Contenuto sponsorizzato

L'addio della direttrice Primerano al Museo Diocesano di Trento, ''La mia professionalità non è stata tenuta nella giusta considerazione e quindi ho preferito andarmene''

Cremonese di nascita, trasferita a Trento, nel 1980 appena laureata, per amore di Gianni, Domenica Primerano racconta pacatamente il distacco da un Museo adorato tanto da viverlo come una casa anche nei momenti delicati della maternità
DAL BLOG
Di Alda Baglioni - 27 ottobre 2021

Appassionata di arte e cinema con Chaplin nel cuore

TRENTO. ‘E qualcosa rimane, fra le pagine chiare e le pagine scure e cancello il tuo nome dalla mia facciata e confondo i miei alibi e le tue ragioni…’ De Gregori nel 1975 pubblica “Rimmel”. Un testo che parla di qualcosa che nasconde una verità non gradita.

Nel 2021 queste parole ci collegano alla storia di una vita vissuta per amore di un Museo - il Diocesano di Trento - e finita in un modo inopportuno. E’ la vicenda della direttrice Domenica Primerano, laureata in architettura a Venezia, orientata - già con i contenuti della sua tesi- ad un’attività professionale nel settore museale.

 

Lei rivendica la sua professionalità e la tenacia con cui ha lavorato dal 1989, l’anno in cui entra a far parte dell’organico del Museo Diocesano, diretto da monsignor Iginio Rogger.

 

L' architetta Primerano, cremonese di nascita, trasferita a Trento, nel 1980 appena laureata, per amore di Gianni, racconta pacatamente il distacco da un Museo adorato tanto da viverlo come una casa anche nei momenti delicati della maternità.

 

Museo Diocesano fondato nel 1903 per salvaguardare il patrimonio artistico della Diocesi e dal 1963 - IV centenario del Concilio di Trento - si stabilisce accanto alla Cattedrale di San Vigilio. Pazientemente la direttrice custodisce e rilancia il Museo, tra encomi e attestati d’alto profilo. Fino alle sue recenti, improvvise quanto clamorose dimissioni.

 

Perché? La mia professionalità non è stata tenuta nella giusta considerazione e quindi ho preferito andarmene. Il 9 ottobre ho rilasciato un’intervista  molto misurata, per esporre le mie ragioni sul caso della mancata musealizzazione della cappella del Simonino. Mi sono limitata a questo. Non ho dato mandato a nessuno di parlare al posto mio".

 

Della lettera inviata al vescovo per bloccare il progetto, firmata da diverse persone, a Trento si era già a conoscenza. Presumibilmente,  quando vengono spedite diverse mail per chiedere di sottoscrivere una lettera, i segreti non sono più tali e il giornalista ha avuto la via spianata. Subito dopo però un altro quotidiano é entrato ‘a gamba tesa’ nella vicenda insinuando che Primerano avesse fatto un ‘buco’ di 400 mila euro. L'ex direttrice ha subito inviato una rettifica, poi pubblicata, precisando che tutti i preventivi e i bilanci del Museo sono sempre stati approvati all’unanimità dal Curatorium (consiglio di amministrazione nominato dal Vescovo), nella massima trasparenza. 

 

Domenica Primerano ha ottenuto per il museo un prestigioso Premio europeo ricevuto a Venezia, frutto del progetto legato alla mostra ‘L’invenzione del colpevole’, allestita al Diocesano, con grandissimo successo di critica e pubblico. Rassegna che ha ottenuto il Grand Prix Europeo 2021 nella categoria Educazione e sensibilizzazione, riservato ai musei che si sono distinti per qualità e innovazione. Un progetto che prevedeva appunto la musealizzazione della Cappella del Simonino nella chiesa dei Santi Pietro e Paolo a Trento.

