Arena.

 

L’area San Vincenzo non ospiterà ovviamente big nazionali o esteri ma qualcosa ospiterà. E occhio a criticare perché una regia geniale ha introdotto la solidarietà per chiudere la bocca ad eventuali polemiche. A fine luglio (dal 27 al 29) ci sarà un non meglio identificabile “Trentino love festival”, pubblicizzato sui social come “il più grande festival benefico mai realizzato in Trentino”. L’aiuto? Agli alluvionati romagnoli. Quel che si sa della proposta gestita da Edg Spettacoli (Di Gregorio figlio e padre) è ancora poco o nulla. Si sa, però, che il palco sarà appannaggio di cover band, dee jay, rapper, trapper e altre attrazioni per lo più adolescenziali. Per la post pubertà nostalgica forse arriverà un qualche Elton John finto e qualcuno che resusciterà i Beatles replicando anche i caschetti. Ci si accontenti: meglio le copie un po’ malinconiche del nulla.

 

Ma il cast della tre giorni non è il tema delle perplessità. Quando si parla di solidarietà, di raccolta fondi, ogni dettaglio deve essere trasparente, nudo, leggibile e verificabile. Esagerando con l’enfasi in Provincia hanno spiegato che la manifestazione sarà ad ingresso gratuito. Il manifesto della Edg Spettacoli parla invece di ticket on line e di devoluzione del ricavato della biglietteria (ma se è un evento gratuito che c’azzecca la biglietteria? Ma se non si sbiglietterà da dove arriveranno incassi e fondi per la Romagna?).

 

Un po’ di chiarezza, please. Ma soprattutto si spieghi quanto “girerà” la Provincia alla Edg per l’organizzazione del “pacchetto” (altri tre giorni a agosto, due concerti ignoti a settembre)? Finanzierà di nuovo tutto, dagli allestimenti ai cessi, dalla security all’anti emergenza? Chi salirà sul palco di luglio lo farà gratis, per la causa solidale, o sarà pagato? E quanto? Ai presumibili venditori di beveraggi e ristorazione si imporrà di stornare l’incasso, (tolte le spese) per donarlo agli alluvionati? Se davvero sta per arrivare il più grande festival benefico mai organizzato la risposta urgente a questi interrogativi farà capire se si tratterà di vera, concreta, arte solidale o di qualche altro gioco di prestigio (con fine elettorale). Se poi per il ''più grande evento di solidarietà di sempre del Trentino" nei manifesti e spazi pubblicitari non c'è alcun simbolo della Pat sui loghi che tipo di responsabilità avrà la stessa Pat sulla ''gestione'' della solidarietà post evento e come è stata scelta la Edg spettacoli per l'incarico ottenuto?

 

Augurando alla Edg (e al Trentino) di fare bingo resta difficile immaginare che alla San Vincenzo affluiranno decine di migliaia di persone per vedere Gianmaria o altri artisti emergenti, bravi ma non ancora in grado di mobilitare folle oceaniche. Se l’obiettivo è una solidarietà che non si debba, alla fine, calcolare in spiccioli i numeri non sono una variabile trascurabile al netto di una generosità che in Trentino, come altrove, non è in discussione. Staremo a vedere? È una chiusura che vale per tutto tranne che per chi un po’ s’è già inguaiato dichiarando in pompa magna il supremo fine solidale. Un fine nobile ma impegnativo che richiama la serietà, l’etica e il dettaglio dei conti. Meglio, dunque, vederci chiaro prima. Subito, adesso.

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