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L'autogol del segretario di circolo del Pd che parla di squadra ma fa l'endorsement per 2 ''suoi'' candidati e si dimentica gli altri 4

De Gregori cantava: “Non è da un calcio di rigore che si giudica un giocatore” (se lo sbaglia). Ma un conto è tirare un rigore e un altro conto è fare scientemente autogol nella propria porta. Dell’autogol del segretario del circolo di Gardolo si è accorta Lucia Maestri. Arrabbiandosi. Informata del tiro mancino nella porta del Pd ha commentato così: “Chi ricopre ruoli dentro il partito, dal più piccolo al più grande in termini di responsabilità, ha il dovere di promuovere la squadra''
DAL BLOG
Di Carmine Ragozzino - 21 settembre 2020

Giornalista, ha lavorato per Alto Adige, Gazzettino e Trentino

Questo potrebbe essere stato il “blog” più corto della storia. La mia storia su “il Dolomiti”. Si potrebbe scrivere solo “che scemenza”. E chiuderla lì. Ma se il troppo, spesso, storpia con l’eccesso di sintesi si rischia l’ermetismo incomprensibile. Qualche parola, al dunque, bisogna spenderla per segnalare un inciampo serio. Una “caduta” che dimostra una preoccupante vaghezza delle regole di correttezza e di buon senso dentro un partito che della correttezza mena vanto. Ci sono, infatti, regole che vanno richieste a chi rappresenta un partito sul territorio. Ne parliamo ora, ad urne chiuse, perché così vuole la legge.

 

Capita che sabato (per altro giorno di quel silenzio elettorale che sui “social” è nulla più che una barzelletta), il segretario di circolo del Pd di Gardolo si sia impegnato su Facebook nella perorazione di due candidati del sobborgo. Solo due sui sei “di zona”. Tutti in corsa per il Comune, assieme agli altri 34 che compongono la squadra dei democratici. “Poche ore dal voto – ha scritto Pasquale Mormile, il segretario di circolo – ma ci tengo ad esprimere qui le mie preferenze al Comune di Trento per Antonella e Paolo, due amici che conosco da tanto tempo e che mi sono sempre stati vicini, condividendo la comune militanza nel Partito Democratico”. Segue panegirico sulle doti umane e politiche dei due sponsorizzati. Frasi di vero trasporto amicale quelle di Mormile. Frasi che qui risparmiamo per non propagandare oltre misura, seppure a giochi fatti.

 

Il post era naturalmente corredato dai due “santini” di Antonella e Paolo, al secolo Antonella Mosna (presidente uscente della circoscrizione di Gardolo) e Paolo Serra, (capogruppo uscente del Pd in Comune). Un’accoppiata “mormiliana” per altro curiosa. La Mosna si era dimessa dalla presidenza della Circoscrizione con tutto il consiglio per via dello “sgarbo” al territorio operato dal consiglio comunale che se n’è infischiato della generale opposizione all’edificazione di una zona verde a Melta: un pastrocchio con l’opposizione anti Prg che fece felice Andrea Merler, sponsor dell’operazione. Di quel pateracchio Serra è stato un promotore: mai pentito della prevalenza della ragion di stato sul risparmio del territorio. Orbene, nulla da obiettare rispetto alla manifestazione di amorosi e legittimi sensi di Mormile. Se il “postatore” fosse un elettore, un militante Pd, un simpatizzante e perfino uno dei 40 candidati che hanno tutto il diritto di indicare sé stessi o chiunque altro vada loro a genio non ci sarebbe alcuna materia di polemica.

 

Ma nel Pd Pasquale Mormile ricopre un ruolo preciso. Un ruolo pubblico, riconosciuto e ufficializzato dal suo partito. Da punto di riferimento ufficiale del circolo di Gardolo, Mormile ha contribuito a costruire il team di candidati da presentare per il Comune e per la Circoscrizione. Solo che i candidati di Gardolo per palazzo Thun non erano due. Erano sei. Oltre ai succitati Mosna e Serra, osannati da Mormile, cercavano voti per il Comune altri quattro candidati: Walter Lenzi, (che fu presidente di una attiva commissione sociale della Circoscrizione), Marcello Jeziak , Michele Tomasi e il socialista Jon Dan. Tutti ignorati nel post inopinatamente “selettivo” di Mormile. Pochi giorni prima del voto lo stesso Mormile presentò tutti i candidati per Comune e Circoscrizione in una piazzetta di Gardolo. Incontro nel quale il segretario di circolo del Pd si prodigò nel magnificare la “squadra”. Con parole di rito. La squadra – disse – è più importante e aggregante dei singoli. Tutta la squadra e non certo le sole “due punte” che sembrano invece essere state individuate nel post (fino a stamattina ancora non cancellato).

 

Insomma, c’è davvero poco da girarci attorno. L’uscita improvvida di Mormile forse non è uno scandalo – in politica si vede di tutto anche da ciechi – ma di sicuro è ciò che all’inizio di questo commento ci siamo limitati a definire “scemenza”. Una scemenza, tuttavia, grave. Una scemenza che non è passata inosservata. Figli e figliocci esistono nei partiti come nella società. Così come esistono simpatie e alleanze. Quel che non può però accadere è che il segretario di un circolo (del Pd) deroghi in maniera grossolana al suo compito di equidistanza dai candidati, esplicitando preferenze alla vigilia del voto e lasciando comprensibilmente di stucco alcuni dei “dimenticati” da uno smemorato che per altro predica di essersi speso per metterli “in squadra”.

 

De Gregori cantava: “Non è da un calcio di rigore che si giudica un giocatore” (se lo sbaglia). Ma un conto è tirare un rigore e un altro conto è fare scientemente autogol nella propria porta. Dell’autogol del segretario del circolo di Gardolo si è accorta Lucia Maestri. Arrabbiandosi. Informata del tiro mancino nella porta del Pd ha commentato così: “Chi ricopre ruoli dentro il partito non può essere soggetto di parte. Chi ricopre ruoli dentro il partito, dal più piccolo al più grande in termini di responsabilità, ha il dovere di promuovere la squadra. È un messaggio questo che riguarda tutti e chiama in causa il nostro essere comunità”.

 

È certo qualcosa di più del “minimo sindacale” la bacchettata tirata dalla segretaria provinciale a Mormile. Si spera solo che la vicenda non finisca a tarallucci e vino. Con una chiosa importante: la qualità di Serra e Mosna non è contestabile. Semplicemente, non è il tema. Qui si contesta – sorpresi da tanta leggerezza e anche dall’irricevibile difesa di sé stesso - la scarsa lucidità con la quale il segretario del circolo di Gardolo ha mostrato di interpretare il suo ruolo – obbligatorio - di super-partes rispetto alle ambizioni e alla disponibilità dei candidati. Di tutti i candidati, o almeno di quelli della sua zona.

 

Si dirà che sono piccole cose. Si dirà che c’è di peggio nei partiti: è certamente vero. Ma la coerenza ed il rispetto di un ruolo non è mai una piccola cosa. Chi segue da esterno ma tuttavia vicino le vicende di un partito come il Pd è piuttosto attento anche alle piccole cose. Tanto che sulle piccole cose – non sui proclami roboanti – si genera la fiducia. Il segretario di circolo che fa campagna elettorale solo per due dei “suoi” candidati di questi concetti basilari deve avere un’idea piuttosto vaga. Tanto vaga che qualche simpatizzante Pd di Gardolo, frequentatore di Facebook, ha trovato subito il commento azzeccato: “L’è meio che el vaga”.

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