Wes Anderson ritorna tra umorismo e follia con "The French Dispatch''

Un cast da urlo. Da Frances McDormand a Timothèe Chalamet e Benicio del Toro, agli storici Bill Murray, Adrien Brody, Tilda Swinton, Owen Wilson e Willem Dafoe. Per citarne solo alcuni. 

Questo è “The French Dispatch” l’ultimo lavoro del texano Wes Anderson. Non esiste un protagonista. Ogni personaggio è parte della storia.

L’ ambiente, stile anni Cinquanta e Sessanta, è ricco di interni dove i colori pastello spiccano nelle inquadrature simmetriche.

Le citazioni si sprecano da Jacques Tati a Jacques Demy, a Renè Clair e Vincent Minnelli.

Dopo l’anteprima italiana negli spazi di Fondazione Prada di Milano, il 4 novembre, “The French Daispatch” sbarca nelle sale italiane. Il film è distribuito da The Walt Disney Company Italia.

Anderson aveva realizzato proprio alla Fondazione Prada il “Bar Luce” nel 2015, che conferma il suo amore per gli anni Cinquanta.

Si ripetono anche i collaboratori storici: il direttore della fotografia Robert Yeoman, il montatore Andrew Weisblum, il compositore della colonna sonora Alexandre Desplat.

E’ un omaggio all’adorato “New Yorker” ed al giornalismo che è ormai scomparso.

Il direttore della redazione del giornale “The French Dispacth”, Arthur Howitzer Jr. muore, ed i suoi giornalisti pubblicano un memoriale che riporta le storie migliori pubblicate negli anni.

Ambientato ad Ennui-Sur-Blasè, città immaginaria, (in realtà girato ad Angoulème) gli articoli coinvolgono un giornalista che si aggira tra le strade di Ennui mettendo a confronto il passato con il presente.

Si descrivono eventi strabilianti come quello di un pittore psicotico, Moses Rosenthaler, in carcere per duplice omicidio che si innamora della bella guardia carceraria Simone. La dipinge ed i mercanti d’Arte come Julian Cadazio vogliono speculare su di lui.

Un altro episodio si riferisce agli amori ed alle lotte sulle barricate del sessantotto, tra lacrimogeni e maschere antigas. Zeffirelli, uno studente che partecipa alla contestazione, scrive un manifesto per i diritti studenteschi, coinvolgendo una famosa redattrice amica di famiglia.

Il terzo episodio narra del giornalista Roebuck Wright a cena privata con il commissario di polizia ed il suo cuoco orientale, poliziotto-chef tenente Nescaffier. Ma la cena viene interrotta perché il giovane figlio del commissario viene rapito e tenuto in ostaggio.

Il film, quasi due anni fermo per la pandemia, è stato presentato in concorso a Cannes 2021. Ispirato a “L’oro di Napoli” di Vittorio De Sica, film ad episodi, il regista sceglie una narrazione segmentata, fra bianco e nero e colore, dove l’animazione in 2D è nello stile dei fumetti franco-belgi degli anni 50/60.

“Non è un film sulla libertà di stampa, ma quando si parla di giornalisti si narra anche di quello che sta succedendo nel mondo reale“ - dice Anderson. 

Un’indagine concettuale sulle epoche che cambiano. E le parole viaggiano tra umorismo e follia.

“The French Dispatch” nelle sale Astra e Modena di Trento.