 

L’ormai ex direttrice spiega il suo progetto: un percorso museale che partendo dalla sede del Diocesano dove è stata allestita una sezione permanente sul Simonino, avrebbe portato i visitatori - opportunamente accompagnati dagli educatori - a sostare davanti alla sede storica della sinagoga, in Via Manci, a visitare la cappella (attualmente gestita dal FAI e in via di ristrutturazione) in vicolo del Simonino per approdare infine in San Pietro, dove - nella cappella che per secoli ospitò il piccolo Simone - sarebbero state esposte una dozzina di tele già presenti alla rassegna L’invenzione del colpevole. Solo ed esclusivamente una tappa didattica, spazio per una rievocazione culturale, chiesa chiusa al pubblico, dove si sarebbe spiegato il perché dell' abolizione del culto.

 

Dunque nessuna forzatura e nessun pericolo, a suo parere, di riportare in auge il culto verso questa figura tanto controversa e dibattuta all’interno della Chiesa, non solo trentina. Semplicemente un percorso educativo che avrebbe avuto il compito di  ‘fare chiarezza’. "Insomma - ribadisce l’ormai ex direttrice del Diocesano - un progetto mirato a proseguire nel tempo il lavoro di divulgazione avviato con una mostra che ha raccontano un tragico episodio dimostrando che l'accusa di omicidio rituale rivolta agli ebrei  altro non era che una ‘conclamata falsità". Il progetto è stato apprezzato non solo dalla giuria internazionale, ma anche da Noemi Di Segni, la Presidente delle Comunità ebraiche italiane. Tuttavia la diocesi ha deciso di bloccarlo.

 

Ora la direzione del museo è affidato al professore Michele Andreaus che ha il compito di studiare una nuova governance. “ Mi chiedo perché nel 2019  Andreaus non sia stato inserito nel nuovo consiglio di amministrazione con il compito di aiutarci a individuare una nuova governance, problema che io stessa avevo sollevato fin dai tempi di Monsignor Rogger", aggiunge Primerano che spiega: "Per me la faccenda è chiusa. Auguro al nuovo direttore di mantenere e anzi superare il livello raggiunto dal museo". 

Sul panorama culturale che c'è sul nostro territorio, l'ex direttrice spiega che “Purtroppo il Trentino riflette una situazione italiana molto critica. In base ai dati Istat il 60 per cento dei musei italiani non ha un direttore e troppo spesso si scelgono direttori senza competenze specifiche. La Riforma Franceschini invece ha messo  al centro dell'attività museale la figura del direttore. L' importanza di questa figura e delle sue necessarie competenze del resto è stata ribadita anche dal recente comunicato stampa di Icom (International Council of museums) che fa riferimento appunto al caso del diocesano".

 

Ora la scena cambia. La palla passa al “traghettatore”  Michele Andreaus, docente di Economia Aziendale al Dipartimento di Economia e Managentment dell’Università di Trento. Noi e la Primerano, intanto dobbiamo abituarci all’idea che il Diocesano e lei non siano una cosa sola.  E qualcosa rimane tra le fake news antiche e le fake news attuali.

 

Rimane l’amore che si respira tra le sale chiare e le sale scure del Museo. Frutto di una gestione che ha reso il Diocesano uno dei più importanti musei del Trentino, premiato pure a livello europeo.

 

Contenuto sponsorizzato
Contenuto sponsorizzato
In evidenza
Cronaca
23 gennaio - 14:55
I sanitari, giunti tempestivamente sul posto, hanno iniziato subito le manovre salvavita per l'uomo rimasto all'interno dell'abitacolo, mentre [...]
Cronaca
23 gennaio - 14:55
La storia è quella del brigadiere capo Innocente Puntel, della compagnia carabinieri di Prato alla Drava, di recente insignito di un [...]
Cronaca
23 gennaio - 15:17
Il film di Maura Delpero non figura tra i papabili per l'ambito premio. Isabella Rossellini è invece candidata agli Oscar come migliore attrice [...]
Contenuto sponsorizzato
Contenuto sponsorizzato
Contenuto sponsorizzato